l’unico vero colpo di scena è resistere fino ai titoli di coda.
La guerra dei mondi (2025), diretto da Rich Lee, si presenta come un tentativo di modernizzare il celebre romanzo di H. G. Wells reinventando l’invasione aliena attraverso lo schermo di un quotidiano agente della sicurezza informatica: un concept che poteva risultare interessante ma che, in esecuzione, si rivela sterile e privo di impatto emotivo. Partecipazioni note, da Ice Cube a Eva Longoria, non bastano a salvare una sceneggiatura superficiale e piatta: la recitazione è spesso poco credibile, la trama sembra un insieme di idee abbozzate e pretestuose e la fotografia non riesce a infondere alcuna epicità reale alla narrazione.
La struttura “screenlife”, basata su schermate di videoconferenze e monitor, finisce per soffocare ogni tensione, trasformando un potenziale sci-fi claustrofobico in una lezione tecnica senz’anima.
Il risultato è una visione in cui la tecnologia, piuttosto che essere strumento narrativo, diventa barriera: l’invasione aliena, raccontata tramite messaggini e telecamere, perde slancio e fascino, mentre restano solo spunti isolati su privacy e sorveglianza che non riescono a reggere la visione globale e questo è un vero peccato.
Ma questa sembra sia una impressione generale visto Rotten Tomatoes lo ha accolto con un devastante 0 %, salito appena al 3 %.