Il regista di Solo: A Star Wars Story Ron Howard ha spiegato perché la Lucasfilm lo ha assunto per sostituire Phil Lord e Chris Miller alla regia del film, rivelando che “fin dall’inizio c’era una discrepanza nel tono”.
Solo: A Star Wars Story prometteva di svelare le origini di Han Solo e, con Phil Lord e Chris Miller, registi di The LEGO Movie e 21 Jump Street, alla guida, tutto faceva presagire un ottimo inizio per la serie di spin-off incentrati sui personaggi pianificata dalla Lucasfilm.
Lord e Miller sono stati licenziati durante le riprese a causa di divergenze creative con lo studio. Kathleen Kennedy si è quindi rivolta a Ron Howard per raddrizzare la situazione e, sebbene alcune delle idee e delle scene del duo di registi siano state mantenute, il risultato è stato per lo più un film di Howard.
La risposta dei fan e della critica è stata relativamente tiepida (il film ha incassato solo 392 milioni di dollari al botteghino mondiale), anche se sono in molti a sperare che la Lucasfilm realizzi Solo 2. Purtroppo, dato che il risultato di Solo ha portato all’abbandono dei piani per altri film della serie “A Star Wars Story”, ciò sembra improbabile.
In un’intervista a Vulture, Howard ha parlato dell’incontro con Kennedy e lo sceneggiatore Jonathan Kasdan per discutere della possibilità di prendere le redini del progetto in difficoltà.
“In sostanza mi hanno detto: ‘Siamo giunti a un punto morto con Lord e Miller. Saresti disposto a sostituirli?’” ha ricordato Howard. “Ho guardato alcune scene montate e ho capito cosa li infastidiva. C’era uno studio che apprezzava la sceneggiatura così com’era e voleva un film di ‘Star Wars’, ma fin dall’inizio c’era una discrepanza nel tono e non erano convinti che il lavoro di Phil e Chris funzionasse”.
“Non potevo giudicare perché non avevo visto abbastanza per poterlo fare. Ma loro ne erano sicuri”, ha continuato Howard. “Una volta che ho detto: ‘Ok, penso di poter scrivere questa sceneggiatura e penso di capire cosa volete da essa’, mi hanno risposto: ‘Vorremmo rigirare molte scene’.Ho guardato tutto il film e poi ho sottolineato alcune cose che mi sembravano fantastiche“.
”E Phil e Chris sono stati incredibilmente gentili durante tutto il processo“, ha osservato. ”Vedevano semplicemente due film diversi. Quindi sono arrivato, mi sono divertito un mondo, ma non c’è nulla di personale in quel film. È solo un peccato. Non vedo l’ora di vedere il prossimo film di Phil e Chris”.
In altre parole, Solo: A Star Wars Story è finito per essere un film realizzato da un comitato (ovvero su richiesta dello studio), invece di quello che avrebbe potuto essere un approccio nuovo, unico e fantasioso al personaggio e a questa Galassia lontana lontana dal duo del Spider-Verse. Anche l’osservazione di Howard secondo cui “non c’è nulla di personale” nel prodotto finale sembra significativa.
Tuttavia, dopo aver accettato il lavoro, Howard sapeva a chi rivolgersi per un consiglio: il suo amico di lunga data e creatore di Star Wars, George Lucas. Quest’ultimo gli ha dato un solo consiglio: “Non dimenticare che è per ragazzini di 12 anni”.
Peccato che “Solo: A Star Wars Story” non abbia avuto il successo che meritava. Da parte nostra è un prodotto molto valido ma, come si evince anche dalle parole di Howard, ha pagato la “prepotenza” di personaggi che all’epoca non lasciavano tutta la creatività a sceneggiatori e registi, o di voler fare per forza qualcosa di diverso, scelta che ha ottenuto solo il gradimento più basso per i prodotti del franchise e perso la fiducia di buona parte del fandom. Per fortuna sembra che adesso abbiano capito gli errori fatti e si sta vedendo un cambiamento di rotta, come accaduto con Andor. Se siete tra quelli che si sono fatti condizionare dal momento e vi siete rifiutati di vederlo, recuperate subito “Solo: A Star Wars Story“, merita assolutamente di essere visto.