C’è un universo cinematografico che sta crescendo nell’ombra dell’horror contemporaneo, lontano dai riflettori delle major ma sempre più presente nell’immaginario degli appassionati del genere.
Si chiama Twisted Childhood Universe ed è la creatura di Rhys Frake-Waterfield, il visionario che nel 2023 ha inaugurato questa saga con Winnie-the-Pooh: Sangue e miele. L’idea? Prendere i personaggi dei cartoni animati che abbiamo amato da bambini e trasformarli in creature mostruose, violente, assetate di vendetta. Non si tratta di semplice provocazione: è un fenomeno che merita attenzione, perché sta ridefinendo i confini tra nostalgia e terrore.
La scadenza dei diritti d’autore ha reso alcuni di questi personaggi di dominio pubblico, aprendo le porte a riscritture radicali. Dopo l’orsetto antropofago e Peter Pan trasformato in incubo, arriva Bambi: La vendetta, diretto da Dan Allen con Frake-Waterfield come produttore. Il film, disponibile in Italia in DVD e Blu-Ray grazie a Midnight Factory e a noleggio sulle principali piattaforme come Prime Video, Apple TV, Rakuten e Chili, potrebbe rappresentare il risultato migliore di questo universo alternativo.
La scelta creativa più interessante sta nella fonte: non si parte dalla versione disneyana del cerbiatto, ma dal libro originale di Felix Salten del 1923, Bambi, la vita di un capriolo. I diritti sono scaduti il primo gennaio 2022, esattamente cento anni dopo, e il Twisted Childhood Universe non si è fatto sfuggire l’occasione. Il risultato è un film di 81 minuti che non si nasconde dietro compromessi: duro, cattivo, sporco di sangue.
L’inizio è fedele all’archetipo che conosciamo. Bambi vive nel bosco con la madre, che viene uccisa dai cacciatori. Rimasto solo, cresce e si accoppia con Faline, ma anche questo amore gli viene strappato: un camion investe la cerva, il guidatore rapisce il loro cucciolo appena nato e scarica rifiuti tossici nel fiume. Bambi si abbevera a quella sorgente contaminata e la trasformazione è inevitabile. Da vittima innocente diventa una bestia mutante, un toxic avenger con corna acuminate pronte a incornare e squartare.
La narrazione si apre poi sull’animale più pericoloso: l’uomo. Xana, interpretata da Roxanne McKee, sta portando il figlio Benji dai parenti per il Ringraziamento, sperando che anche il padre Simon si presenti. Ma il marito diserta, frustrando le esili speranze del ragazzo. Nel frattempo, un gruppo di cacciatori segue le tracce di Bambi, inconsapevoli di ciò che li attende. La figura più infame del gruppo si rivela anche la più colpevole: è lui il braccio degli esperimenti illegali che hanno contaminato le acque.
Da questo momento inizia il body count. Il cervo-mostro gigante usa le sue corna come armi letali, incornando e tagliando in due i corpi in inquadrature esplicite e senza compromessi. Ad assisterlo, una schiera di conigli mutati che affondano i denti nella carne umana, rovesciando il luogo comune della creatura docile e dimostrando un coraggio brutale. La CGI, ben dosata, rende la bestia credibile e persino divertente nella sua mostruosità.
Ma c’è un elemento che eleva Bambi: La vendetta oltre il semplice splatter: la mattanza ha un’impostazione morale. I cattivi vengono soppressi senza pietà, mentre le figure più fragili incontrano un destino diverso. La nonna malata di Alzheimer, in una scena notevole, viene risparmiata. Come ribadisce Guillermo Del Toro, noi siamo dalla parte dei mostri, specialmente quando questi mostri sono vittime di un’ingiustizia più grande.
Allen costruisce la tensione con sapienza: prima la creatura si nasconde tra le fronde e nel buio, poi si rivela in tutta la sua ferocia computerizzata. Il film dura esattamente quanto deve durare, 81 minuti senza fronzoli, e non si finge altro da sé. È un horror tanto estremo quanto commerciale, con tutti gli elementi al loro posto: regia solida, tensione crescente, sangue a fiumi.
La forza di Bambi: La vendetta sta nella dimostrazione che un archetipo può vivere in ogni tempo e luogo, essere riscritto in ogni tono e registro. Una buona storia funziona sempre. Il Bambi di Salten può instillare la profonda commozione della versione Disney e, contemporaneamente, incarnare la vendetta belluina di Allen. Non sono in contraddizione, anzi: si completano. E forse, paradossalmente, questa versione splatter rispetta di più lo spirito originale di quanto non facciano certe versioni live action proposte ultimamente dalla Casa del Topo.
Il Twisted Childhood Universe continua a crescere, con Pinocchio: Unstrung atteso per il 2026. È l’ora di ammetterlo: questo fenomeno ha un suo valore nell’horror contemporaneo, perché ci costringe a confrontarci con le nostre icone d’infanzia trasformate in specchi oscuri. Bambi non è più solo il cerbiatto che ha perso la mamma: è il simbolo di una natura che si ribella, di un’innocenza violata che pretende giustizia. E il sangue, in questa equazione, diventa il linguaggio della redenzione.