No, non sto affatto scherzando! Quest’idea mi ha colpito come un fulmine nella Forza, perché è incredibile pensare a quanti personaggi, nati anche decenni dopo l’uscita del film, sembrano fatti apposta per vivere in quella galassia lontana lontana. E non sono il solo a pensarla così: in tanti ci siamo chiesti, con occhi sognanti, come sarebbe stato vederli brillare in quella pellicola leggendaria.

Per chi non mi conosce, lasciatemi dire una cosa: io sono un fan della prima ora. Avevo solo 16 anni quando entrai in sala per vedere Guerre Stellari… e ne uscii trasformato. Quel film non mi ha solo intrattenuto: mi ha rapito il cuore, acceso l’immaginazione, fatto sentire parte di qualcosa di immenso.

E sia chiaro fin da subito: della trama non toccherei nemmeno una virgola. È perfetta così com’è. Ma se potessi, ne allungherei la durata, aggiungerei momenti, dettagli, emozioni… e più sotto mi sono divertito a immaginare come.

Quanto agli attori, vorrei che fossero scelti i più somiglianti possibile agli originali, per rispettare quell’alchimia irripetibile. Ma c’è un’eccezione che non posso ignorare: Ewan McGregor. Per me, lui è Obi-Wan. Nessuno più di lui ha già inglobato il personaggio e potrebbe incarnare quel misto di saggezza, tormento e nobiltà già perfettamente espresso in altri prodotti.

E veniamo a noi…

La mia idea è semplice: mantenere intatta la struttura narrativa del film del 1977, ma inserire nuove sequenze ambientate principalmente su Yavin IV, la base della Ribellione. Qui potrebbero comparire personaggi come Kleya e Vel Sartha da Andor, Ahsoka Tano e la Phoenix Squadron guidata da Hera Syndulla, che in Rogue One sappiamo già essere presente nella base. Il loro ruolo non sarebbe invasivo, ma complementare: mostrerebbero il dietro le quinte della Ribellione, mentre Luke, Han e Leia vivono la storia che già conosciamo.

Quali sarebbero le parti aggiuntive?

Quando la Tantive IV viene intercettata da Vader, la Ribellione perde il contatto con Leia. In una nuova scena, Mon Mothma convoca Kleya, Vel e Hera per pianificare una missione di ricerca. La tensione è palpabile, e si percepisce quanto sia cruciale il ruolo di Leia per l’intera operazione.

Mentre R2-D2 e C-3PO vagano nel deserto, Ahsoka osserva da lontano. Non interviene, ma percepisce il movimento della Forza. È un momento poetico, che collega il passato dei Jedi con il futuro di Luke. Tutti ci siamo chiesti dove fosse durante gli eventi di A New Hope, ed eccola su Tatooine! Forse a dare una mano a un vecchio amico di tante battaglie, stanco e demoralizzato?

Durante una riunione su Yavin IV, Mon Mothma riceve un messaggio criptato da Fulcrum (Ahsoka). Kleya lo decifra e rivela che l’Impero sta cercando un droide con informazioni vitali (R2-D2). Questo spinge i ribelli a inviare Vel con una squadra su Tatooine alla ricerca di Leia, senza sapere che Fulcrum ha già messo in moto eventi che porteranno Luke da Obi-Wan.

Durante l’attacco alla Morte Nera, la Phoenix Squadron fornisce copertura agli X-Wing. Kleya coordina le comunicazioni dalla base. Non cambiano l’esito della battaglia, ma ne amplificano la portata.

Alla cerimonia di premiazione, tra la folla si intravedono Hera, Kleya e Vel, e anche Ahsoka, che nel frattempo ha raggiunto gli altri alla base. Un cenno tra Ahsoka e Luke chiude il cerchio, suggerendo che la sua storia è appena iniziata.

Un remake moderno offrirebbe anche l’opportunità di rendere le battaglie spaziali e i combattimenti con le spade laser più spettacolari e dinamici, sfruttando le tecnologie e le coreografie odierne, rendendo nuovamente la pellicola epica come lo fu quella del 1977. Il duello tra Darth Vader e Obi-Wan Kenobi, ad esempio, potrebbe essere reimmaginato con maggiore intensità emotiva e fisicità, mantenendo il significato simbolico ma elevandolo a livello epico. Sarebbe un modo per rendere giustizia al peso narrativo di quel confronto, senza tradire lo spirito originale.

Dai, su, adesso non mi infamate: mi sono solo divertito. Capisco perfettamente che ogni volta che si parla di rifare un capolavoro, due parole si scontrano: omaggio e sacrilegio.

Da un lato, un remake espanso di Una Nuova Speranza potrebbe essere un atto d’amore verso l’universo narrativo di Star Wars, un modo per celebrarne l’eredità e renderla ancora più ricca e coerente con le nuove generazioni di personaggi e fan. L’aggiunta di scene con Kleya, Vel, Hera o riferimenti a Fulcrum non altererebbe la struttura originale, ma la arricchirebbe, offrendo nuove prospettive e una visione più ampia della Ribellione.

Dall’altro lato, c’è il timore che toccare un’opera così iconica possa risultare irrispettoso. Episodio IV non è solo un film: è un simbolo, un punto di partenza, un mito fondativo. Per molti, modificarlo – anche solo visivamente – rischia di spezzare l’incantesimo, di trasformare la magia in esercizio di stile.

Il mio pensiero? Dipende tutto dall’intenzione. Se il remake nasce per stupire, per vendere, per cavalcare la nostalgia, allora sì, sarebbe sicuramente un passo falso. Ma se nasce per raccontare meglio, per unire epoche narrative, per dare profondità a ciò che già esiste, allora può essere un omaggio degno del nome Star Wars.

In fondo, ogni grande saga vive di riscritture. L’importante è che la Forza sia con chi decide di farlo.

Un remake di Una Nuova Speranza ci potrebbe stare… o sarebbe comunque blasfemia?

Se l’idea di un remake vi piace, divertitevi come ho fatto io a creare una sceneggiatura di base sulle modifiche che fareste per un eventuale rifacimento, sulla nostra nuova pagina Facebook:

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