Certe volte non servono parole per annunciare un ruolo. Basta un abito.

Barry Keoghan lo sa bene, e al Met Gala 2025 ha scelto di raccontare il futuro con stoffa, dettagli e suggestione. È lui il prossimo Ringo Starr, e se qualcuno aveva ancora dubbi, gli è bastato vederlo attraversare la scalinata del Metropolitan per capire che sì — il viaggio è già iniziato.

Valentino ha confezionato per lui un abito che sembra uscito da un sogno psichedelico filtrato attraverso l’eleganza. L’ispirazione è chiara: le leggendarie uniformi di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, ma declinate in tonalità scure, malinconiche, come se i colori vivaci dell’originale avessero attraversato la notte.

Fiori ricamati si arrampicano sui polsini come promesse d’altri tempi, e file di cristalli cuciti a mano brillano sulle maniche con la grazia di una notte stellata.

Alla vita, una sciarpa rossa di seta: gesto teatrale, segno distintivo. Ai piedi, scarpe lucidissime con un tacco importante — perché anche i dettagli parlano, e lui li lascia parlare forte.

Keoghan non interpreta, incarna. Non è la prima volta: per Masters of the Air non abbandonava la giacca da volo; per Billy the Kid, aveva già lo sguardo e la postura da fuorilegge. Stavolta, è un Beatle in divenire. E lo dimostra su un red carpet che, più che passerella, sembra un palcoscenico.

È l’ultima tappa di una moda che racconta: Margot Robbie e Ryan Gosling hanno giocato con Barbie, Timothée Chalamet e Zendaya hanno viaggiato con Dune, Aaron Taylor-Johnson ha portato Kraven tra i flash e i riflettori.

Il Met Gala, più che un evento, è ormai un racconto collettivo, un luogo dove il cinema incontra la moda, e la cultura pop si fa mito.

E se volete entrare anche voi nella leggenda, ricordate: non basta vestirsi bene.

Bisogna vestirsi come se si avesse qualcosa da dire.

Come un Beatles prima del concerto.

Di Martina Bernardo

Vengo da un galassia lontana lontana... Appassionata di cinema e serie tv anche nella vita precedente e devota ai Musical