La fine di Stranger Things si avvicina come un treno in corsa verso l’ultima stazione. Cosa accadrà quando il gruppo di Hawkins chiuderà definitivamente i battenti?
Quando l’ultima porta verso il Sottosopra si richiuderà per sempre, cosa resterà ai milioni di spettatori che hanno seguito le avventure di Eleven, Mike e compagni? Il vuoto che lascerà la serie dei fratelli Duffer è palpabile, quasi tangibile. Eppure, la vita continua, anche nel catalogo di Netflix.
Il colosso dello streaming non può permettersi di restare senza una serie ammiraglia. Stranger Things ha rappresentato molto più di un semplice prodotto di intrattenimento: è stato un fenomeno culturale, una macchina perfetta che ha saputo bilanciare nostalgia anni Ottanta, mistero soprannaturale e relazioni umane autentiche. Trovare un successore all’altezza non è impresa da poco, ma Netflix ha già diversi assi nella manica. Alcuni sono già sul tavolo da gioco, altri stanno per essere scoperti. La domanda non è se esiste una serie capace di colmare quel vuoto, ma quale tra le candidate riuscirà davvero nell’impresa.
Ecco cinque serie televisive che potrebbero prendere il posto di Stranger Things come franchise di punta della piattaforma, ciascuna con le proprie caratteristiche distintive e il potenziale per conquistare il cuore del pubblico globale.
Wednesday ha già dimostrato di avere tutti i numeri giusti. Anzi, a dire il vero, ha già superato Stranger Things in termini di visualizzazioni. Entrambe le stagioni della serie con Jenna Ortega figurano nella top five delle serie in lingua inglese più viste di sempre su Netflix, mentre Stranger Things può vantare solo la presenza della quarta stagione in quella classifica. I numeri parlano chiaro: il pubblico non riesce a staccarsi dalle avventure gotiche di Wednesday Addams e dai suoi misteri soprannaturali.
La serie creata da Alfred Gough e Miles Millar, già showrunner di Smallville, sa perfettamente come rispettare il patrimonio narrativo della Famiglia Addams senza risultare polverosa o anacronistica. Wednesday funziona perché, proprio come Stranger Things, riesce a trovare l’equilibrio perfetto tra lo sviluppo dei personaggi e l’intrattenimento puro. Non è un caso che Enid Sinclair, interpretata da Emma Myers, sia diventata un personaggio amatissimo pur essendo una creazione originale della serie, mentre personaggi storici come Gomez e Morticia restano sullo sfondo.
L’unica ombra all’orizzonte riguarda proprio Jenna Ortega. La giovane attrice è diventata una delle star più richieste di Hollywood, con progetti di grande calibro che bussano continuamente alla sua porta. Prima o poi dovrà fare una scelta su cosa può realmente portare avanti, e una serie streaming potrebbe finire in secondo piano. La domanda che aleggia è inquietante: può Wednesday sopravvivere senza Ortega? E gli eventuali spin-off potrebbero reggere il peso di un’assenza così ingombrante?
Black Hole rappresenta un territorio completamente diverso. Tratto dalla graphic novel di Charles Burns pubblicata tra il 1995 e il 2005, questo progetto mescola l’horror corporeo di It Follows con il dramma adolescenziale più crudo. Ambientato negli anni Settanta, Black Hole introduce un’epidemia trasmessa sessualmente che causa mutazioni fisiche nei teenager. I ragazzi contagiati diventano emarginati, abbandonano le famiglie e si rifugiano ai margini della società.
Come spiegato dallo stesso Burns, la storia è una metafora dell’esperienza adolescenziale. Le mutazioni fisiche rappresentano la manifestazione esterna di ciò che accade nella mente e nella vita privata dei personaggi. È un’allegoria potente, viscerale, che scava nelle paure più profonde legate alla crescita, all’identità e all’accettazione.
Hollywood ha corteggiato Black Hole per anni, con David Fincher che a un certo punto era collegato a un adattamento cinematografico. Ma Netflix ha avuto la meglio, ordinando direttamente una serie. Il vero colpo di genio è stata la scelta di Jane Schoenbrun come showrunner, reduce dal successo critico di I Saw the TV Glow. Se Schoenbrun riuscirà a trasferire anche solo una frazione dell’estetica visiva del suo film del 2024, gli spettatori potrebbero trovarsi di fronte a qualcosa di indimenticabile.
Black Hole ha il potenziale per offrire personaggi con cui il pubblico può crescere, esattamente come è accaduto con i ragazzi di Hawkins. L’adolescenza, con tutte le sue meraviglie e i suoi tormenti, è il terreno comune che potrebbe creare lo stesso tipo di connessione emotiva.
Gli adattamenti di anime in live-action hanno una reputazione tutt’altro che brillante. Dragonball Evolution del 2009 continua a essere un incubo ricorrente per i fan. Eppure One Piece ha infranto ogni aspettativa, trasformandosi in un adattamento eccellente della serie animata e del manga originale. Il 95% di gradimento del pubblico su Rotten Tomatoes per la prima stagione è una testimonianza rara e preziosa: quando anche i fan più accaniti dell’anime approvano una versione live-action, significa che qualcosa di speciale è accaduto.
Il vantaggio competitivo di One Piece è la sua vastità narrativa. La timeline della serie è enorme, con oltre cento volumi del manga da cui attingere. La serie può continuare praticamente all’infinito, o almeno finché il pubblico continuerà a chiederne ancora. E considerando che la versione Netflix ha appena scalfito la superficie della storia, il potenziale è immenso.
One Piece condivide con Stranger Things quella qualità comunitaria che trasforma gli spettatori in membri silenziosi del gruppo. Man mano che si conoscono i personaggi e si assiste alla formazione delle loro amicizie durante le avventure, si crea un legame emotivo profondo. È lo stesso meccanismo che ha reso Stranger Things così speciale: la sensazione di far parte di qualcosa di più grande, di essere accolti in una famiglia allargata che vive sullo schermo.
Netflix è ufficialmente entrato nel mondo di Scooby-Doo. Nel marzo 2025 è arrivata la conferma che il servizio di streaming ha ordinato una serie live-action su Scooby-Doo da Berlanti Productions, Midnight Radio e Warner Bros. Television. I dettagli sono ancora scarsi, ma ciò che si sa è intrigante: si tratterà di una storia delle origini che racconterà come si è formata la Mystery Inc. e come quei ragazzi sono diventati “quei ficcanaso” che infastidiscono i malviventi.
Berlanti Productions ha una reputazione ben precisa quando si tratta di drama televisivo. Riverdale è diventata una sorta di Twin Peaks adolescenziale, carica di tensione e colpi di scena. È lecito aspettarsi che questa versione di Scooby-Doo punti molto sul dramma e meno sugli Scooby Snack. D’altronde, esistono precedenti di tentativi di maturare il franchise: Scooby Apocalypse, la serie a fumetti, ha reimaginato la storia in un contesto post-apocalittico, mantenendo elementi umoristici ma inserendo una narrativa più seria con poste in gioco più alte.
È facile immaginare come questo tipo di storia possa tradursi in una serie televisiva. Parte della magia di Stranger Things risiede nella sua capacità di suonare le corde giuste della nostalgia. Scooby-Doo appartiene esattamente alla stessa categoria dei “bei vecchi tempi”. Se qualcuno riuscirà a creare una serie live-action che catturi l’essenza e la personalità della Mystery Inc., il successo potrebbe essere dietro l’angolo. Altrimenti, come direbbe Scooby: “Ruh-oh!”
I nomi di David Benioff e D.B. Weiss sono sinonimo di Game of Thrones, con tutto il suo carico di spade, draghi e tradimenti. Ma il duo ha collaborato con Alexander Woo per creare qualcosa di completamente diverso: Il problema dei tre corpi. Basata sulla trilogia di romanzi di fantascienza di Liu Cixin, la serie rappresenta un ambizioso tentativo di portare sullo schermo una delle opere letterarie più complesse e celebrate della fantascienza contemporanea.
Il problema dei tre corpi è fantascienza hardcore, densa di concetti scientifici e dilemmi filosofici. È una storia che spazia attraverso il tempo e lo spazio, che interroga la natura dell’umanità e il nostro posto nell’universo. Non è esattamente il tipo di intrattenimento leggero che caratterizza Stranger Things, ma possiede quella stessa capacità di costruire un mondo complesso e affascinante in cui gli spettatori possono immergersi completamente.
La serie ha il potenziale per attrarre un pubblico maturo, quello stesso pubblico che è cresciuto con Stranger Things e ora cerca storie più complesse e stratificate. Il rischio è che la complessità narrativa possa alienare chi cerca un intrattenimento più immediato, ma la reputazione dei creatori e la qualità del materiale originale sono garanzie solide.
Il futuro di Netflix dopo Stranger Things non è scritto nella pietra, ma le opzioni sul tavolo sono promettenti. Wednesday ha già dimostrato di poter superare il suo predecessore in termini di numeri puri. Black Hole promette un’esperienza visiva e narrativa senza precedenti. One Piece può contare su una base di fan globale e su una storia praticamente infinita. Scooby-Doo gioca la carta della nostalgia universale. 3 Body Problem punta tutto sull’ambizione e sulla complessità narrativa.
Ciascuna di queste serie porta con sé un pezzo del DNA che ha reso Stranger Things un fenomeno globale: personaggi memorabili, storie avvincenti, mondi in cui vale la pena perdersi. La domanda non è se Netflix troverà un successore all’altezza, ma quale di queste serie riuscirà a conquistare il trono lasciato vacante da Hawkins. Il battito dei nostri cuori non sarà più l’unico suono: ci saranno nuove storie da raccontare, nuovi eroi da seguire, nuovi mondi da esplorare. E forse, solo forse, il vuoto lasciato da Stranger Things si trasformerà in un’opportunità per scoprire qualcosa di altrettanto speciale.