Tre anni di attesa stanno per finire. Il 9 gennaio 2025, Apple TV riaccenderà i riflettori su una delle serie di spionaggio più intense e premiante del panorama internazionale.
Tehran torna con la sua terza stagione, portando con sé un nome che da solo vale il prezzo del biglietto. Hugh Laurie, l’indimenticabile Dr. House, entra nel cast nei panni di Eric Peterson, un ispettore nucleare sudafricano che promette di aggiungere ulteriori strati di complessità a una narrazione già stratificata come le operazioni clandestine che racconta.
La notizia non arriva da sola. Apple TV ha infatti già rinnovato la serie per una quarta stagione, attualmente in produzione, certificando il successo di un progetto che ha saputo conquistare critica e pubblico. Non è un caso che Tehran si sia aggiudicato un International Emmy Award: questa è una spy story che respira tensione da ogni fotogramma, dove ogni scelta può significare la differenza tra la vita e la morte.
Creata dal trio Dana Eden, Moshe Zonder e Maor Kohn, scritta da Tony Saint e Simon Allen e diretta da Daniel Syrkin, la terza stagione si compone di otto episodi che debutteranno con cadenza settimanale ogni venerdì fino al 27 febbraio. Un ritorno che i fan attendevano dal 2022, quando la seconda stagione aveva lasciato la protagonista Tamar Rabinyan in una posizione impossibile: fuggiasca, tradita, sola.
È proprio da quel punto di rottura che riparte la storia. Tamar, interpretata con intensità magnetica da Niv Sultan, deve reinventarsi completamente. Dopo essersi ribellata al Mossad e aver subito la perdita dei suoi alleati più stretti, l’agente hacker che si era infiltrata a Teheran sotto falsa identità si trova ora in un limbo pericoloso. Per sopravvivere, dovrà trovare un modo per riconquistare la fiducia dell’intelligence israeliana, ma il prezzo da pagare potrebbe essere più alto di quanto immagini.
Il cast si arricchisce di volti nuovi accanto ai ritorni attesi. Oltre a Laurie e Sultan, ritroviamo Shaun Toub e Shila Ommi, mentre le new entry includono Sasson Gabai, Phoenix Raei e Bahar Pars. Un ensemble internazionale che riflette la natura globale di una serie coprodotta da Apple TV e KAN 11, l’emittente pubblica israeliana, e realizzata grazie alla collaborazione tra Donna and Shula Productions, Paper Plane Productions e altri partner di primo piano.
Ciò che rende Tehran una serie così avvincente non è solo la tensione delle operazioni sotto copertura o il fascino esotico di una città proibita agli occhi occidentali. È la capacità di trasformare lo spionaggio in un dramma umano, dove ogni mossa tattica corrisponde a una scelta morale, ogni missione porta con sé un costo personale. La serie è stata definita “emozionante”, “avvincente” e “una delle produzioni israeliane più ricche di suspense mai realizzate”, aggettivi che non fanno giustizia alla complessità psicologica dei suoi personaggi.
Per chi volesse recuperare o rivivere le prime due stagioni, entrambe sono disponibili in streaming su Apple TV+. Un’occasione perfetta per immergersi nuovamente in questo universo di inganni, doppi giochi e lealtà tradite, dove la linea tra eroe e nemico è sottile quanto un filo di seta e altrettanto facile da spezzare.
Con l’arrivo di Hugh Laurie, Tehran alza ulteriormente l’asticella. L’attore britannico, capace di passare con disinvoltura dalla commedia al dramma più cupo, interpreta un ispettore nucleare sudafricano, figura che promette di inserirsi in dinamiche geopolitiche esplosive. La sua presenza non è solo un colpo di casting: è la dichiarazione d’intenti di una produzione che non ha paura di evolvere, di espandersi, di rischiare.
Il 9 gennaio segna quindi un nuovo capitolo per una serie che ha ridefinito il thriller di spionaggio televisivo. Otto episodi per scoprire se Tamar riuscirà a riemergere dalle ceneri della sua vecchia vita, se il Mossad le concederà una seconda possibilità, se il gioco di specchi tra Israele e Iran continuerà a riflettere verità scomode. Una cosa è certa: a Tehran, nessuno è al sicuro. Nemmeno gli spettatori, che si ritroveranno incollati allo schermo, trattenendo il respiro fino all’ultimo secondo.