Nel panorama cinematografico dei cinecomic, poche saghe hanno generato una devozione tanto viscerale quanto quella che Zack Snyder ha costruito con la sua visione del DC Extended Universe.

E ora, mentre Netflix si prepara a finalizzare l’acquisizione di Warner Bros. Discovery per un valore complessivo di circa 82,7 miliardi di dollari, quella stessa comunità di fan torna a battere il tamburo della speranza. L’hashtag #RestoreTheSnyderVerse ha ripreso a circolare con rinnovato vigore sui social media, affiancato da un nuovo grido di battaglia: #SellTheSnyderVerseToNetflix.

Non è la prima volta che i sostenitori del regista si mobilitano. Anzi, la loro campagna per ottenere il rilascio di Zack Snyder’s Justice League è passata alla storia come uno dei casi più emblematici di attivismo digitale nel mondo dell’intrattenimento. Quattro anni di petizioni, aerei che solcavano i cieli della California meridionale con striscioni di protesta, e una determinazione che ha costretto Warner Bros. a capitolare nel 2021, quando HBO Max ha finalmente distribuito la versione del regista. Un trionfo che però non si è tradotto nei due sequel pianificati da Snyder per completare la sua trilogia di Justice League.

Ora, con l’ingresso di Netflix nella proprietà dello studio, qualcosa nell’aria è cambiato. David Zaslav, CEO di Warner Bros. Discovery, ha dichiarato a Bloomberg che “non esiste contenuto narrativo che possediamo con una tavolozza più grande di quella DC”, sottolineando però il suo supporto al lavoro creativo di James Gunn e Peter Safran, i nuovi architetti del DC Universe che sta prendendo forma con la slate Gods and Monsters. Un endorsement inequivocabile che sembra chiudere definitivamente le porte al ritorno di Snyder.

Eppure i fan non si arrendono. E forse hanno le loro ragioni per credere che questa volta sia diverso. Netflix, dopo tutto, è stata la casa di Rebel Moon, il progetto fantascientifico di Snyder che ha ricevuto un’accoglienza controversa ma ha dimostrato la volontà della piattaforma di investire nella visione del regista. Anche se il terzo capitolo di Rebel Moon non andrà avanti e Twilight of the Gods non tornerà per una seconda stagione, il rapporto tra Snyder e il colosso dello streaming esiste ed è documentato.

Nel bel mezzo di questo fermento, Snyder stesso ha rotto il silenzio con un post su Instagram che ha raccolto centinaia di migliaia di interazioni. Celebrando il traguardo di 500mila follower raggiunti in poco più di due mesi, il regista ha condiviso un’immagine inedita di Henry Cavill nei panni di Superman, accompagnata da parole che suonano come una dichiarazione d’intenti: “Per me, questi personaggi sono una sorta di mitologia moderna, e ho messo tantissima reverenza e rispetto nel portarli in vita. Vedere che questo risuona con così tanti di voi significa tutto per me.”

Una dichiarazione che inevitabilmente riaccende il dibattito sulla sua interpretazione dei supereroi DC. Perché se da un lato i sostenitori di Snyder ne celebrano la profondità filosofica e l’audacia visiva, dall’altro i detrattori non hanno mai digerito certe scelte narrative: Clark Kent che resta immobile mentre suo padre muore in un tornado, la devastazione di Metropoli in Man of Steel, la decisione di Superman di spezzare il collo a General Zod, o ancora la morte del Cavaliere Oscuro in Batman v Superman: Dawn of Justice.

Eppure, è proprio questa polarizzazione a rendere il fenomeno SnyderVerse così particolare. Non si tratta semplicemente di film di supereroi, ma di una visione autoriale che ha cercato di elevare il genere a qualcosa di più ambizioso, di più tragico, di più umano nei suoi difetti. Una mitologia contemporanea, per usare le parole dello stesso Snyder, che ha trovato una comunità disposta a difenderla con un’intensità quasi religiosa.

La realtà commerciale, tuttavia, racconta una storia più complessa. Man of Steel, uscito nel 2013 all’indomani del successo di The Dark Knight Rises di Christopher Nolan, ha ottenuto recensioni discrete e incassi accettabili, ma ha diviso il pubblico. Batman v Superman: Dawn of Justice ha sofferto di un budget fuori controllo e di recensioni prevalentemente negative. Justice League del 2017, con i famigerati reshoots affidati a Joss Whedon, è diventato il simbolo di un’interferenza creativa disastrosa, un Frankenstein cinematografico che non ha soddisfatto nessuno.

Netflix non ha ancora annunciato alcun piano per far rivivere l’arco narrativo incompiuto di Justice League. E con Gunn saldamente al timone della nuova continuity DC, le probabilità che il SnyderVerse torni nella sua forma originale rimangono oggettivamente remote. Ma la passione dei fan non si misura in probabilità. Si misura in tweet, in campagne coordinate, in speranza che continua a bruciare anche quando la logica suggerirebbe di spegnerla.

Quello che Netflix farà con il catalogo Warner Bros. nei prossimi mesi diventerà chiaro gradualmente. L’azienda ha già annunciato che i film DC avranno finestre teatrali più brevi prima di approdare sulla piattaforma, un cambiamento significativo nel modello distributivo che potrebbe aprire scenari inediti. Man of Steel e Batman v Superman: Dawn of Justice rimangono disponibili in streaming, così come Zack Snyder’s Justice League, testimonianze di un’epoca che ha ridefinito il modo in cui i fan possono influenzare le decisioni degli studios.

In fondo, la vera eredità del SnyderVerse potrebbe non risiedere nei film completati o in quelli mai realizzati. Risiede nella dimostrazione che una comunità sufficientemente motivata può spostare montagne, o almeno convincere uno studio a investire milioni di dollari per completare una visione che sembrava perduta per sempre. Se accadrà di nuovo, solo il tempo potrà dirlo. Ma una cosa è certa: i fan di Zack Snyder non hanno alcuna intenzione di smettere di combattere per la loro mitologia moderna.

Di Martina Bernardo

Vengo da un galassia lontana lontana... Appassionata di cinema e serie tv anche nella vita precedente e devota ai Musical

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