Non è ogni giorno che un attore può dire di aver pilotato un aereo da trasporto militare. Eppure Karolina Wydra, protagonista della nuova serie Apple TV+ “Pluribus” creata da Vince Gilligan, ha fatto esattamente questo.

E non si è fermata lì: ha anche manovrato un escavatore, guidato motorini e svolto una serie di acrobazie che lasciano senza fiato, il tutto per dare vita a Zosia, uno dei personaggi più enigmatici e affascinanti della produzione. In “Pluribus”, Rhea Seehorn interpreta Carol Sturka, una protagonista non convenzionale che si confronta con Zosia, la portavoce di una mente alveare collettiva che non riconosce gerarchie ma opera come un unico organismo perfettamente coordinato. Zosia viene scelta per mettere a proprio agio Carol perché somiglia all’eroina pirata della prima bozza del suo romanzo fantasy, una strategia che funziona in parte, addolcendo il carattere altrimenti abrasivo della donna. Ma dietro quella dolcezza si cela qualcosa di più complesso: Zosia rappresenta una coscienza condivisa, possibilmente di origine aliena, incapace di rivendicare un’identità individuale.

La scena introduttiva del personaggio nella seconda puntata è un capolavoro di tensione visiva. Vediamo Zosia entrare in un C-130, un versatile aereo militare a quattro motori utilizzato per operazioni di ricerca e soccorso, trasporto truppe e persino missioni di evacuazione medica. La osserviamo sistemarsi, allacciare la cintura di sicurezza, premere i pulsanti giusti, avviare i motori e decollare con una naturalezza disarmante. Quello che non sappiamo, fino a quando Wydra non lo rivela in un’intervista a Collider, è che quella sequenza è stata girata davvero, senza trucchi digitali o stuntman.

“Ho fatto taxi con il C-130, davvero,

racconta l’attrice con un entusiasmo palpabile.

“All’inizio i piloti non erano sicuri. Erano un po’ nervosi all’idea che lo facessi io. Dopo un giorno di prove, mi hanno spiegato come funzionava l’aereo, i pulsanti, i motori, tutto. Hanno avuto abbastanza fiducia in me da dirmi: ‘Va bene, fallo’. È davvero incredibile. Non avrò mai più l’occasione di rifare una cosa del genere.”

La preparazione è stata meticolosa. Wydra ha lavorato a stretto contatto con piloti professionisti per comprendere i fondamenti della manovra di un aereo militare, studiando ogni gesto, ogni movimento, ogni dettaglio tecnico. L’obiettivo non era solo eseguire la sequenza in modo credibile, ma incarnare l’idea stessa dell’alveare: una collettività che possiede la memoria muscolare di essere “la migliore delle migliori” in tutto ciò che intraprende. Quando Zosia sale su un escavatore o su un aereo, non cerca i pulsanti, non esita. Semplicemente agisce, come se avesse compiuto quel gesto milioni di volte.

Questa filosofia ha guidato anche un’altra scena cruciale, in cui Zosia aiuta Carol a seppellire la sua amante Helen, interpretata da Miriam Shor, utilizzando un escavatore con efficienza chirurgica.

“Mi piacciono gli escavatori,”

confessa Wydra con un sorriso.

“Ho fatto tantissime prove per tutto. Quando sali su un escavatore, su un motorino o qualsiasi altra cosa, devi farlo senza sforzo, senza guardare. È solo una sensazione, come se lo avessi fatto dentro di te milioni di volte.”

Per prepararsi, l’attrice ha parlato con professionisti che manovrano escavatori quotidianamente, osservando come si comportano, come si allacciano le cinture, come si muovono nello spazio ristretto della cabina. Ogni dettaglio è stato assorbito e tradotto in innumerevoli sessioni di prova, fino a quando i movimenti non sono diventati una seconda natura. Il risultato sullo schermo è una danza ipnotica di precisione e controllo, dove ogni gesto di Zosia trasmette la perfezione innaturale dell’alveare.

Ma cosa rende Zosia così speciale come personaggio? È il contrasto. È dolce e crudele allo stesso tempo, ciclando costantemente tra comportamenti che includono tenerezza, ipocrisia, coraggio e una benevolenza ingannevole. La sua importanza narrativa è direttamente collegata al modo in cui Carol sceglie di percepirla, e questa dinamica crea una tensione emotiva che permea ogni loro interazione. L’alveare non crede nella gerarchia, eppure Zosia emerge come figura centrale, un paradosso incarnato che sfida le nostre nozioni di identità e individualità.

Come coscienza condivisa, possibilmente di origine extraterrestre, l’alveare opera secondo una moralità che non può essere compresa attraverso gli standard umani. Questo rende Zosia simultaneamente affascinante e inquietante, un personaggio che suscita empatia e diffidenza in egual misura. Wydra riesce a navigare questa complessità con una performance stratificata che è tanto fisica quanto emotiva, dove ogni stunt eseguito diventa una metafora della perfezione aliena e dell’assenza di paura.

L’esperienza di pilotare un C-130 militare rimane il momento culminante della sua avventura su “Pluribus”, un’opportunità irripetibile che pochi attori potranno mai vantare. Ma è l’intera costruzione del personaggio di Zosia a testimoniare la dedizione dell’attrice e la visione ambiziosa di Vince Gilligan, che continua a spingersi oltre i confini della narrazione televisiva convenzionale.

“Pluribus” è disponibile in streaming su Apple TV+, dove gli spettatori possono ammirare non solo le prodezze tecniche di Karolina Wydra, ma anche immergersi in una storia di fantascienza che esplora la natura della coscienza, dell’identità e di cosa significhi veramente essere umani di fronte a qualcosa che trascende la nostra comprensione.

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