Nel vasto universo dei film natalizi, dove commedie e drammi si moltiplicano come fiocchi di neve in una tempesta di dicembre, esiste un film che ha ridefinito il genere: “Elf”.

Diretto da Jon Favreau nel 2003, questo capolavoro con Will Ferrell nei panni di Buddy ha conquistato generazioni con la sua miscela perfetta di innocenza, umorismo e magia natalizia. Ma cosa accade quando hai visto “Elf” così tante volte da sapere a memoria ogni battuta su spaghetti allo sciroppo e alberi di Natale decorati?

La buona notizia è che il DNA cinematografico di “Elf” vive in molti altri film, ciascuno con la propria personalità ma tutti accomunati da quello stesso calore che fa brillare gli occhi come lucine sull’albero. Dalla prospettiva infantile al cinismo che si scioglie come neve al sole, dall’incontro tra mondi diversi alla riscoperta dello spirito natalizio, questi dieci film rappresentano il meglio del cinema delle feste. Ecco, senza un ordine particolare ma con la stessa passione con cui Buddy abbraccia chiunque incontri, le pellicole che dovrebbero essere nella playlist natalizia di chiunque ami “Elf”.

Iniziamo con A Christmas Story, un classico del 1983 che condivide con “Elf” quella dolcezza innocente capace di sciogliere anche il cuore più freddo. Raccontato interamente dal punto di vista del piccolo Ralphie, interpretato da Peter Billingsley, il film ci immerge nell’America suburbana dell’Indiana durante il mese di dicembre. Come Buddy, anche Ralphie vive il Natale con gli occhi spalancati dalla meraviglia, ma il suo obiettivo è molto più terreno: ottenere un fucile BB Red Ryder, nonostante tutti gli avvertimenti che potrebbe “cavarsi un occhio”.

Il film di Bob Clark è un mosaico di momenti iconici: la lampada a forma di gamba femminile vinta dal padre di Ralphie in un concorso, la lingua dell’amico Flick che si attacca a un palo ghiacciato, l’incontro traumatico con Babbo Natale al centro commerciale. Ogni vignetta costruisce un ritratto nostalgico ma vivissimo dell’infanzia e delle sue ossessioni natalizie. Quando Ralphie finalmente scarta il regalo dei suoi sogni la mattina di Natale, nonostante quasi si cavi davvero un occhio e calpesti i suoi occhiali, la sua gioia è così pura da ricordarci perché amiamo questo periodo dell’anno. Non sorprende che il film sia diventato così amato da generare un sequel quasi quarant’anni dopo, “A Christmas Story Christmas”.

Se “Elf” è la storia di qualcuno che lascia il Polo Nord per scoprire il mondo reale, The Santa Clause del 1994 è esattamente il contrario. Tim Allen interpreta Scott Calvin, un padre mediocre che non crede più in Babbo Natale, anche se vorrebbe che suo figlio Charlie, interpretato da Eric Lloyd, continuasse a farlo. La vigilia di Natale, Scott spaventa involontariamente un uomo vestito da Babbo Natale sul suo tetto, causandone la caduta mortale. Spinto da Charlie, Scott indossa il costume rosso, attivando senza saperlo “La Clausola di Babbo Natale”, un contratto magico che lo obbliga ad assumere tutti i doveri del vecchio Santa.

Quello che inizia come un presunto sogno vivido si trasforma gradualmente in realtà: Scott aumenta di peso, la sua barba cresce in modo incontrollabile e sviluppa un inspiegabile amore per il latte e i biscotti. Il film è “Elf” al contrario: mentre Buddy si sposta dal Polo Nord a New York per vivere tra gli umani, Scott abbandona la sua vita normale per trasferirsi al Polo Nord tra gli elfi. Entrambi i personaggi scoprono di essere incredibilmente bravi nei loro nuovi ruoli, e entrambe le storie ci ricordano che a volte dobbiamo perdere le nostre certezze per trovare il nostro vero scopo. Il successo del film ha generato un’intera franchise, testimonianza del suo impatto duraturo sulla cultura natalizia.

Per chi ama Will Ferrell e vuole rivederlo in un contesto natalizio completamente diverso, Spirited del 2022 offre un’esperienza sorprendentemente ricca. Questo musical reinventa “A Christmas Carol” di Charles Dickens con Ferrell nei panni del Fantasma del Natale Presente e Ryan Reynolds come Clint Briggs, un consulente mediatico cinico ritenuto “irredimibile” dalle autorità spirituali. Il film gioca intelligentemente con la filmografia natalizia di Ferrell: c’è persino una scena in cui il suo personaggio deride qualcuno vestito da Buddy, definendo il costume “stupido”, in un momento di meta-ironia che farà sorridere i fan.

Nonostante sia più serio di “Elf”, “Spirited” viene alleggerito da numeri musicali elaborati firmati dai vincitori di EGOT Benj Pasek e Justin Paul. Ferrell rivela che il suo personaggio era una volta Ebenezer Scrooge, l’unico altro caso “irredimibile” che il programma di redenzione degli spiriti sia riuscito a salvare. Anche se la redenzione di Clint non è completa come quella di Scrooge, il viaggio è pieno di canzoni coinvolgenti e coreografie spettacolari che dimostrano come anche i cinici più incalliti abbiano un lato vulnerabile pronto a emergere.

Cambiando completamente registro, The Ref del 1994 è un film natalizio decisamente non adatto ai bambini, ma che nasconde un cuore sorprendentemente tenero sotto la sua scorza cinica. Denis Leary interpreta Gus, un ladro che prende in ostaggio una coppia in perenne litigio, Lloyd e Caroline Chasseur, interpretati da Kevin Spacey e Judy Davis, nella notte della vigilia di Natale. Dopo che il suo complice fugge con l’auto, Gus deve trovare un modo per uscire dalla situazione senza attirare l’attenzione della polizia, proprio mentre la famiglia allargata di Lloyd si riunisce per la cena natalizia.

Il film è una commedia nera brillante, con momenti come Gus che colpisce un uomo vestito da Babbo Natale o i nipoti di Lloyd e Caroline che legano allegramente la loro nonna. Leary porta tutto il suo talento da “ranter” professionale, ma il film trova comunque spazio per momenti di genuina dolcezza. Come “Elf”, “The Ref” esplora l’idea che il Natale possa trasformare anche le situazioni più assurde in opportunità di connessione umana, anche se in questo caso la trasformazione passa attraverso insulti creativi e situazioni al limite dell’assurdo.

Tornando al territorio dell’animazione, perfettamente adatto all’energia cartoonesca di Buddy the Elf, troviamo Arthur Christmas del 2011, una coproduzione tra Sony Pictures Animation e Aardman Animations. Il film ci porta dietro le quinte dell’operazione natalizia più tecnologicamente avanzata che si possa immaginare: un Polo Nord ultra-moderno dove la consegna dei regali è un’impresa militare coordinata da computer all’avanguardia e un’armata di elfi efficienti.

La storia segue Arthur, il figlio goffo e ottimista di Babbo Natale, che scopre che un regalo è stato dimenticato durante la consegna della vigilia. Mentre suo padre Steve, l’erede designato, e il nonno pensionato discutono su procedure e tradizioni, Arthur decide di intraprendere una missione impossibile per consegnare quel singolo regalo prima dell’alba. Come Buddy, Arthur possiede un’innocenza incrollabile e la convinzione che ogni singolo bambino meriti la magia del Natale. L’animazione Aardman porta quella qualità artigianale e quel cuore che rendono il film visivamente distintivo e emotivamente risonante, dimostrando che anche nell’era della tecnologia, lo spirito natalizio rimane fondamentalmente umano.

Questi cinque film rappresentano solo l’inizio di un viaggio attraverso il cinema natalizio che condivide il DNA di “Elf”. Ognuno di essi cattura un aspetto diverso di ciò che rende speciale il capolavoro di Jon Favreau: l’innocenza che sfida il cinismo, la magia che irrompe nella quotidianità, la famiglia che si ritrova attraverso le difficoltà, e quella sensazione indescrivibile che solo il Natale sa regalare. Sono film che, come una tazza di cioccolata calda in una sera fredda o come lo sciroppo sui noodles di Buddy, scaldano il cuore e ci ricordano perché continuiamo a credere nella magia delle feste, indipendentemente dalla nostra età.

Che tu sia un adulto che cerca di riconnettersi con il bambino che è stato o un genitore che vuole trasmettere quella stessa meraviglia ai propri figli, questi film offrono porte d’ingresso verso mondi dove lo spirito natalizio non è solo un’astrazione, ma una forza tangibile capace di trasformare vite. E non è forse questo, in definitiva, il vero messaggio di “Elf” e di tutti i grandi film di Natale? Che tutti noi, nel profondo, siamo un po’ come Buddy: creature piene di speranza che cercano connessione, amore e qualcuno con cui condividere la gioia più pura che esista.

Di Martina Bernardo

Vengo da un galassia lontana lontana... Appassionata di cinema e serie tv anche nella vita precedente e devota ai Musical

Lascia un commento