Nel vasto e imprevedibile universo dello streaming, dove le novità si susseguono a un ritmo vertiginoso, c’è un fenomeno che sfida le logiche del tempo: un film del 2015, dato forse per dimenticato, sta vivendo una seconda, fragorosa vita su Netflix.

Stiamo parlando di “San Andreas”, il blockbuster catastrofico che vede protagonisti Dwayne “The Rock” Johnson e la magnetica Alexandra Daddario, un titolo che, a quasi un decennio dalla sua uscita, è tornato a dominare le classifiche, piazzandosi al secondo posto e minacciando persino il primato di “K-Pop Demon Hunters”.

Il paradosso è evidente: mentre Dwayne Johnson è sulla bocca di tutti per una possibile candidatura all’Oscar con il suo prossimo film “The Smashing Machine”, è proprio un suo “classico” d’azione a catturare l’attenzione globale. “San Andreas” non è solo un film; è un’esperienza viscerale, un’immersione totale nel caos di una California che trema, scritta da Carlton Cuse di “Lost”, che non chiede al pubblico altro che lasciarsi andare all’adrenalina pura.

La trama è un inno alla resilienza e al coraggio: Ray Gaines (interpretato da Johnson), un pilota di elicotteri dei vigili del fuoco di Los Angeles, si ritrova ad affrontare il peggior incubo della West Coast: la faglia di San Andreas si risveglia con un terremoto di magnitudo 9, il più grande mai registrato. In questo scenario apocalittico, la sua missione più importante diventa salvare la sua ex moglie (Carla Gugino) e la figlia, Blake (interpretata da Alexandra Daddario), in un viaggio disperato da Los Angeles a San Francisco, mentre la terra si squarcia e onde gigantesche inghiottono ogni cosa.

Le scene di distruzione sono un vero e proprio spettacolo per gli occhi, un festival di effetti speciali che, nonostante il tempo trascorso, mantengono intatta la loro potenza. Chi ha visto il trailer ricorderà l’immagine iconica di Johnson che tenta di cavalcare un’onda di tsunami con una barca di salvataggio, una sequenza che da sola basta a far stringere i pugni sul divano. Nonostante un’accoglienza critica tiepida, con punteggi su Rotten Tomatoes che oscillano tra il 48% e il 52%, il film è stato un successo stratosferico al botteghino, incassando 475 milioni di dollari in tutto il mondo e rimanendo, per sette anni dalla sua uscita, il film originale live-action di Hollywood con il maggior incasso.

Ma perché questo ritorno inaspettato? Gli esperti di streaming suggeriscono che film come “San Andreas” rappresentano il “comfort food” cinematografico per eccellenza: pellicole con grande spettacolo, star di richiamo e trame semplici ma avvincenti, perfette per l’evasione. Netflix, con il suo algoritmo, è maestro nel riportare in auge titoli di catalogo, trasformando film “dimenticati” in successi virali. La carisma innegabile di The Rock e la “sfrenata distruzione in CGI di tutti i più grandi monumenti della West Coast”, come notato da una recensione del 2015 di “The Atlantic”, contribuiscono a questo fascino senza tempo.

In un certo senso, “San Andreas” non è solo un film catastrofico, ma una tappa fondamentale nella carriera di Johnson, un’opera che, pur non ambendo all’Oscar, ha cementato la sua immagine di eroe d’azione e ha preparato il terreno per i successi futuri. Oggi, dieci anni dopo, offre ai nuovi spettatori e ai fan di lunga data l’opportunità di rivivere un’avventura mozzafiato, dimostrando che alcune storie, e alcune star come Alexandra Daddario, hanno il potere di risorgere e conquistare ancora una volta il cuore del pubblico.

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