La corsa agli Oscar 2026 è ufficialmente iniziata, e quest’anno la partita si preannuncia più imprevedibile che mai.
Dopo una stagione 2025 movimentata, culminata con il trionfo di Anora tra scandali e colpi di scena, Hollywood si interroga già su chi alzerà la statuetta dorata il prossimo anno. Le prime previsioni di Variety hanno acceso il dibattito, mentre la Critics Choice Association ha compiuto un gesto senza precedenti: pubblicare in anticipo una shortlist dei possibili finalisti. Un segnale che la macchina dei premi ha cambiato marcia, alimentando aspettative e polemiche ancora prima che molti film arrivino nelle sale.
A dominare questa prima tornata di pronostici è Sinners di Ryan Coogler, che vanta ben 13 nomination potenziali. Un numero che non lascia spazio a dubbi sulla qualità tecnica e artistica dell’opera, ma che rappresenta anche un caso cinematografico di straordinaria rilevanza. Che un film horror possa conquistare l’Academy sembrava impensabile fino a poco tempo fa, eppure The Substance aveva già aperto una breccia l’anno scorso. Coogler sembra intenzionato a sfruttare quella crepa, utilizzando il genere come chiave politica per raccontare le contraddizioni di un’America divisa. Se l’horror diventa linguaggio per la distopia sociale, allora anche gli Oscar devono prenderne atto.
Subito dietro Sinners si posizionano tre titoli con 9 menzioni ciascuno: F1, Frankenstein di Guillermo del Toro e il tanto discusso Wicked: For Good. È proprio quest’ultimo a catalizzare le conversazioni più accese sui social. Dopo il successo del primo capitolo, che aveva già portato a casa gli Oscar per migliore scenografia e migliori costumi, molti si chiedono se il secondo episodio del musical riuscirà a replicare il risultato o se verrà messo da parte. La verità è che le carte in tavola sono più forti di quanto si pensi: Ariana Grande e Cynthia Erivo hanno dimostrato una presenza scenica magnetica, e la credibilità tecnica della produzione rimane intatta. Scommettere contro Wicked potrebbe rivelarsi un errore.
Tra i favoriti per le categorie principali emerge con prepotenza Una battaglia dopo l’altra di Paul Thomas Anderson. Il film, distribuito nelle sale italiane e presentato con un cast stellare composto da Leonardo DiCaprio, Regina Hall, Sean Penn e l’esordiente Chase Infiniti, sembra avere tutte le carte in regola per conquistare nomination in blocco. Anderson è un maestro nel plasmare storie corali dove ogni interprete brilla di luce propria, e questa volta il risultato appare particolarmente convincente. Se c’è un titolo che può ambire a una vittoria trasversale, è proprio questo.
Ma la stagione degli Oscar non sarebbe tale senza le sue sorprese e i suoi cambi di rotta improvvisi. Film non ancora usciti come Avatar 3 e Marty Supreme di Josh Safdie per A24 si inseriscono nelle previsioni con una certa audacia, mentre opere come Hamnet di Chloé Zhao e Sentimental Value di Joachim Trier cercano di ritagliarsi uno spazio tra i grandi nomi. Jacob Elordi figura tra i favoriti come miglior attore per la sua interpretazione in Frankenstein, confermando che il cinema di genere quest’anno non è solo un ospite tollerato, ma un protagonista legittimo della conversazione.
Sul fronte dei film internazionali, si registra un ribaltamento significativo. Un semplice incidente di Jafar Panahi, dato per certo fino a poche settimane fa, sembra vacillare dopo le ultime presentazioni festivaliere. A spodestarlo è No Other Choice di Park Chan-wook, che sta guadagnando consensi e potrebbe rappresentare la scelta definitiva dell’Academy nella categoria miglior film internazionale. L’Academy è storicamente riluttante ad accettare più di un titolo straniero per la categoria regina, quindi la competizione tra questi due colossi promette scintille. Joachim Trier con Sentimental Value potrebbe inserirsi come terzo incomodo, ma tutto dipenderà dalla capacità del film di mantenere il momentum nei prossimi mesi.
Tuttavia, non mancano le note dolenti. Hedda di Nia DaCosta, secondo le previsioni, sarebbe candidato solo per la migliore colonna sonora, una sorpresa amara per una regista che aveva dimostrato grande talento. Ancora più bruciante l’esclusione di After the Hunt. Dopo la caccia di Luca Guadagnino, che con un cast internazionale composto da Julia Roberts, Andrew Garfield e Ayo Edebiri sembrava avere tutte le credenziali per competere. Guadagnino resta fuori dai radar, così come due progetti legati a Emma Stone: Bugonia di Yorgos Lanthimos ed Eddington, segno che nemmeno il nome di una delle attrici più amate del momento basta a garantire un posto al sole.
Quello che emerge da questa prima tornata di previsioni è un panorama in fermento, dove i confini tra generi si fanno più labili e le scelte dell’Academy sembrano finalmente aprirsi a linguaggi diversi. L’horror che diventa manifesto politico, il musical che non si arrende, il cinema d’autore internazionale che bussa con forza alla porta di Hollywood. La strada verso gli Oscar 2026 è appena iniziata, ma una cosa è certa: quest’anno non ci saranno vincitori scontati. E forse è proprio questo a rendere la corsa così irresistibile.