Un fantasma si aggira per il Sud America. Un fantasma carico del peso di crimini indicibili, un nome che evoca l’orrore dell’Olocausto: Josef Mengele.

Kirill Serebrennikov, il regista russo dissidente acclamato a Cannes, torna con un film che promette di scuotere le coscienze: “The Disappearance of Josef Mengele”. E Variety ha l’esclusiva sul trailer e sulle vendite internazionali.

Tratto dall’omonimo romanzo bestseller di Olivier Guez, vincitore del prestigioso premio Renaudot nel 2017, il film ripercorre la fuga del medico nazista dopo la Seconda Guerra Mondiale. Dall’Argentina al Paraguay, passando per il Brasile, Mengele costruisce una nuova vita nell’ombra, orchestrando meticolosamente la sua scomparsa per sfuggire alla giustizia. Una storia vera, agghiacciante, che Serebrennikov porta sullo schermo con la potenza visiva e la profondità psicologica che lo contraddistinguono.

August Diehl, attore di calibro internazionale, veste i panni del famigerato Mengele, regalando un’interpretazione che si preannuncia intensa e disturbante. Il film, presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes, ha già conquistato distributori in tutto il mondo, dalla Francia alla Germania, dall’Italia al Giappone, a dimostrazione dell’interesse globale per questa storia controversa.

Ma cosa spinge un regista come Serebrennikov ad affrontare un tema così delicato? Nelle note di produzione, il regista si interroga sul destino dei criminali di guerra, sulla possibilità di una giustizia divina, sul concetto di karma e punizione. Domande che da sempre lo affascinano e che trovano nel romanzo di Guez un terreno fertile per l’esplorazione cinematografica. Serebrennikov rivela inoltre di aver ampliato la narrazione del libro, aggiungendo scene inedite, come i dialoghi tra Mengele e suo figlio, per approfondire la complessità del personaggio.

Kinology, la società parigina di Gregoire Melin, si occupa delle vendite internazionali, e il successo del film sembra già assicurato. Per Serebrennikov, questo film rappresenta un nuovo capitolo di una carriera segnata da successi e controversie. Dopo aver presentato quattro film in concorso a Cannes, tra cui “Limonov”, “Leto”, “Petrov’s Flu” e “Tchaikovsky’s Wife”, e dopo aver affrontato un lungo braccio di ferro con il governo russo, il regista torna a far parlare di sé con un’opera che promette di essere un evento cinematografico imperdibile.

Non resta che attendere l’uscita del film per scoprire come Serebrennikov ha saputo dare forma cinematografica a questa storia oscura e complessa. Una storia che ci obbliga a confrontarci con il passato e a riflettere sul significato di giustizia e responsabilità.

Di Martina Bernardo

Vengo da un galassia lontana lontana... Appassionata di cinema e serie tv anche nella vita precedente e devota ai Musical

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