Dimenticate il voyeurismo hitchcockiano, o almeno preparatevi a vederlo proiettato in un futuro non così lontano, dove le finestre non sono solo sguardi indiscreti ma portali verso dilemmi esistenziali.
È questa la promessa di The Recycling Man, il cortometraggio sci-fi pluripremiato che sta riscrivendo le regole del cinema breve, ora disponibile per la visione su Youtube.
L’opera di Carlo Ballauri, un gioiello di quattordici minuti, ci catapulta in un quartiere suburbano affollato eppure stranamente solitario. Qui incontriamo Jacob, un ragazzo immobilizzato su una sedia a rotelle, la cui noia è un velo sottile che cela un’acuta osservazione del mondo esterno. I suoi vicini diventano personaggi di un dramma silenzioso, osservato da lontano. Ma quando Sarah, una coetanea, incrocia il suo sguardo e lo saluta, un barlume di connessione si accende. Un istante dopo, però, l’idillio si spezza: un uomo minaccioso emerge dall’ombra, armato di un cacciavite, e attacca la ragazza. Jacob, intrappolato nella sua immobilità, è costretto a una corsa contro il tempo e i suoi stessi limiti per tentare l’impossibile.
Dietro questa narrazione tesa e avvincente c’è la mente di Carlo Ballauri, regista e sceneggiatore che, insieme a Giovanni Gualdoni, ha saputo infondere nel racconto una profondità rara. Il suo “stile visivo affascinante”, curato dal direttore della fotografia Alejandro Chavez, non è un mero esercizio estetico, ma un potente strumento per immergere lo spettatore in un’atmosfera sospesa tra il familiare e il distopico. Prodotto da Cavalieri della Notte e Sukiyaki Studio, The Recycling Man non è solo un film, ma un’esperienza sensoriale.

Il cast, poi, è una vera e propria costellazione di talenti. A dare voce e volto al giovane Jacob è Benjamin Evan Ainsworth, già noto per aver doppiato il Pinocchio di Robert Zemeckis e prossimo protagonista dell’adattamento cinematografico di The Legend of Zelda. Al suo fianco, Virginia Newcomb (vista in The Walking Dead e Law & Order), Terence Anderson (da Captain Phillips a The King’s Man – Le origini), Ines Milans e Valentina Filippeschi, contribuiscono a tessere una trama attoriale di grande impatto.
Ma ciò che eleva The Recycling Man a un livello superiore è la sua impressionante lista di riconoscimenti. Il cortometraggio ha calcato i palcoscenici di festival prestigiosi come il Rome Independent Film Festival, il Tallinn Black Nights Film Festival, il Giffoni Film Festival, il Fantasia International Film Festival e il Leeds International Film Festival, collezionando premi che ne certificano l’eccellenza e la risonanza internazionale. Non è un caso che il suo “proof of concept” abbia conquistato il Méliès d’argento europeo e il Premio RAI CINEMA, qualificandosi per i BAFTA e gli OSCAR.
Al di là del thriller e della fantascienza, Ballauri usa il genere per esplorare un tema universale eppure sempre più attuale: la genitorialità. In un futuro dove alcuni paesi si scontreranno con la sovrappopolazione e altri con la scarsità demografica, il diritto o il dovere di avere figli potrebbe mutare radicalmente. Il regista ci invita a riflettere su come questi squilibri possano ridefinire concetti radicati da secoli, trasformando un bisogno biologico in una responsabilità sociale o, peggio, in una risorsa da gestire. È una lente acuta sulla condizione umana, proiettata in un domani che ci riguarda tutti.
Carlo Ballauri, con una formazione che spazia dal marketing strategico alla semiotica e un perfezionamento tra Roma e Los Angeles, ha fondato case di produzione come I Cavalieri della Notte S.r.l. e Sukiyaki Studio LLC, dedicandosi alla creazione di contenuti originali. Attualmente, è impegnato nello sviluppo di due lungometraggi, I Cavalieri della Notte e Cicale, e di una serie TV proprio ispirata a The Recycling Man, a testimonianza della forza e del potenziale narrativo del suo universo.