Tra moda, romanticismo e leggerezza dichiarata, la comfort series per eccellenza torna a Parigi

Con la quinta stagione, Emily in Paris torna su Netflix senza cambiare pelle, ma confermando la propria identità. La serie creata da Darren Star prosegue il racconto della vita parigina di Emily Cooper tra lavoro, relazioni sentimentali e un’estetica sempre più vicina al mondo dei social che a quello della realtà. Criticata, amata, discussa, Emily in Paris continua a essere uno dei titoli più riconoscibili della piattaforma, capace di dividere pubblico e critica ma anche di conquistare milioni di spettatori stagione dopo stagione.

La quinta stagione non rivoluziona la struttura narrativa della serie, scegliendo piuttosto di restare fedele a una formula ormai consolidata. Emily è ancora impulsiva, idealista e spesso inconsapevole delle conseguenze delle proprie scelte, sia sul piano professionale che su quello emotivo. Le dinamiche amorose continuano a occupare uno spazio centrale, muovendosi tra ritorni di fiamma, incomprensioni e nuove possibilità che sembrano riproporre schemi già visti.

A emergere con maggiore forza sono, ancora una volta, i personaggi secondari. Sylvie si conferma il volto più complesso e affascinante della serie, capace di incarnare una femminilità adulta, cinica e stratificata, in netto contrasto con l’ingenuità della protagonista. Anche il mondo del lavoro, pur restando volutamente semplificato, offre alcuni spunti interessanti sul rapporto tra creatività, immagine e successo nell’era digitale.

La moda resta un elemento narrativo fondamentale: gli outfit di Emily sono eccessivi, spesso irrealistici, ma perfettamente coerenti con l’universo visivo della serie. Emily in Paris continua a raccontare una Parigi idealizzata, filtrata attraverso lo sguardo dei social media, trasformando la città in uno scenario da sogno più che in un luogo reale. È una scelta consapevole, che conferma la natura escapista dello show.

Emily in Paris 5 non cerca di maturare né di sorprendere, ma di restare fedele a se stessa. È una serie che vive di leggerezza, colori e romanticismo, pensata per intrattenere senza chiedere troppo allo spettatore.

Pur ripetendo alcuni dei suoi limiti storici, continua a funzionare come comfort series, capace di offrire un’evasione elegante e spensierata in un panorama televisivo sempre più complesso. Emily in Paris resta così: imperfetta, patinata, discutibile, ma irresistibilmente riconoscibile.

Di Martina Bernardo

Vengo da un galassia lontana lontana... Appassionata di cinema e serie tv anche nella vita precedente e devota ai Musical