Sedici anni sono un’eternità nel pop. Eppure bastano pochi secondi per capire che il tempo, per Lady Gaga, non è stato soltanto una sequenza di successi e trasformazioni. È stato un percorso di riconciliazione.

Domenica 19 ottobre 2025, davanti a quasi 16mila spettatori al Forum di Assago, la popstar ha inaugurato il concerto con una dichiarazione che suona come una rivelazione: «Mi chiamo Stefani Joanne Angelina Germanotta». Detto in italiano, con fierezza, senza esitazioni.

Chi ricorda quell’episodio cult a “Quelli che… il calcio” nel 2009 – quando una giovane e spigolosissima Gaga rifiutò seccamente di dire il proprio nome a Simona Ventura – capisce immediatamente la portata di quel momento. Allora era una ribelle emergente che combatteva per affermare la propria identità artistica. Oggi è una donna che ha imparato a far convivere Gaga e Stefani, il personaggio e la persona, il palco e le radici.

Mancava dall’Italia da sette anni. Nel frattempo ha vinto un Premio Oscar, pubblicato “Chromatica” e “Mayhem”, recitato in “A Star is Born”, “House of Gucci” e “Joker: Folie à Deux”, si è fidanzata con l’imprenditore Michael Polansky. Ma l’Italia – il Paese della sua famiglia – non l’ha mai dimenticata. E lei non ha mai dimenticato l’Italia. «La cosa più importante che ho è l’orgoglio italiano che mi hanno tramandato i miei genitori e le mie due nonne» ha confessato commossa dal palco. «Gli italiani ci sanno fare: tutto quello che fanno è bello».

E per la proprietà transitiva, il “Mayhem Ball” è italianissimo. Un’opera pop gotica che strizza l’occhio a “Mercoledì” di Tim Burton, ad “American Horror Story” e al cult anni 2000 “Repo: The Genetic Opera”. Vincent Price avrebbe applaudito. Il concerto è uno spettacolo impressionante che non rallenta nonostante la durata di quasi due ore e mezza: tante le citazioni, dai costumi alle coreografie, a Michael Jackson. Ma anche a quella che potremmo chiamare Colei-che-non-deve-essere-nominata, cioè Madonna. Se dovessimo trovare un paragone, infatti, “Mayhem Ball” sa tenere testa a “The Girlie Show”, il tour a oggi più inventivo e acclamato di Miss Ciccone.

Sì, perché ci sarà un “prima” e un “dopo”: “The Mayhem Ball” si preannuncia come uno spartiacque nella carriera di Lady Gaga. Sia per gli allestimenti impressionanti – che bello quando sui concerti viene messo davvero del budget – sia per l’energia che Gaga ci mette sul palco. Coreografie e tanto teatro per il melodramma dark di Miss Germanotta. «Faccio questo lavoro da quasi vent’anni, e intendo continuare per almeno altri venti» ha detto Gaga al pubblico adorante. «Voi ci sarete quando tornerò qui in Italia?». L’entusiastica reazione dei fan non era difficile da immaginare.

Zombie, vampiri, mostri e teschi richiamano in continuazione l’immaginario di Gaga che, da ormai vent’anni, rivendica il diritto di essere dei “Little Monsters”. I “Piccoli Mostri”, come Gaga ha chiamato i suoi accoliti in perfetto italiano nel corso della serata, sono gli invitati d’onore di questa festa «dove ognuno ha il diritto di essere se stesso». Dopo aver guadagnato più di 100 milioni di dollari nelle tappe americane, Gaga è approdata in Europa. E nel mentre si dice che sia riuscita pure a trovare il tempo per un cameo nell’attesissimo “Il Diavolo Veste Prada 2”.

La prima data milanese è stata un evento a cui nemmeno Stefano De Martino e Marco Mengoni hanno potuto rinunciare. Il loro ingresso al Forum è stato accolto da un boato dei fan, che subito li hanno riconosciuti. Ma la vera star della serata, dopo Gaga s’intende, è stata Donatella Versace. «Ho avuto tanti alti e bassi nel corso della mia carriera, e in tanti mi hanno voltato le spalle quando le cose non sono andate bene. Ma Donatella c’è sempre stata. Quando ero triste lei faceva di tutto per farmi sorridere almeno un po’» ha detto Gaga dal palco, dedicandole “The Edge of Glory”. Un momento di pura emozione che ha fatto vibrare l’intero palazzetto.

Tutto il concerto, strutturato in quattro atti più il finale che costituisce l’encore, fa parte dell’opera pop “The Art of Personal Chaos (The Manifesto of Mayhem)”, incentrato su due Lady Gaga – una vestita di rosso e una vestita di bianco – che si danno battaglia tra dimensioni oniriche e atmosfere gotiche. Eppure il vero conflitto sembra essersi risolto da anni. Quel conflitto che nel 2009 la spingeva a rifiutare il proprio nome di battesimo.

La scaletta è un viaggio tra i suoi più grandi successi e i brani del nuovo album “Mayhem”. Si parte con “Bloody Mary” e “Abracadabra”, si passa per “Poker Face”, “Paparazzi”, “Born This Way”, fino ad arrivare a momenti più intimi al pianoforte con “Die With a Smile”, “Joanne” e “Shallow”. Il gran finale esplode con “Bad Romance”, “Dancin’ in Circles” e “How Bad Do U Want Me”, lasciando il pubblico in uno stato di estasi collettiva.

Nessuno spazio ai dubbi: Gaga e Stefani oggi camminano mano nella mano. E l’Italia, dopo sette anni di attesa, ha finalmente ritrovato la sua figlia più orgogliosamente pop.

Lascia un commento