C’è un momento in cui l’industria cinematografica trattiene il respiro, guardando con apprensione un weekend tradizionalmente debole, quello successivo al Ringraziamento. Un periodo in cui le sale si svuotano, il pubblico preferisce lo shopping natalizio e i cinema diventano spazi quasi deserti. Poi arriva un film come Five Nights at Freddy’s 2 e ribalta ogni previsione, ogni convinzione, ogni teoria sul declino della sala cinematografica.

Il sequel horror diretto da Emma Tammi ha aperto con uno straordinario incasso di 56,5 milioni di dollari nel primo weekend, stabilendo il record assoluto per un’apertura nel primo fine settimana di dicembre. Un risultato che non solo ha superato le aspettative più ottimistiche, ferme intorno ai 40 milioni, ma ha trascinato l’intero botteghino del weekend a 148,6 milioni di dollari, polverizzando il precedente primato di 137 milioni dello stesso periodo nel 2024.

Blumhouse e Atomic Monster possono ora vantarsi di controllare i primi due maggiori opening horror dell’anno: Conjuring: Last Rites con 84 milioni e Five Nights at Freddy’s 2. Non male per uno studio che ha costruito la propria fortuna su budget contenuti e massima resa creativa. Il secondo capitolo delle avventure animate al Freddy Fazbear’s Pizza è stato realizzato con un budget di 36 milioni di dollari, girato a New Orleans sfruttando gli incentivi fiscali, e si avvia già verso la redditività nonostante un costo leggermente superiore al predecessore.

Certo, i 56,5 milioni rappresentano un calo rispetto agli 80 milioni del primo film, uscito nell’ottobre 2023 con distribuzione simultanea su Peacock. Ma era prevedibile: i sequel horror classificati PG-13 raramente eguagliano l’esplosione iniziale del capitolo originale. Ciò che conta è la tenuta del franchise e la capacità di attrarre un pubblico che molti davano per disperso nel mare dello streaming.

Il dato più significativo arriva dalla composizione demografica degli spettatori. Il 74% del pubblico ha meno di 25 anni, con una concentrazione particolare nella fascia 18-24 che rappresenta il 46% delle presenze. Sono ragazzi e ragazze che hanno scelto la sala cinematografica come esperienza collettiva, portando con sé da uno a cinque amici nel 54% dei casi. Il 46% ha acquistato il biglietto lo stesso giorno della proiezione, dimostrando una spontaneità che i modelli predittivi faticano a catturare.

La geografia del successo vede una forte presenza sulla West Coast, ma con risultati eccellenti in tutto il paese. La diversità etnica del pubblico riflette l’America contemporanea: 42% caucasici, 35% latini e ispanici, 11% afroamericani, 5% asiatici. Una distribuzione che conferma la capacità del franchise di parlare a un’audience trasversale, unita dalla passione per un videogioco che dal 2014 ha conquistato milioni di giocatori.

Josh Hutcherson torna nei panni del protagonista Mike Schmidt, affiancato da Piper Rubio e dal veterano dell’horror Matthew Lillard, volto iconico di Scream. Tra i nuovi ingressi spiccano Mckenna Grace e Wayne Knight, quest’ultimo indimenticabile in Jurassic Park e Seinfeld. Il film, scritto ancora una volta da Scott Cawthon, creatore del videogioco originale, mantiene la formula che ha reso celebre la saga: animatronic inquietanti, atmosfere claustrofobiche e una mitologia oscura che affonda le radici nel lore videoludico.

Il CinemaScore assegna una B, leggermente inferiore all’A- del primo capitolo, ma i dati di PostTrak raccontano una storia diversa. Il 70% del pubblico lo raccomanderebbe sicuramente ad altri, percentuale superiore al 61% del predecessore. Il 61% degli spettatori ha dichiarato che consiglierà agli amici di vederlo in sala, con una valutazione complessiva di quattro stelle e l’80% di giudizi positivi.

L’universo social del film ha raggiunto 843 milioni di interazioni prima dell’uscita, il 72% in più rispetto al primo Five Nights at Freddy’s, superando nettamente altri horror dell’anno come Final Destination: Bloodlines, Black Phone 2 e 28 Years Later. I fan celebrano ogni dettaglio: dall’estetica VHS delle scene handheld alla fedeltà verso gli animatronic del gioco, da Toy Chica a Mangle. “Questo sequel è una reunion del fandom avvolta nel caos degli animatronic e nella lucidatura Blumhouse”, sintetizza RelishMix nella sua analisi social.

Il successo di Five Nights at Freddy’s 2 arriva in un momento cruciale per l’industria cinematografica. Mentre si moltiplicano le preoccupazioni sulla fusione tra Netflix e Warner Bros e sull’impatto dello streaming sulla finestra teatrale, questo film dimostra che il pubblico desidera ancora vivere esperienze collettive in sala. Non tutti vogliono restare a casa. La teoria pre-Covid secondo cui il cinema è un business da 52 weekend all’anno, sostenuta da Universal, trova qui una conferma potente dopo essere stata messa in discussione dalla pandemia e dagli scioperi.

Il weekend ha visto anche l’ingresso di altri titoli significativi. Jujutsu Kaisen: Execution, distribuito da Gkids, ha aperto con quasi 10 milioni di dollari, intercettando l’audience degli anime con un 78% di giudizi positivi su PostTrak. Kill Bill: The Whole Bloody Affair di Quentin Tarantino, che riunisce i due volumi della saga originale, ha ottenuto un CinemaScore A+, superiore ai voti delle uscite separate, e un’apertura stimata tra 3 e 3,2 milioni su 1.198 sale, con particolare successo per le copie in 70mm.

Nel frattempo, Zootopia 2 tiene la seconda posizione con 45 milioni nel suo secondo weekend, per un totale di 222,4 milioni, mentre Wicked: For Good resiste al terzo posto con 15,6 milioni e un totale impressionante di 295,8 milioni dopo tre settimane.

Ma è Five Nights at Freddy’s 2 la vera storia di questo weekend. Un film che dimostra come gli adattamenti videoludici stiano diventando, secondo alcuni osservatori, la proprietà intellettuale dominante di Hollywood, destinata a sostituire i supereroi come motore commerciale dell’industria. Dopo il trionfo di Super Mario Bros. Movie nel 2023 e di A Minecraft Movie nell’aprile 2025, che ha incassato quasi un miliardo di dollari globalmente, il panorama è chiaro: i videogiochi non sono più semplici fonti di ispirazione, ma universi narrativi con audience fedelissime pronte a trasferire la propria passione dalla console alla poltrona della sala.

Il 2026 e il 2027 vedranno un’invasione di adattamenti videoludici: Return to Silent Hill a gennaio 2026, Super Mario Bros. Galaxy ad aprile, Mortal Kombat II a maggio, Street Fighter a ottobre, The Angry Birds Movie 3 a dicembre. E poi il sequel di Minecraft, The Legend of Zelda diretto da Wes Ball, un nuovo Detective Pikachu e persino una serie Amazon su God of War Ragnarok.

Non tutti gli adattamenti funzionano, naturalmente. Borderlands, Uncharted e il reboot di Tomb Raider hanno deluso critici e fan per l’incapacità di catturare la magia del materiale originale. Ma quando la formula funziona, i risultati sono esplosivi. Five Nights at Freddy’s 2 lo conferma: rispetta il lore, coinvolge la community, e trasforma l’esperienza ludica in spettacolo cinematografico senza tradirne l’essenza.

Sarà interessante osservare come il film terrà nelle prossime settimane. Il predecessore subì un calo del 76% nel secondo weekend a causa della disponibilità su Peacock. Questa volta la dinamica potrebbe essere diversa, grazie alla mancanza di forte contro-programmazione durante il Ringraziamento e a una finestra teatrale più protetta. Il primo capitolo generò profitti per 161 milioni di dollari con un costo netto di 20 milioni. Le aspettative per il sequel sono altrettanto rosee.

In Italia a soli 3 giorni dall’uscita ha già incassato 216mila euro con oltre 27mila spettatori.

In un’epoca di incertezze per l’esercizio cinematografico, Five Nights at Freddy’s 2 offre una certezza: quando il prodotto è giusto, quando parla la lingua del suo pubblico e quando l’esperienza collettiva aggiunge valore alla visione, le persone riempiono le sale. Non importa se è il primo weekend di dicembre, tradizionalmente il più debole dell’anno. Non importa se fuori ci sono feste natalizie e centri commerciali. Quando gli animatronic si risvegliano e la pizzeria Freddy Fazbear riapre i battenti, il pubblico risponde presente. E il cinema, ancora una volta, vince.

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