Ci sono gesti che valgono più di mille parole, istantanee che sembrano rubate a una pellicola in bianco e nero e che invece accadono nel presente. A Telluride, tra le montagne del Colorado, Jeremy Allen White ha trasformato un semplice cartello in un momento di poesia. Un invito scritto a mano, rivolto a lui da un piccolo negozio di fiori, è bastato a trasformare un venerdì d’agosto in una scena che sembra appartenere a un film di altri tempi.

White, con il suo passo discreto e lo sguardo dietro gli occhiali scuri, è entrato da Flowers by Ella, rispondendo a quel richiamo gentile: “Hey Jeremy Allen White, abbiamo dei fiori per te.” Una comparsa quasi casuale che si è trasformata in simbolo. L’attore, già noto per il suo legame con il mondo floreale — spesso fotografato con bouquet tra le braccia, come se la sua immagine pubblica fosse inseparabile dall’idea di bellezza effimera e cura quotidiana — ha così regalato al pubblico un altro frammento della sua personale mitologia.

Ma non era soltanto il gesto. A fare da cornice c’era il Telluride Film Festival, dove White ha presentato Springsteen: Deliver Me From Nowhere, il biopic che racconta la genesi di Nebraska, l’album più intimo e spoglio di Bruce Springsteen. Due storie, quella del Boss e quella dell’attore, che s’incontrano sullo stesso terreno: l’arte come risposta al vuoto, come tentativo di dare forma ai fantasmi del passato. E mentre Springsteen, 75 anni, si mostrava accanto a lui come un’icona vivente, White sembrava incarnare la nuova generazione di interpreti capaci di vivere la fama senza rinunciare a gesti umani, semplici, quasi vulnerabili.

Forse non è un caso che Jeremy Allen White ami i fiori. Li raccoglie, li dispone, li condivide con le sue figlie la domenica mattina, trasformando un rito familiare in un atto di resistenza alla velocità del mondo. Nel suo cammino tra cinema, festival e red carpet, c’è sempre spazio per un bouquet: un segno di cura, di bellezza, di vita. E a Telluride, con un sorriso silenzioso davanti a un cartello improvvisato, Jeremy ha dimostrato ancora una volta che le storie più memorabili iniziano sempre con un dettaglio fragile. Come un petalo che cade, come un gesto che resta.

Di Martina Bernardo

Vengo da un galassia lontana lontana... Appassionata di cinema e serie tv anche nella vita precedente e devota ai Musical

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