Dal ricordo di Pippo Baudo alla poesia di Giorgia, fino alla rabbia necessaria di Fiorella Mannoia: le pagelle della serata finale della grande kermesse musicale di fine estate.
Sabato 13 settembre 2025 si è concluso su Rai Uno il secondo e ultimo appuntamento con i Tim Music Awards, la grande kermesse musicale di fine estate condotta dalla coppia ormai storica Carlo Conti e Vanessa Incontrada.
Nella cornice unica dell’Arena di Verona, sotto il cielo di settembre, si sono alternati i protagonisti più amati della musica italiana: voci che hanno fatto cantare generazioni, artisti capaci di incantare e sorprendere, e nuove energie pronte a farsi largo. Una serata intensa, fatta di ricordi, premi, spettacolo ed emozioni.
Ma chi ha lasciato davvero il segno e chi, invece, ha convinto meno? Ecco le nostre pagelle della serata finale dei Tim Music Awards 2025.
Le pagelle della serata:
Giorgia – voto: 9
La sua voce, da sempre riconosciuta come una delle più belle e potenti del panorama musicale italiano, ha letteralmente rapito l’Arena. Con Dardust al piano e un gruppo di archi, Giorgia ha presentato Golpe, brano in uscita la prossima settimana. Un momento sospeso, delicato e insieme fortissimo, che ha fatto dimenticare per qualche minuto il mondo esterno. La sua interpretazione ha ricordato a tutti perché Giorgia è considerata un’artista insuperabile: ogni nota è poesia, ogni parola vibra di intensità.
Fiorella Mannoia – voto: 8,5
Arriva con passo deciso e porta sul palco Il peso del coraggio. Non è solo una canzone, ma una dichiarazione, un manifesto. La Mannoia scandisce ogni parola con rabbia e determinazione, fino a lasciare l’Arena in silenzio, rapita. L’applauso esplode fragoroso e continua anche dopo il gesto finale: sventolare un fazzoletto con la bandiera della Palestina. Un atto che divide ma che non lascia indifferenti, espressione di un’artista che non ha paura di prendere posizione.
Vanessa Incontrada – voto: 8
Da conduttrice, ha mostrato ancora una volta la sua capacità di essere insieme leggera e coinvolgente. Ieri si è parlato molto del suo fascino e della sua forma smagliante, ma ciò che conta è la sua bravura nel dirigere una serata complessa, tra sorrisi spontanei e momenti emozionanti. La sua presenza sul palco è rassicurante e luminosa.
Carlo Conti – voto: 7,5
La sua eleganza è ormai un marchio di fabbrica. Ma il momento che ha lasciato il segno è stato il ricordo di Pippo Baudo, scomparso lo scorso 16 agosto. Parole misurate, autentiche, senza retorica: pura gratitudine verso un gigante della televisione. Un tributo che ha commosso senza forzature, con la semplicità che contraddistingue Carlo Conti.
Brunori Sas – voto: 7,5
Seduto al piano, con la sua L’albero delle noci, Dario Brunori ha portato un’intensità rara. Il pubblico lo ha seguito in religioso silenzio, dimostrando come la sua musica abbia finalmente conquistato un posto centrale nel panorama italiano. Il suo percorso, fatto di anni di gavetta e di conquiste lente ma solide, trova in questa esibizione una consacrazione poetica e meritata.
Anna – voto: 7,5
Esplosiva, giovane, piena di energia. Anna non ha paura di mostrarsi sfrontata e diretta, ma lo fa con una convinzione che conquista. La sua voglia di divertirsi sul palco è contagiosa: la performance diventa un gioco di forza e ironia, e l’Arena non può che seguirla.
Pooh & Umberto Tozzi – voto: 7
Due leggende della musica italiana, capaci di trasformare un’arena intera in un coro all’unisono. Non importa l’età o i gusti: quando partono i primi accordi di Chi fermerà la musica o di Gloria, tutto il pubblico canta. Non sono solo esibizioni, ma celebrazioni collettive, momenti di festa che rimangono impressi.
Laura Pausini – voto: 7
Con la sua consueta determinazione, porta in scena il nuovo disco Io canto. Ma è soprattutto il suo atteggiamento a colpire: «Non mi fermo e non ho intenzione di fermarmi», dice con forza. Non è solo musica, ma una dichiarazione d’identità. La Pausini convince con la sua grinta, quella “cazzimma” che la rende da sempre amata e odiata, ma mai indifferente.
Elodie & Irama – voto: 6
Un duetto che lascia sensazioni contrastanti. L’inizio, con Irama da solo, risulta debole, quasi anonimo. Ma quando entra Elodie, con la sua voce elegante e incisiva, tutto cambia: la performance prende vita, cresce, diventa interessante. Peccato per l’equilibrio mancante, che lascia un senso di incompiuto.
Achille Lauro – voto: 5
Un tempo provocatore e visionario, ora sempre più legato a sonorità melodiche tradizionali. Presenta il suo nuovo singolo, che conferma questa direzione meno incendiaria. Il pubblico lo segue, i numeri lo premiano, ma resta la sensazione che qualcosa si sia perso lungo il cammino. La speranza è che ritrovi presto quella scintilla che lo aveva reso unico.
I Tim Music Awards 2025 hanno chiuso l’estate con una serata che è stata insieme spettacolo, memoria e riflessione. L’Arena di Verona si è accesa di magia con Giorgia, si è lasciata scuotere dalla rabbia preziosa di Fiorella Mannoia, ha cantato all’unisono con i grandi classici dei Pooh e di Umberto Tozzi, ha abbracciato l’energia giovane di Anna e la grinta instancabile di Laura Pausini.
Un mosaico di emozioni e generazioni, che conferma quanto la musica italiana sia ancora capace di unire, sorprendere e far sognare. Un addio all’estate che resterà impresso nella memoria collettiva, tra applausi e canzoni destinate a durare.