Ritorna nei cinema italiani nella settimana dal 13 al 20 agosto uno dei capolavori più iconici dello Studio Ghibli, “Il castello errante di Howl”.
In un regno immaginario sull’orlo di una guerra, Sophie una ragazza di 18 anni, lavora nella boutique di cappelli che suo padre le ha lasciato prima di morire. Un giorno, mentre sta andando in pasticceria a trovare sua sorella minore Lettie, viene importunata per strada da due soldati. A correre in suo aiuto arriverà il mago Howl, il quale prova una certa attrazione per la ragazza. Tornata in negozio Sophie verrà trasformata in una donna anziana dalla Strega delle Lande che da molto tempo brama il cuore del mago. Questo avvenimento la spingerà ad iniziare un viaggio per cercare di tornare al suo aspetto originario dove attraverso l’incontro di nuovi personaggi e del castello errante di Howl scoprirà verità nascoste sul mago misterioso.
Una delle chiavi di lettura più importanti per poter comprendere la pellicola del maestro Miyazaki uscita nel 2004 è il conflitto tra aspetto esteriore e animo interiore. Tutti i personaggi più importanti nascondono qualcosa che non è visibile se ci si ferma all’aspetto esteriore. Sophie è una giovane ragazza modesta e insicura. Crede di dover fare la cappellaia per tutta la vita solo per rispettare il volere di suo padre e per adempiere a questo compito rimane a lavorare nel negozio mentre le sue coetanee escono fuori per svagarsi. All’inizio della storia Sophie è giovane fuori ma vecchia dentro. Solo dopo la trasformazione in anziana signora, libera dalle convenzioni sociali in cui si sentiva intrappolata, riuscirà a tirare fuori coraggio e forza d’animo. Durante la pellicola la vedremo ringiovanire in momenti dove acquisirà sicurezza in se stessa e invecchiare dove questa sicurezza verrà a mancare.
La sua vera età non è quindi una questione di apparenza ma di percezione di sé. Anche il mago Howl che inizialmente sembra il classico principe delle fiabe bello, sicuro e impavido, è in realtà un codardo, vanitoso e viziato che ha venduto il proprio cuore al demone Calcifer per sfuggire alle responsabilità ma soprattutto al terrore della guerra e dei suoi nemici come la Strega delle Lande e la maga Suliman (ex insegnante di Howl che ha intenzione di manipolare la guerra con il suo potere). Questo contrasto interiore viene rafforzato anche esteriormente quando da mago bello e affascinante si trasforma in una creatura mostruosa simile a un corvo.
Howl diventerà un eroe e riuscirà a trovare il coraggio dentro se stesso solo quando incontrerà qualcuno da difendere ovvero Sophie di cui ora è perdutamente innamorato. In una società di stampo patriarcale come la nostra il mago Howl porta sullo schermo un ottimo esempio di rappresentazione maschile, mostrandosi debole, insicuro e codardo senza essere deriso o considerato “non abbastanza uomo” nel contesto in cui si muove. Attraverso simbolismi, metafore e un’animazione vivace e spettacolare, “Il castello errante di Howl” ci ricorda che è importante scoprire cosa si cela dietro le apparenze e che il coraggio non nasce naturalmente dentro di noi ma va ricercato nell’amore verso il prossimo.