Dalle stanze oniriche di 8½ ai saloni nobiliari del Gattopardo, fino ai teatri della commedia italiana: ogni film è stato un luogo da lei abitato, trasformato in eterno.
Il cinema perde oggi una delle sue figure più luminose. Claudia Cardinale è scomparsa a 87 anni, nella sua casa a Nemours, circondata dall’affetto dei suoi figli. Nata a Tunisi il 15 aprile 1938 da genitori siciliani, è diventata, negli anni Sessanta, non solo un volto celebre del cinema italiano, ma una vera icona che ha attraversato epoche, generi e continenti.
Claudia Cardinale non ha mai interpretato solo ruoli: ha incarnato alterità, portando sullo schermo la complessità delle donne. Il suo nome è legato a capolavori senza tempo: 8½ di Federico Fellini, dove la sua presenza – intensa e fragile – completa l’universo onirico del regista; “Il Gattopardo” di Visconti, dove diviene figura aristocratica e malinconica; “C’era una volta il West”, che la consegna all’immaginario occidentale con eleganza e aura tragica.
Ma la sua carriera non si è limitata al dramma e al cinema “alto”: ha saputo anche sorridere. I film comici nella sua filmografia rivelano un lato delicato, lieve, capace di giochi di sguardi e humour sospeso.
Tre straniere a Roma (1958)
Roma anni ’50, luminosa e caotica. In questa commedia diretta da Claudio Gora, Claudia interpreta Marisa accanto a Elsa Martinelli e Anna Maria Ferrero. Tre giovani donne straniere nella Capitale che rincorrono sogni e avventure, tra Vespe e amori improvvisi. Una cartolina di un’Italia che stava cambiando, dove il volto di Cardinale brilla già di promessa.
A Fine Pair – Ruba al prossimo tuo (1968)
Un gioco di specchi tra poliziesco e commedia romantica, diretto da Francesco Maselli. Ambientato tra Vienna e Roma, vede Claudia recitare accanto a Rock Hudson. Lui, detective dal fascino americano; lei, ladra elegante e irresistibile. Il film è un luogo di charme internazionale, un mix di equivoci, inseguimenti e glamour anni Sessanta.
La ragazza di Australia – Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata (1971)
Un titolo che sembra già una commedia da sé. Diretto da Luigi Zampa, con Alberto Sordi, è girato tra Roma e le periferie australiane. Claudia è una donna emigrata in cerca di stabilità e riscatto, che incontra il personaggio tragicomico di Sordi. Lontano dall’austerità dei grandi ruoli, qui Cardinale mostra leggerezza, ritmo comico e una tenerezza tutta sua.
Il comune senso del pudore (1976)
Luigi Comencini dirige un cast corale (Philippe Noiret, Florinda Bolkan, Adriana Asti) in una commedia satirica ambientata tra Milano e Roma. Cardinale veste i panni di una moglie borghese costretta a confrontarsi con l’Italia che scopriva il cinema erotico e la censura. Il film diventa un luogo di riflessione ironica sulla morale di un Paese intero.
Bankers Also Have Souls – I banchieri di Dio hanno l’anima? (1982)
Una produzione franco-italiana meno nota, ambientata in ambienti finanziari tra Parigi e Ginevra. Claudia interpreta con ironia una donna che mette in crisi la rigidità di un sistema dominato dagli uomini. Una commedia surreale, oggi da riscoprire, che testimonia la sua versatilità.
Claudia Cardinale fu regina di sguardi intensi, ma anche di sorrisi che sapevano alleggerire il peso delle storie. Se Il Gattopardo, 8½ e C’era una volta il West restano i palazzi solenni della sua carriera, le commedie sono piccole piazze, intime e rumorose, dove l’attrice si avvicina agli spettatori con delicatezza.
Oggi il cinema italiano perde una stella, ma i suoi film restano come luoghi abitati dalla sua voce calda, dalla sua ironia e dalla sua bellezza senza tempo.