Il primo weekend di dicembre porta nelle sale una triade di visioni cinematografiche che difficilmente avreste messo insieme.
Un noir realista che scava nelle viscere della ‘ndrangheta, una commedia stralunata sul confine sottile tra amicizia e follia, e una fantasia romantica dove l’aldilà diventa teatro di un dilemma sentimentale. Se cercavate il solito cinepanettone, avete sbagliato stagione. Questa settimana il cinema italiano e internazionale si fa coraggioso, intimo, sorprendente.
Il piatto forte si chiama Ammazzare stanca, e già dal titolo si capisce che non stiamo parlando di intrattenimento leggero. Daniele Vicari porta sullo schermo la storia vera di Antonio Zagari, un nome che chi conosce le cronache giudiziarie italiane non può dimenticare. Figlio di un boss della ‘ndrangheta calabrese, Zagari non ha avuto scelta: il suo destino era scritto nel sangue. Tra gli anni Settanta e Ottanta si macchiò di sedici omicidi, diventando uno dei killer più spietati della criminalità organizzata italiana. Poi, il pentimento. La collaborazione con la giustizia. I libri scritti per raccontare l’orrore vissuto e commesso.
Ma può un pentimento cancellare sedici vite? Vicari non cade nella trappola della redenzione facile. Il suo film, interpretato da Gabriel Montesi, Vinicio Marchioni, Selene Caramazza e Andrea Fuorto, evita di trasformare Antonio in un eroe tragico o in un buono incompreso. Al contrario, scava nella complessità dell’animo umano, in quel groviglio di scelte, condizionamenti, violenza e consapevolezza che rende ogni uomo un universo contraddittorio. Il passato che torna a dannare chi vorrebbe cambiar vita è un classico del noir, certo, ma qui il realismo morde la carne viva della cronaca italiana. Centoventinove minuti di cinema che non concede sconti, né allo spettatore né al protagonista.
Dall’altra parte dello spettro emotivo troviamo Il rapimento di Arabella, diretto da Carolina Cavalli e interpretato da Benedetta Porcaroli e Lucrezia Guglielmino. Una ragazza fa amicizia con una bambina in cui si riconosce, e poi la porta via con sé. Non è un thriller, non è un dramma sociale: è un’avventura tenera e stralunata, dove il confine tra protezione e ossessione, tra empatia e delirio, si fa labile come nebbia al mattino. Naturalmente cominciano a dar loro la caccia, ma il cuore del film non sta nell’inseguimento: sta in quel riconoscimento reciproco, in quella connessione inspiegabile che a volte nasce tra due anime spaesate. Centocinque minuti di commedia anomala, delicata e pericolosa insieme.
E poi c’è l’aldilà secondo Hollywood, quello colorato e romantico di Eternity, dove Elizabeth Olsen deve scegliere con chi passare l’eternità: il primo o il secondo marito? David Freyne dirige questa commedia fantastica dai toni allegri e i colori pastello, un po’ vecchio stile, dove Miles Teller e Callum Turner si contendono il cuore della protagonista in una dimensione ultraterrena che sembra uscita da una cartolina vintage. Centododici minuti di leggerezza esistenziale, dove anche la morte può diventare occasione per una commedia romantica senza pretese ma non priva di fascino.
Ma l’offerta cinematografica di questo weekend non finisce qui. Esce anche Attitudini: nessuna, il nuovo capitolo delle avventure di Aldo Giovanni e Giacomo, che continuano a raccontare l’Italia attraverso la loro comicità irriverente. C’era una volta mia madre esplora invece il lato oscuro dell’amore materno, quello che sconfina nell’iperprotezione e nel controllo. Laghat celebra il legame ancestrale tra un purosangue e il ragazzo che lo cavalca, mentre Regretting you si addentra nei meandri dei rapporti familiari, con particolare attenzione al complesso universo madre-figlia.
Per chi cerca atmosfere diverse, L’anno nuovo che non arriva racconta in modo scanzonato la rivoluzione romena del 1989, mescolando storia e ironia. Gli amanti dell’horror troveranno pane per i loro denti con Five nights at Freddy’s 2, secondo capitolo della saga che ha conquistato le nuove generazioni. Bus 47 porta invece sullo schermo la storia vera di un quartiere di Barcellona in lotta per i diritti basilari, mentre Nguyen kitchen segue il sogno di una donna di origini vietnamite che aspira a danzare in un musical, intrecciando identità culturale e aspirazioni artistiche.
Insomma, questo primo weekend di dicembre offre un ventaglio di visioni cinematografiche che attraversa generi, toni e geografie. Dal realismo spietato della criminalità organizzata italiana alla fantasia pastello dell’aldilà hollywoodiano, passando per rapimenti teneri e cavalli purosangue. Il cinema, ancora una volta, si conferma il luogo dove tutte le storie possono convivere, dialogare, sorprenderci. Resta solo da scegliere quale emozione cercare nel buio della sala.