C’è nessuno? Mamma? Papà? Ma dove siete? Le parole del piccolo Kevin McCallister risuonano ancora oggi con la stessa potenza dirompente di quel lontano 16 novembre 1990, quando “Mamma, ho perso l’aereo” fece il suo debutto trionfale nelle sale americane di Chicago.

Un film che sulla carta non prometteva nulla di straordinario e che invece ha riscritto le regole del cinema natalizio, trasformandosi in un fenomeno culturale capace di attraversare tre decenni e mezzo senza perdere un grammo della sua magia. Il cult diretto da Chris Columbus torna ora sul grande schermo in versione 4K per celebrare il suo 35esimo anniversario, con una settimana di eventi speciali dal 4 al 10 dicembre nelle sale italiane e due anteprime esclusive al cinema UCI Bicocca di Milano e al The Space Parco de’ Medici di Roma già dal 30 novembre. L’occasione perfetta per riscoprire un capolavoro che ha incassato oltre 476 milioni di dollari in tutto il mondo, conquistato nomination a due Oscar e due Golden Globes, e soprattutto scolpito nell’immaginario collettivo scene diventate immortali.

Ma dietro quella facciata di comicità scoppiettante e trappole geniali si nasconde una storia di creazione quasi fortuita. Fu John Hughes, sceneggiatore e regista fenomenale a cui dobbiamo pietre miliari come “Breakfast Club” e “Io e Zio Buck”, a concepire l’idea mentre si preparava per le vacanze. La paura di dimenticare qualcosa di prezioso a casa divenne il seme di quella famiglia McCallister che dalla periferia di Chicago sta per partire per Parigi, lasciandosi dietro il piccolo Kevin nel caos della partenza mattutina.

Hughes giocò d’astuzia: propose il copione simultaneamente alla Warner Bros, piuttosto restia a investire, e alla 20th Century Fox, che stanziò immediatamente i 18 milioni di dollari richiesti aggiudicandosi una produzione destinata a diventare leggenda. Chris Columbus fu scelto come regista e, su suggerimento dello stesso Hughes, puntò tutto su quel bambino dal volto angelico e lo sguardo malefico che aveva già impressionato in “Io e Zio Buck”: Macaulay Culkin. Armato di quella faccia da cherubino e un talento cristallino, sarebbe diventato una star planetaria.

La coppia di ladri che ha reso il film indimenticabile, Harry e Marv interpretati da Joe Pesci e Daniel Stern, arrivò quasi per caso, quasi per il rotto della cuffia. Furono loro l’altro ingrediente segreto dietro la riuscita di una commedia in realtà feroce, ferocissima e profondamente malinconica sotto la patina di irriverenza. Perché “Mamma, ho perso l’aereo” è molto più di una semplice storia natalizia: è il ritratto di un bambino invisibile, che nessuno ascolta, bullizzato dai cugini e dai parenti, trascurato persino dalla madre Kate e dal padre Peter.

Il Natale, festa della famiglia per eccellenza, Kevin lo passa in una libertà totale che da bambini tutti sognavamo. Ma poi emerge l’abbandono, la paura di non avere nessuno, quella solitudine che trasforma il mondo in una realtà ostile eppure piena di sorprese inaspettate. Come il vicino anziano e apparentemente strano, Marley, che diventerà suo amico e salvatore nel finale, dopo una battaglia che è entrata nella leggenda cinematografica.

Da 35 anni questo film ci fa scoppiare dalle risate con una potenza immutata. È un dato di fatto incontrovertibile. Fin dal primo minuto, Culkin, Pesci e Stern si lasciano andare a gag, pasticci e furbate assurde che si connettono splendidamente al cinema comico muto di Charlie Chaplin e Buster Keaton, di Stanlio e Ollio, ma anche ai Looney Tunes. Il film di Columbus diventa così l’erede della comicità slapstick e della parodia, ma anche l’incipit di quella demenzialità totale che dominerà il cinema americano degli anni Novanta.

La battaglia notturna finale rappresenta l’apice assoluto: lanciafiamme improvvisati, maniglie arroventate, tubi in faccia e geloni. Un campionario clownesco magnifico dove Pesci e Stern creano una coppia destinata a funzionare anche nel fortunato seguito “Mamma ho riperso l’aereo: mi sono smarrito a New York”. Non tutto andò liscio sul set, tra stuntman infortunati, Pesci insoddisfatto dei dialoghi e il morso dato a Culkin, difficoltà di riprese per orari e location. Ma il risultato finale superò ogni aspettativa.

E poi c’è lei, l’iconica residenza che ha fatto da sfondo alle avventure di Kevin. La casa al 671 di Lincoln Avenue a Winnetka, nell’Illinois, è stata venduta nel gennaio 2025 per la cifra record di 5,5 milioni di dollari, più del triplo rispetto ai 1,585 milioni del 2011. Costruita nel 1920 in stile georgiano coloniale con mattoni rossi, si sviluppa su tre piani per circa 850 metri quadrati, con cinque camere da letto e sei bagni.

Quella grande scala centrale dove Kevin scivola con lo slittino, la cucina teatro della celebre scena della cena di Natale, il soggiorno con il camino e l’albero addobbato: sono ambienti scolpiti nella memoria collettiva. Ma non tutto fu girato realmente lì dentro. Per permettere spazio a macchine da presa, attori e attrezzature, alcune stanze furono replicate in uno studio cinematografico allestito nella palestra della vicina New Trier High School.

La scenografa Eve Cauley ha spiegato al Washington Post come gli arredi non fossero solo decorativi ma funzionali: scale e porte rinforzate per le acrobazie, mobili posizionati strategicamente per i movimenti di camera. La palette cromatica scelta, rosso oro e verde per tappezzerie e imbottiti, fu studiata per trasmettere calore al pubblico. Dopo il successo del film, la residenza è diventata meta di pellegrinaggio per i fan, anche se resta una proprietà privata non accessibile al pubblico.

Per i collezionisti più accaniti, esiste persino un set Lego da 3995 pezzi che permette di ricreare la casa dei McCallister con dettagli iconici: dalla fornace del seminterrato con mattoncino luminoso al rilascio del ferro da stiro, dai barattoli di vernice oscillanti al cavo d’acciaio che collega la soffitta alla casa sull’albero. Ogni piano può essere aperto e separato per facilitare l’inserimento di personaggi e mattoncini.

Per celebrare il ritorno nelle sale, Nexo Studios invita gli spettatori a recarsi al cinema con il proprio maglior maglione di Natale per scattarsi il “Family Christmas Portrait” accanto al poster celebrativo del film. Le anteprime speciali del 30 novembre trasformeranno le sale in veri e propri set natalizi, con allestimenti a tema, angoli dedicati e gadget sorpresa. Ha collaborato anche Radio Deejay come media partner, mentre una playlist natalizia speciale realizzata con ArteSettima raccoglie le colonne sonore dei film di Natale più amate di sempre.

La colonna sonora originale di John Williams resta uno degli elementi che hanno contribuito a rendere “Mamma, ho perso l’aereo” un’esperienza cinematografica totale, capace di far convivere comicità irresistibile e momenti di autentica commozione. Forse è per questo che ogni volta, da 35 anni, non smettiamo mai di ridere per le stesse scene, gli stessi dialoghi, le stesse trappole geniali. Perché così torniamo bambini, quando il Natale era magnifico e carico di quella magia che solo Kevin McCallister sa ancora restituirci intatta.

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