C’è un filo rosso che lega il successo straordinario di C’è ancora domani all’universo di Petra Delicato. Un filo fatto di personaggi femminili complessi, di sguardi disincantati sulla realtà, di quella capacità unica di Paola Cortellesi di abitare ruoli che diventano immediatamente iconici. E ora, dopo l’ondata travolgente del suo esordio alla regia che ha conquistato il pubblico italiano, l’attrice romana torna nei panni dell’ispettrice più amata della serialità nostrana con una consapevolezza nuova: “Mi sento molto a casa. Petra è la mia beniamina”.
La terza stagione di Petra andrà in onda l’8 e il 15 ottobre in esclusiva su Sky Cinema e in streaming su Now, portando con sé un carico di aspettative altissime. Prodotta da Sky Studios e Cattleya in collaborazione con Beta Film, la serie diretta da Maria Sole Tognazzi e basata sulle opere di Alicia Giménez-Bartlett continua a esplorare le sfumature di un personaggio che ha ridefinito i canoni del poliziesco italiano. La sceneggiatura, firmata da Giulia Calenda, Furio Andreotti e Ilaria Macchia con la collaborazione della stessa Cortellesi, promette di alzare ulteriormente l’asticella.
Questa volta ritroviamo Petra alle prese con una rivoluzione personale che nessuno si sarebbe aspettato: è andata a vivere con il suo nuovo compagno, interpretato da Francesco Colella, e con i suoi figli. Un nuovo assetto familiare che mette alla prova anche il suo proverbiale distacco emotivo. Ma il lavoro non concede tregua: tra furti nel mondo dell’arte e misteri che si snodano tra i conventi di suore, l’ispettrice Delicato deve fare i conti con indagini sempre più complesse che la portano a espandere i suoi orizzonti. Genova rimane il cuore pulsante della narrazione, ma stavolta lo sguardo si allarga fino a Palermo, in trasferte che arricchiscono la geografia emotiva della serie.
Accanto a lei, naturalmente, torna il fidato viceispettore Antonio Monte di Andrea Pennacchi, pronto ad affiancarla con quella complicità che ormai è diventata uno dei marchi di fabbrica dello show. Il loro rapporto professionale, fatto di battute taglienti e di una lealtà incrollabile, rappresenta uno degli equilibri narrativi più riusciti della serie.
Ma cosa rende Petra così speciale agli occhi di Paola Cortellesi e del pubblico? “Penso che nonostante la sua ruvidezza sia comunque un modello aspirazionale per molte donne”, spiega l’attrice con quella lucidità che la contraddistingue. “Molte di noi sono ingabbiate in un modello femminile. Petra invece è dieci passi più avanti, è oltre, perché non è una che combatte gli stereotipi, è una che proprio non li vede”. È questa la chiave interpretativa che fa di Petra Delicato un personaggio rivoluzionario senza essere militante, libero senza dover gridare la propria libertà.
L’ironia tagliente dell’ispettrice, quel sarcasmo spesso duro e scorretto, è un elemento caratterizzante che la serie ha mantenuto fedele ai romanzi di Giménez-Bartlett. “È un valore aggiunto e la rende più affascinante”, commenta Cortellesi. “Spesso il suo è un sarcasmo anche un po’ duro e scorretto, ma è proprio quello che la rende meravigliosa”. Un personaggio che pensa a sé e non si cura del giudizio altrui, particolarmente prezioso in un momento storico in cui tutti sembriamo ossessionati dall’approvazione degli altri.
La cronologia della produzione aggiunge un elemento di particolare interesse a questa terza stagione: Petra è stato il primo personaggio interpretato da Paola Cortellesi dopo il suo esordio alla regia. “Questi erano gli accordi”, rivela l’attrice con un sorriso. “Ma sono felice di aver stabilito così. È un personaggio molto distante dall’ultimo che ho interpretato e per me è un grande privilegio vestire i suoi panni e essere tornata a lavorare con questa squadra incredibile”. La distanza tra Delia, la protagonista di C’è ancora domani, e Petra Delicato è siderale, eppure entrambe incarnano forme diverse di resistenza e di autodeterminazione femminile.
Dal canto suo, Maria Sole Tognazzi ha saputo ironizzare sui risultati del film di Cortellesi con l’affetto di chi conosce bene la sua protagonista: “Sapevo che Paola avrebbe avuto il suo film, che è andato male e dal quale è tornata molto scarica, e che ci sarebbe stata una pausa”. La battuta, ovviamente, nasconde l’orgoglio per il successo travolgente di C’è ancora domani, ma rivela anche la profondità del rapporto professionale e umano che lega le due artiste.
La regista confessa che ogni fine stagione di Petra le provoca una sensazione di mancanza, come quando un’amica parte per un lungo viaggio. “La cosa più difficile è stata trovare l’equilibrio tra il giallo, la ricerca del colpevole e la vita personale dei personaggi”, spiega Tognazzi. “Mi sono messa in gioco e abbiamo cercato, attraverso i dialoghi e i momenti leggeri, di portare anche una ventata di novità e di far conoscere sempre di più i personaggi: la loro inquietudine nel caso di Petra e la loro bontà nel caso di Marco e Andrea”.
Sul fronte della continuità della serie, Paola Cortellesi mantiene un cauto ottimismo: “Io Petra non la lascerei mai. È un mio pezzo di cuore. Un personaggio che all’inizio ho affrontato con grandi dubbi perché duro, respingente e difficile da amare. Ho cominciato che avevo trent’anni, ora vado per i 52, vediamo come fare i prossimi inseguimenti, spero non con il deambulatore”. L’autoironia non manca mai, ma traspare chiaramente l’affetto viscerale per un personaggio che ha accompagnato una fase importante della sua carriera.
Nel frattempo, l’attrice si prepara a un nuovo ruolo, questa volta dietro la giuria: sarà presidente della giuria del Concorso alla ventesima Festa del Cinema di Roma. “Sono ancora impreparata per questo compito”, ammette con sincerità. “Devo visionare dei film in concorso e per me è la prima volta. Sono felice che questo incarico arrivi dalla Festa del Cinema di Roma che mi ha dato moltissimo facendomi presentare il mio primo film da regista. Per me è un modo per rendere omaggio a chi mi ha dato questa possibilità”.
E sul futuro dietro la macchina da presa, Cortellesi non lascia spazio a dubbi: farà il suo secondo film da regista. Quando e come, resta ancora un mistero, ma la certezza della sua volontà di continuare a raccontare storie è cristallina. Nel frattempo, ci godiamo il ritorno di Petra Delicato, con il suo sguardo lucido e disincantato, le sue battute taglienti e quella libertà interiore che continua a renderla un modello di indipendenza femminile fuori dagli schemi. Perché in fondo, come dice la stessa Cortellesi, Petra non combatte gli stereotipi: semplicemente non li vede. E questa è la forma più pura di rivoluzione.