Tra nostalgia, arte e amore fraterno, un attore si guarda allo specchio e sceglie la verità.

C’è qualcosa di malinconico e bellissimo negli scatti realizzati da Isabella Elordi.

Forse perché non sono solo fotografie: sono sguardi d’infanzia che si ritrovano, pezzi di un tempo che Jacob ha lasciato per rincorrere i riflettori, e che ora si fa strada, silenzioso, nei suoi occhi.

Jacob Elordi, dopo i ruoli intensi e contraddittori di Euphoria e Saltburn, abbandona l’America sfavillante per tornare a casa. Ma non solo a casa come luogo geografico: torna in quella dimensione più fragile, più vera, dove essere fratello, figlio, uomo, significa non avere maschere.

Sul set australiano della miniserie The Narrow Road to the Deep North, tratto dal romanzo di Richard Flanagan, Jacob interpreta Dorrigo Evans, un uomo diviso tra amore e guerra, luce e colpa. Ma è fuori dal set che si consuma la trasformazione più potente: quella di un attore che si lascia ritrarre dalla sorella, come se la macchina fotografica fosse un diario di famiglia.

“Lei è la prima vera artista che abbia incontrato”, dice Jacob, parlando di Isabella.

E in quella frase c’è più che stima: c’è la tenerezza di un ragazzo cresciuto tra le braccia della sua famiglia, che oggi riconosce nell’arte un linguaggio affettivo, una forma di cura.

Elordi incarna così una nuova idea di mascolinità: non più scolpita nell’arroganza, ma nella vulnerabilità. Una mascolinità che sa piangere, sorridere con dolcezza, rientrare nei luoghi dell’anima senza paura di sembrare meno forte.

Non c’è più bisogno di eroi invincibili. C’è bisogno di uomini che sappiano ascoltare, che si lascino guardare senza vergogna.

Le immagini che accompagnano l’intervista non hanno il filtro della posa patinata. Sono sussurri.

Jacob appare quasi stanco, ma è una stanchezza dolce: quella di chi ha smesso di rincorrere un ruolo, per iniziare finalmente a interpretare sé stesso.

E allora sì, forse è proprio questo il nuovo volto della mascolinità: quello di un uomo che torna fratello, che si lascia immortalare non da un magazine, ma dallo sguardo di chi lo conosce davvero.

Come a dire: prima di essere icona, ero solo Jacob. E lo sono ancora.

Un frammento di intimità che diventa universale. Una poesia visiva che parla anche di noi. Perché a volte, per ritrovarsi, basta tornare a casa. O guardarsi con occhi che ci amano da sempre.

Fonte: Vanity Fair Italia 

Di Martina Bernardo

Vengo da un galassia lontana lontana... Appassionata di cinema e serie tv anche nella vita precedente e devota ai Musical