C’è un momento nella storia del cinema in cui la finzione e la realtà si fondono così perfettamente da lasciare un’impronta indelebile.
Accadde nel novembre del 1994, quando Keene, una piccola cittadina del New Hampshire di appena 35.000 abitanti, si trasformò nella fittizia Brantford per le riprese di Jumanji. Trent’anni dopo, quella manciata di giorni continua a vivere nella memoria collettiva di un’intera comunità che ebbe l’onore di ospitare Robin Williams e di diventare, letteralmente, parte di un film destinato a diventare un classico.
Quando Randy Filiault, all’epoca neo-eletto consigliere comunale, scoprì che la produzione aveva appena ingaggiato Robin Williams come protagonista, il silenzio calò nella stanza. Non era più solo questione di un film in arrivo: era la consapevolezza che qualcosa di straordinario stava per accadere. “Ci siamo resi conto che sarebbe stato un grande film e, allo stesso tempo, ci siamo chiesti come diavolo avremmo fatto a gestire tutto questo”, ricordò Filiault anni dopo in un’intervista.
Il 15 novembre 1994, il sindaco William F. Lynch consegnò a Williams le chiavi placcate in oro della città. Ma quello che avrebbe potuto essere un momento istituzionale formale si trasformò, grazie al genio comico dell’attore, in un’esplosione di risate e spontaneità. Williams, alto 5 piedi e 7 pollici, guardò il sindaco Lynch, leggermente più basso di lui, e con la voce strozzata di un Munchkin esclamò: “Il sindaco di Munchkinland”. Poi, tenendo in alto l’enorme chiave dorata, continuò a scherzare con la folla: “Se sentite un rumore alla vostra porta stanotte, sono io. È una chiave grande e da qualche parte c’è una serratura grande”.
Per venti minuti, Robin Williams intrattenne la comunità con quella naturalezza che lo rendeva unico, improvvisando battute e interagendo con tutti come se li conoscesse da una vita. Solo alla fine riprese un tono più serio, ringraziando sinceramente Keene per l’accoglienza. Era il suo modo di lasciare il segno: trasformare ogni incontro in un momento di connessione umana autentica, qualcosa che gli abitanti di quella città non avrebbero mai dimenticato.
L’ultimo giorno di riprese fu quello più coinvolgente per la comunità. Oltre 150 residenti furono scelti come comparse per la celebre sequenza in cui gli animali fuggiti dal gioco da tavolo inseguono i protagonisti attraverso Center Square. Immaginate la scena: una piazza tranquilla del New Hampshire improvvisamente invasa da elefanti, rinoceronti e ogni sorta di creature selvagge, con Robin Williams, Bonnie Hunt, Kirsten Dunst e Bradley Pierce che correvano tra la folla. Per i cittadini di Keene, non era più solo un set cinematografico, era la loro città trasformata in un parco giochi vivente, esattamente come prometteva il titolo del film.
Jumanji, basato sul romanzo del 1981 di Chris Van Allsburg, uscì nelle sale il 15 dicembre 1995, un anno dopo quelle riprese che avevano rivoluzionato la routine di Keene. Il film divenne un successo globale, ma per quella piccola comunità rimase qualcosa di più: un pezzo della propria identità. Ancora oggi, l’insegna di Parrish Shoes, creata per il film, resiste nel centro di Keene, un monumento involontario a quei giorni straordinari.
Quando Robin Williams morì nell’agosto del 2014, quella stessa insegna divenne un luogo di pellegrinaggio spontaneo. Residenti e visitatori portarono candele, fiori, palloncini, animali di peluche e biglietti scritti a mano per ricordare l’uomo che, in pochi giorni, aveva lasciato la sua magia su ognuno di loro. Non era solo il lutto per una star del cinema: era il dolore per qualcuno che, seppur brevemente, era entrato nelle loro vite con una generosità e un calore rari.
Nell’estate del 2025, Keene ha celebrato i 30 anni del film con tre giorni di eventi dal 20 al 22 giugno. Mostre interattive, proiezioni speciali e attività a tema hanno permesso a vecchie e nuove generazioni di rivivere quel momento magico in cui la loro città ha fatto da sfondo a un’avventura cinematografica indimenticabile. Perché Jumanji non è stato solo girato a Keene: Jumanji è diventato parte di Keene, e Keene è diventata parte di Jumanji, in un intreccio di realtà e fantasia che continua a pulsare ancora oggi.
Trent’anni dopo, quella piccola città del New Hampshire custodisce gelosamente il ricordo di quando Robin Williams arrivò con una troupe cinematografica e trasformò le loro strade in un set leggendario. E mentre il mondo continua a riscoprire il film attraverso nuove generazioni, Keene sa di essere stata molto più di una semplice location: è stata testimone della capacità del cinema di creare comunità, memoria e, soprattutto, magia.