Durante le manifestazioni del “No King Day” che hanno animato numerose piazze americane, un elemento visivo ha colpito per la sua forza simbolica: l’uso di frasi e immagini tratte dall’universo di Star Wars, in particolare dalla serie Andor.

In un collage fotografico che documenta la protesta, si vedono cartelli con il simbolo dell’Alleanza Ribelle, slogan come “THE RESISTANCE”, “OPPRESSION IS THE MASK OF FEAR. NO KINGS”, e soprattutto la ripetuta dichiarazione “I HAVE FRIENDS EVERYWHERE”. Questa frase non è una semplice invenzione dei manifestanti, né una citazione attribuibile a un singolo personaggio: è la parola d’ordine delle spie ribelli nella serie Andor, un codice che racchiude un intero sistema di solidarietà sotterranea.

È il segnale che la Ribellione è ovunque, silenziosa ma presente, pronta a intervenire. I manifestanti l’hanno adottata come messaggio collettivo, trasformandola in un grido di appartenenza e resistenza. Il “No King Day”, con il suo rifiuto dell’autoritarismo e della concentrazione del potere, trova in Star Wars una narrazione perfetta: quella di un piccolo gruppo di ribelli che si oppone a un impero galattico apparentemente invincibile. Il simbolo dell’Alleanza Ribelle, che campeggia su molti cartelli e persino su una bandiera americana modificata, non è solo un richiamo nerd: è diventato un emblema universale di opposizione.

I manifestanti lo usano per dire che la vera fedeltà non è verso un sovrano, ma verso la libertà. La frase “I HAVE FRIENDS EVERYWHERE” diventa così il cuore pulsante della protesta: un modo per dire che la resistenza è diffusa, che non si è soli, che ogni individuo può essere parte di un movimento più grande.

È un gesto ironico, ma anche profondamente umano: la felicità non è nel potere, ma nella connessione. In un’epoca in cui la cultura pop è sempre più intrecciata con l’attivismo politico, il “No King Day” dimostra come le storie che amiamo possano diventare strumenti di lotta, di identità e di speranza. Star Wars, con la sua mitologia di ribellione e coraggio, non è solo intrattenimento: è linguaggio, è simbolo, è azione. E in queste piazze, tra cartelli e cori, la galassia lontana lontana sembra più vicina che mai.

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