L’episodio 7 di “It: Welcome to Derry” ha finalmente portato sullo schermo uno dei momenti più disturbanti e viscerali del romanzo di Stephen King del 1986.

L’incendio del Black Spot, il locale clandestino per i militari afroamericani di Derry, rappresenta un punto di svolta narrativo che i co-creatori Andy Muschietti, Barbara Muschietti e Jason Fuchs hanno costruito come fulcro emotivo dell’intera prima stagione. Ma chi conosce il libro originale si sarà accorto di un’assenza significativa: dov’è finito l’uccello gigante di Pennywise?

Nel romanzo, Will Hanlon ricorda l’incendio attraverso un flashback in cui descrive una creatura alata mostruosa, con un’apertura alare di circa diciotto metri, grande quanto un caccia giapponese Zero. Quella forma orrenda plana sulle vittime in fuga dalle fiamme, afferrandole con gli artigli mentre grappoli di palloncini sono legati alle ali. È It che si manifesta come un predatore del cielo, sfruttando il caos e il terrore per nutrirsi. Una visione tanto surreale quanto angosciante, che sembrava destinata a diventare uno dei momenti iconici della serie HBO.

La versione televisiva ha invece scelto una strada diversa, trasformando l’intera sequenza in qualcosa di ancora più immediato e straziante. Non c’è flashback qui: l’incendio del Black Spot viene mostrato in tempo reale, con la macchina da presa che segue i protagonisti mentre le fiamme divorano tutto. Rich Santos, interpretato da Arian S. Cartaya, muore proteggendo Marge Truman di Matilda Lawler. E poi arriva lui: Bill Skarsgård nei panni di Pennywise che si muove attraverso l’inferno con una lentezza calcolata, offre la mano a una donna terrorizzata e le divora il volto. All’esterno, decapita Stan Kersh davanti alla moglie Ingrid, interpretata da Madeleine Stowe, prima di sommergerla nelle deadlights infernali.

Ma l’uccello? Dove si trovava l’uccello di It? Secondo Brad Caleb Kane, co-showrunner della serie, quella creatura alata è stata scritta, progettata e quasi realizzata. In un’intervista a Entertainment Weekly, Kane ha rivelato che esistevano “molteplici bozze” dell’episodio che includevano effettivamente l’apparizione del volatile mostruoso. La ragione del taglio è stata pragmatica e dolorosa: pressioni di produzione e vincoli di budget.

Kane ha spiegato che una serie televisiva normale richiede tra i dieci e i tredici giorni di produzione per episodio. L’episodio 7 di Welcome to Derry, però, ha presentato una sfida enorme. Solo la sequenza del Black Spot avrebbe richiesto tra i dieci e i tredici giorni di lavorazione, senza considerare tutto il resto della storia che doveva essere raccontata. L’incendio è stato concepito come un set piece massiccio, un momento culminante che richiedeva risorse considerevoli. Aggiungere un uccello gigante animato digitalmente avrebbe spinto la produzione oltre i limiti consentiti.

Il risultato finale, tuttavia, non soffre di questa assenza. Anzi, la scelta di concentrarsi sull’orrore umano e tangibile dell’incendio, unito alla presenza fisica e terrificante di Pennywise tra le vittime, crea un impatto emotivo forse ancora più potente. La serie ha trasformato un interludio del romanzo in un’esperienza viscerale che affronta direttamente la violenza razziale radicata nella storia americana, rendendo omaggio alla visione di Stephen King mentre costruisce qualcosa di cinematograficamente unico.

L’incendio del Black Spot nel libro era un ricordo doloroso raccontato da Will Hanlon, padre di Mike Hanlon, interpretato nella serie da Blake Cameron James. Will era co-proprietario del locale, bruciato dalla Maine Legion of White Decency, un gruppo suprematista bianco. In Welcome to Derry, quell’evento diventa centrale, non relegato a un semplice aneddoto ma vissuto momento per momento, trasformando la tragedia storica in un atto di testimonianza visiva.

La decisione di eliminare l’uccello gigante può sembrare una perdita per i puristi del romanzo, ma rivela anche una maturità produttiva. I creatori hanno riconosciuto che non ogni elemento della pagina scritta deve necessariamente tradursi sullo schermo, specialmente quando la versione alternativa può raggiungere la stessa intensità emotiva con mezzi diversi. Pennywise che cammina tra le fiamme, che manipola le paure più profonde delle vittime e che si nutre della loro disperazione, è altrettanto efficace quanto una creatura alata che plana dal cielo.

L’episodio 7 è stato ampiamente riconosciuto come il migliore della stagione, un traguardo notevole considerando l’intensità costante della serie. Dal pilot, con il suo finale scioccante in cui un intero teatro di bambini viene sterminato, fino a questo momento culminante, Welcome to Derry ha dimostrato di poter essere tanto traumatica quanto rispettosa del materiale originale. I giovani protagonisti, invece di crollare sotto il peso degli orrori testimoniati, continuano a combattere contro It, proprio come il Loser’s Club del futuro.

Resta da chiedersi se, in un mondo ideale con budget illimitato e tempo infinito, avremmo visto quell’uccello mostruoso librare nell’aria sopra il Black Spot in fiamme. Forse sì. Ma ciò che abbiamo ottenuto è qualcosa che funziona perfettamente nel contesto della serie: un incubo visivo e narrativo che onora Stephen King mentre forgia la propria identità. E questo, alla fine, è ciò che distingue un adattamento riuscito da una semplice trasposizione.

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