A pochi giorni dall’uscita su Disney+ e Hulu della miniserie The Twisted Tale of Amanda Knox, le reazioni non si sono fatte attendere. Tra le più forti, quelle della famiglia di Meredith Kercher, la giovane studentessa inglese uccisa a Perugia nel 2007. Un dolore che, a distanza di quasi vent’anni, resta intatto e che oggi si riaccende di fronte a una produzione televisiva percepita come un’operazione di spettacolarizzazione e revisione della memoria.

L’avvocato Francesco Maresca, legale della famiglia Kercher, ha espresso senza mezzi termini il pensiero dei genitori e dei fratelli di Meredith: “Amanda Knox vuole chiaramente che questo caso continui… dobbiamo assistere a un tentativo di rimescolare le carte”.
Per i familiari, la serie rappresenta un racconto “indegno”, che mette al centro l’immagine di Amanda Knox e rischia di relegare la vera vittima, Meredith, a un ruolo marginale.

Anche l’ex magistrato Giuliano Mignini, che guidò le indagini sul delitto di Perugia, ha preso posizione. Ha parlato di “errori clamorosi” nella ricostruzione narrativa e ha rifiutato di collaborare con la produzione. Secondo Mignini, la serie riduce la complessità del caso e offre al pubblico un’immagine distorta, più attenta al racconto spettacolare che alla verità giudiziaria.

La critica internazionale appare spaccata. Alcuni recensori hanno apprezzato il tentativo di umanizzare Amanda Knox, sottolineando le pressioni mediatiche e giudiziarie a cui fu sottoposta. Molti altri, invece, denunciano un tono eccessivamente patinato e romanzato, che rischia di trasformare il dramma di Meredith Kercher in sfondo secondario di una narrazione centrata sulla figura di Knox.

Il delitto di Perugia resta, prima di tutto, la tragedia di una giovane donna e di una famiglia che ne porta ancora il lutto. La memoria di Meredith dovrebbe essere il cuore di qualsiasi racconto, e non un dettaglio sacrificato alle esigenze dello spettacolo.
La serie appare invece come un nuovo palcoscenico per Amanda Knox, capace di riaccendere le polemiche ma non di rendere giustizia a chi ha perso la vita.
La domanda, inevitabile, resta aperta: stiamo davvero raccontando questa storia con dignità e verità, o stiamo piegando la memoria di Meredith alle logiche dell’intrattenimento?

Di Martina Bernardo

Vengo da un galassia lontana lontana... Appassionata di cinema e serie tv anche nella vita precedente e devota ai Musical

Lascia un commento