Non è solo una fiction, Gerri—diretta da Giuseppe Bonito e prodotta da Cattleya con Rai Fiction—è un racconto che si intreccia con le pietre antiche, i vicoli silenziosi, le luci del sud. È il battito lento e profondo della Puglia che si fa scena, respiro e memoria.
Al centro della narrazione, l’ispettore Gregorio Esposito (Giulio Beranek) si muove tra trame oscure e paesaggi che sembrano usciti da un sogno lucido. Ma è la terra stessa a diventare protagonista: un personaggio silenzioso ma potente, che accompagna ogni sussurro, ogni ombra.
Andria e Trani: dove il mistero affonda le radici
Tra le mura solenni del Palazzo Ducale e il labirinto del centro storico di Andria, la fiction trova la sua anima più nascosta. La cisterna sotterranea, silente e sospesa nel tempo, diventa teatro di suggestioni profonde, quasi gotiche, perfette per i segreti che la trama custodisce.
Trani, con la sua cattedrale che si specchia nel mare e il Castello Svevo che sfida il tempo, offre scorci di bellezza drammatica. Via Beltrani, piazza Re Manfredi, via Statuti Marittimi: ogni angolo è un frammento di poesia visiva, che dona alla serie la sua inconfondibile intensità.
Barletta e Molfetta: pietra, mare e memoria
Il lungomare “Pietro Mennea” a Barletta, lambito dal vento salmastro, e la Cattedrale di Santa Maria Maggiore custodiscono la dimensione più concreta della serie: la realtà dell’indagine, del crimine, della verità da inseguire. L’ex caserma della Polizia Locale si trasforma in Questura, cuore operativo delle indagini di Gerri, che qui trova il suo centro nevralgico.
A Molfetta, invece, il Convento della Madonna dei Martiri avvolge la narrazione in un’aura di sacralità antica. Qui, tra silenzi e spiritualità, la fiction tocca corde più intime, più profonde.
Bisceglie, Margherita di Savoia e Minervino Murge: i confini dell’anima
Bisceglie si offre con il suo cuore antico e pulsante: il centro storico, l’area portuale, le case che raccontano vite passate. Un contesto che amplifica l’autenticità della storia, aggiungendovi spessore e verità.
Poi arrivano le saline e il porto canale di Margherita di Savoia: distese bianche, acque immobili, cieli larghi. Una bellezza sospesa, quasi irreale, che regala alla serie momenti di pura suggestione visiva.
Infine, Minervino Murge, con il quartiere “La Scesciola” e la Grotta di San Michele Arcangelo, ci accompagna in una dimensione quasi mistica. Qui, tra pietra e preghiera, il mistero si fa più profondo, più umano, e ci avvicina al cuore segreto del protagonista.