Venti concerti in un mese, duecento spettatori a sera, settanta brani scelti tra i meno conosciuti del suo repertorio. È il cuore di Nevergreen, il documentario firmato da Stefano Pistolini, presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia e in sala dall’11 al 17 settembre come evento speciale di Nexo Studios. Un viaggio intimo, fatto di camerini, backstage, incontri e duetti preziosi con Malika Ayane, Zucchero, Elisa, Jovanotti e Luciano Ligabue.

Un De Gregori raccolto e lontano dalle grandi arene, che confessa:

«Nei concerti molte persone vengono per le hit, ma qualcuno avrebbe fatto volentieri a meno di quelle pur di ascoltare altri brani. Così ho pensato a questa serie di live per compiacere anche quel pubblico e, in fondo, me stesso. Amo alcune delle mie canzoni meno note più delle altre».

Pistolini racconta che il senso del film non era tanto nelle interviste, quanto nelle settimane trascorse accanto al cantautore: 

«Il filo narrativo è diventato la musica stessa, il suo monte infinito di canzoni. Quelle scoperte e riscoperte hanno finito per raccontare Francesco».

Non mancano le emozioni dei duetti: con Elisa, ad esempio, torna Quelli che restano, brano scritto da lei nel 2018 proprio per cantare insieme al Principe. 

«All’inizio mi proponeva pezzi di altri autori che non mi convincevano – sorride De Gregori – poi ha deciso di scriverne uno suo. Quel brano mi ha fulminato, è bellissimo. Con lei è sempre affascinante cantare».

Rimmel: il disco che compie 50 anni

Il 2025 segna anche il cinquantenario di Rimmel, l’album pubblicato nel gennaio 1975 che ha cambiato la storia della musica italiana. Il titolo, ispirato al trucco che maschera emozioni e sentimenti, diventa metafora perfetta di un disco che nasconde e rivela allo stesso tempo.

La canzone simbolo nacque in due momenti diversi: le strofe in un camerino Rai, l’inciso sei mesi dopo in un albergo milanese. Ne scaturì un brano intriso di malinconia, dove l’amore finito si traduce in parole che cercano di cancellare e confondere ricordi e alibi.

Ma Rimmel non è solo la title track. Dentro quell’album ci sono perle come Pablo, racconto struggente dell’emigrazione, e Buonanotte fiorellino, una ninna nanna poetica che continua a cullare intere generazioni.

Cinquant’anni dopo, Rimmel resta un capolavoro in grado di parlare al presente. Non è solo un disco, è un pezzo di memoria collettiva. E De Gregori, con il suo nuovo tour celebrativo, riporta quelle canzoni sul palco, per farle risuonare ancora, per consegnarle ai giovani e a chi le ha amate da sempre.

Il “Principe” della canzone italiana non ha mai amato il mainstream e continua a muoversi libero, fedele a se stesso e a quegli autori “non allineati” che hanno segnato la sua formazione, da Céline alla poesia che attraversa i suoi testi.

Dai palchi raccolti di Nevergreen alle platee del tour di Rimmel, Francesco De Gregori conferma la sua unicità: cantautore che non insegue mode ma crea epoche, custode di una musica che sa rimanere senza tempo.