La serie torna in scena per una reunion che è al tempo stesso omaggio, gioco e dichiarazione d’amore verso una delle produzioni più influenti della nostra televisione.
Nel nuovo episodio della terza stagione di Call My Agent – Italia, in onda su Sky e disponibile su NOW, accade qualcosa che raramente si vede nella serialità italiana: un crossover vero, audace, metanarrativo, in cui il cast originale di Romanzo Criminale si ritrovano così invischiati nelle classiche tensioni produttive, tra esigenze creative e richieste commerciali, mentre dietro le quinte prende forma un divertentissimo gioco di specchi. A rendere il tutto ancora più meta è la presenza di Nils Hartmann, Executive Vice President di Sky Studios Italia, che interpreta il regista tedesco incaricato del fittizio revival: un ruolo ironico, che chiude idealmente il cerchio tra la nuova serialità italiana e quella che, con Romanzo Criminale, ha segnato una svolta ormai più di quindici anni fa.
Il fascino dell’episodio sta proprio nella sua capacità di fondere i linguaggi: il mondo brillante e frenetico degli agenti si intreccia con l’estetica ruvida, tesa e profondamente romana del cult crime di Sky, mescolando citazioni, camei, battute autoreferenziali e persino una frecciatina – affettuosa – alla storica rivalità con Gomorra – La serie. Per chi conosce entrambe le produzioni, i rimandi sono un puzzle esilarante e nostalgico; per chi conosce solo una delle due, resta comunque il gusto del racconto ben congegnato. La fotografia gioca con due identità visive opposte ma compatibili, il ritmo alterna ironia e tensione, il cast si muove con consapevolezza tra ricordi e nuove dinamiche. Ma dietro il divertissement c’è anche un sottotesto importante: Romanzo Criminale è stata una pietra miliare.
Nel 2008 ha cambiato il modo di raccontare il crime italiano, avvicinandolo a modelli internazionali come The Wire e I Soprano, e ha mostrato che anche in Italia era possibile costruire mondi narrativi complessi, sporchi, credibili. Vederne oggi il cast riunito, anche in un contesto ironico e meta, significa riconoscere quell’eredità e celebrare la maturità raggiunta dalla nostra serialità. È un modo per dire “siamo cresciuti”, e lo si fa con leggerezza, citando, giocando, reimmaginando. Se una critica è possibile, riguarda la fruizione: chi non ha familiarità con Romanzo Criminale potrebbe perdere alcune sfumature, alcune strizzate d’occhio, alcune dinamiche emotive che fanno vibrare l’episodio.
Ma forse è inevitabile quando si tenta un’operazione così ambiziosa e stratificata. Resta però una certezza: il crossover funziona, diverte, emoziona e soprattutto dimostra che la serialità italiana non solo non teme il confronto con la sua stessa storia, ma anzi è pronta a reinventarla. È un episodio che intrattiene, ma allo stesso tempo racconta qualcosa di molto più grande: come si evolvono le storie, come cambiano gli sguardi, come si scrive un nuovo capitolo partendo da ciò che ha lasciato il segno. Ed è proprio questo il motivo per cui, al di là della nostalgia, l’incontro tra Call My Agent – Italia e Romanzo Criminale – La serie è così potente: perché celebra un passato iconico mentre guarda dritto al futuro delle nostre serie.