Vince Gilligan lo ha fatto ancora. Il creatore di Breaking Bad e Better Call Saul ha costruito un episodio di Pluribus che è un perfetto esempio di come la pazienza narrativa possa trasformarsi in puro terrore psicologico.
L’episodio 5, uscito in anticipo su Apple TV+ per evitare il Ringraziamento americano, ha lasciato il pubblico in uno stato di shock collettivo, con un cliffhanger che sta generando teorie e discussioni frenetiche sui social media. La protagonista Carol Sturka, interpretata da Rhea Seehorn, si ritrova completamente sola ad Albuquerque dopo che l’intera mente alveare ha deciso di evacuare la città. Il motivo? Carol ha oltrepassato il limite, quasi uccidendo Zosia prima con una granata e poi con un interrogatorio sotto effetto del siero della verità. Gli Altri, che fino a quel momento si erano dimostrati pazienti e accomodanti, le lasciano un messaggio vocale che suona terribilmente familiare a chi ama l’universo di Gilligan: la voce è quella di Patrick Fabian, l’Howard Hamlin di Better Call Saul, che le comunica con tono distaccato che hanno bisogno di spazio.
Ma è proprio in questa solitudine forzata che Carol fa la scoperta più inquietante della serie. Mentre porta fuori la spazzatura, nota che i cassonetti pubblici sono pieni quasi esclusivamente di cartoni di latte di un marchio specifico. Quei piccoli cartoni da mensa scolastica che the Others sembrano consumare ossessivamente. Perché tutti questi adulti bevono così tanto latte? È forse la cura per l’intolleranza al lattosio universale?
E qui inizia la magia di Gilligan. L’episodio si prende tutto il tempo necessario per seguire Carol nelle sue indagini, con quella meticolosità quasi scientifica che ha reso indimenticabili scene come quella della calamita in Breaking Bad. La protagonista traccia la provenienza dei cartoni fino a una fabbrica lattiera locale, dove scopre che quello che gli Altri stanno bevendo non è affatto latte. Si tratta di un liquido ambrato, chiaro, simile ma più sottile dell’olio d’oliva, con un pH neutro di 7.1 e assolutamente privo di sapore.
La rivelazione più disturbante arriva quando Carol trova enormi sacchi pieni di una polvere bianca nella fabbrica. Mescolando acqua con questa sostanza si ottiene il liquido ambrato. I sacchi hanno un codice a barre identico a quello di sacchi di cibo per cani che trova al supermercato Sprouts. Seguendo la traccia del produttore, arriva a un magazzino refrigerato pieno di prodotti alimentari, presumibilmente lo stoccaggio più efficiente che la mente alveare aveva creato svuotando tutti i negozi della città.
Ed è qui che arriva il momento che ha fatto esplodere i social media. Carol trova un bancale coperto da plastica trasparente e quando guarda il suo contenuto, la sua espressione cambia in una sequenza che dimostra tutta la bravura di Rhea Seehorn. Prima sembra perplessa, poi turbata, poi il suo volto diventa pallido, gli occhi si spalancano e si porta una mano alla bocca come per soffocare un urlo. Taglio al nero.
Il pubblico ha immediatamente iniziato a rivedere gli episodi precedenti, scoprendo che gli indizi c’erano fin dall’inizio. Gli Altri erano stati visti mentre trasportavano corpi umani in un rimorchio di una compagnia lattiera. Zosia stessa era stata ripresa mentre beveva da un cartone di latte mentre si riprendeva dall’esplosione della granata. Quegli elementi che sembravano dettagli casuali si rivelano ora parte di un disegno molto più oscuro e calcolato.
L’ipotesi più accreditata rimanda a un classico della fantascienza: Soylent Green. I corpi umani, centinaia di milioni morti durante il caos della transizione alla mente alveare, potrebbero essere la materia prima di quel liquido ambrato. Una soluzione brutalmente efficiente per una collettività che non vuole sprecare nulla. Ma alcuni fan si chiedono se la reazione di Carol non suggerisca qualcosa di ancora più specifico e disturbante: potrebbero essere corpi di bambini? L’episodio sottolinea che non ci sono più bambini, anche se ne vediamo uno durante l’evacuazione dell’ospedale.
L’episodio ha anche offerto uno dei momenti di commedia fisica più brillanti della serie: un drone inviato a ritirare la spazzatura di Carol si impiglia in un lampione e viene distrutto. Quella scena, apparentemente comica, diventa il ponte narrativo che porta alla scoperta del latte, dimostrando ancora una volta come Gilligan sappia bilanciare toni opposti in modo magistrale.
La regia di Gordon Smith trasforma questi 48 minuti in un esercizio di tensione crescente, dove ogni scoperta di Carol diventa un tassello di un puzzle sempre più inquietante. L’episodio dedica tempo anche al dolore privato della protagonista, mostrandola mentre sistema la tomba di Helen con pesanti lastre di pietra, un lavoro estenuante che rappresenta tanto lo sforzo fisico quanto il peso emotivo che sta portando. Quando dipinge una piccola lapide e piange vedendola appoggiata, il pubblico finalmente vede Carol permettersi di elaborare tutto ciò che ha perso.
L’uscita anticipata dell’episodio significa anche che i fan dovranno aspettare più del solito per scoprire cosa conteneva quel bancale. Ma una cosa è certa: Pluribus sta dimostrando che Vince Gilligan non ha perso il suo tocco magistrale nel costruire narrazioni che trasformano il quotidiano in incubo, una bottiglia di latte alla volta.