Un libro che è insieme diario, confessione, battaglia culturale e guida pratica: la storia di una famiglia per tre quarti neurodivergente che trasforma la dislessia in una lente nuova per leggere il mondo.

Ci sono libri che informano, libri che commuovono e libri che, semplicemente, aprono una porta. Dislessico Famigliare – Cronache (s)connesse di una famiglia straordinariamente normale, scritto da Giampaolo Morelli e Gloria Bellicchi, appartiene a quest’ultima categoria: non si limita a raccontare la quotidianità di una famiglia “per tre quarti dislessica”, ma la trasforma in un viaggio emotivo e necessario attraverso ciò che spesso la società etichetta come “difficoltà”, senza accorgersi che è, in realtà, una diversa forma di intelligenza. Morelli e Bellicchi mettono in pagina la loro vita con un candore raro, un’ironia disarmante e un amore che diventa strumento narrativo e culturale. Il risultato è un testo che parla di scuola, fragilità, resistenza, speranza e identità—e che riesce a farlo con delicatezza, potenza e una sorprendente leggerezza.

Morelli e Bellicchi ci portano dentro casa loro fin dalle prime pagine, con un’intimità che sa di fiducia. Gloria, “neurotipica”, apre il racconto con una dichiarazione semplice e luminosa: vive con tre dislessici, un compagno scelto e due figli amati. Da qui prende forma un viaggio che non è mai un lamento, né un trattato tecnico: è una storia viva, a tratti buffa, a tratti dolorosa, sempre autentica.

Giampaolo, che ha scoperto la sua dislessia tardi, parla con ironia ma anche con la lucidità di chi ha attraversato l’infanzia credendosi “meno degli altri”. E in questi passaggi il libro si fa confessione, un piccolo atto politico che invita i genitori a riconoscere nei propri figli non un limite ma una prospettiva diversa, una fessura da cui passa la luce.

Il volume segue il percorso tipico delle famiglie con bambini DSA—visite, test, certificazioni, PDP—ma lo fa con un tono che unisce il ritmo da diario di viaggio alla chiarezza di un vademecum. Le pagine di Gloria raccontano la battaglia quotidiana dei compiti, le frustrazioni e la tenerezza di una madre che impara ogni giorno come decodificare un linguaggio nuovo. Quelle di Morelli, invece, sono attraversate da una consapevolezza più adulta e a tratti dolorosa: le ferite dell’infanzia non si cancellano, ma possono essere trasformate in strumenti di empatia.

Ciò che rende Dislessico Famigliare un testo speciale è però la sua anima militante: Morelli e Bellicchi puntano lo sguardo sulla scuola italiana, troppo spesso impreparata o rigida davanti ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Non per accusare, ma per cambiare. Per ricordare che l’uguaglianza non è omologazione, e che la diversità non è un ostacolo, ma un punto di partenza.

E mentre scorrono aneddoti, riflessioni e pagine di humor delicato, il libro si trasforma anche in una guida preziosa: a chi rivolgersi, quali leggi tutelano i bambini con DSA, quali strumenti usare, come sviluppare un metodo di studio alternativo e funzionale. Sempre a partire dall’esperienza reale, imperfetta, vivissima dei loro figli Gianmarco e Pier Maria.

Alla fine, Dislessico Famigliare è soprattutto un invito poetico: accettare il caos, accogliere l’imprevedibile, celebrare quella creatività che nasce proprio dagli sguardi fuori schema. È un abbraccio alle famiglie che si sentono smarrite, un sorriso per chi pensa di non farcela, un promemoria per ricordare che la ricchezza dell’essere umano sta nell’unicità.

Non siamo fatti per essere tutti uguali.

E forse, come suggeriscono Morelli e Bellicchi con una delicatezza contagiosa, è proprio questo il nostro superpotere.

Morelli e Bellicchi firmano un libro che sa essere tante cose insieme: intimo come un diario, utile come un manuale, potente come una dichiarazione d’amore. Dislessico Famigliare non consola e non minimizza, ma educa, racconta, illumina. È un testo che insegna a guardare la neurodivergenza non come un ostacolo da superare, ma come una forma naturale di esistenza. Una storia che può cambiare il modo in cui pensiamo alla scuola, alla famiglia, e soprattutto ai nostri pensieri non allineati, spesso più brillanti di quanto crediamo.

Di Martina Bernardo

Vengo da un galassia lontana lontana... Appassionata di cinema e serie tv anche nella vita precedente e devota ai Musical