Dall’apice di Hollywood al palco di un nightclub a Cipro. La traiettoria di Kevin Spacey negli ultimi sette anni racconta una caduta tanto vertiginosa quanto pubblica, culminata in una confessione che nessuno avrebbe immaginato di sentire da un due volte premio Oscar: “Non ho letteralmente una casa”.

In un’intervista rilasciata al Telegraph pubblicata mercoledì, l’attore di American Beauty e House of Cards ha descritto la sua vita attuale come un’esistenza nomade fatta di hotel e Airbnb.

“Vivo in hotel, vivo in Airbnb, vado dove c’è il lavoro“,

ha dichiarato Spacey, spiegando che la sua abitazione di Baltimora è stata messa all’asta dopo anni di battaglie legali che hanno prosciugato le sue finanze.

“I costi negli ultimi sette anni sono stati astronomici”,

ha ammesso l’attore.

Ho avuto pochissime entrate e tutto in uscita“.

Una situazione finanziaria che lui stesso ha definito “non eccezionale“, al punto che l’ipotesi di un fallimento personale è stata discussa, anche se mai formalizzata. I suoi effetti personali ora giacciono in qualche deposito, mentre lui si sposta da una sistemazione temporanea all’altra.

Il punto di svolta è arrivato nel 2017, quando più di una dozzina di uomini hanno mosso accuse di cattiva condotta sessuale nei confronti di Spacey. Da quel momento, la sua carriera hollywoodiana si è fermata bruscamente. Nel 2022, una giuria lo ha ritenuto non responsabile nella causa civile intentata dall’attore Anthony Rapp, che sosteneva di essere stato molestato nel 1986, quando aveva 14 anni e Spacey 26. L’anno successivo, nel 2023, Spacey è stato assolto da tutte le accuse in un processo londinese in cui quattro uomini lo accusavano di aggressioni sessuali avvenute tra il 2001 e il 2013.

Nonostante le assoluzioni e le archiviazioni, l’industria cinematografica non gli ha ancora riaperto le porte. Spacey ha lavorato solo in piccole produzioni indipendenti con registi esordienti, lontano anni luce dai set di prestigio che hanno caratterizzato la sua carriera fino al 2017. La sua risposta a questo esilio è stata tanto inaspettata quanto rivelatrice: ha iniziato a esibirsi come cantante.

A Limassol, Cipro, Spacey ha recentemente calcato il palco del Monte Caputo, un locale da 1.300 posti, con uno spettacolo intitolato Kevin Spacey: Songs & Stories. In smoking e accompagnato da una band di sei elementi, ha interpretato classici della musica americana come “That’s Life” e “Who Can I Turn To?“, intrecciando le canzoni con aneddoti personali. I biglietti variavano da 250 euro fino a un pacchetto VIP da 1.200 euro che includeva un meet-and-greet con l’attore.

Il pubblico, composto principalmente da figure del settore immobiliare locale, visitatori russi e fan di lunga data, lo ha accolto con ovazioni in piedi. Un seguito ad Atene è stato cancellato, anche se Spacey ha attribuito la cancellazione a tensioni politiche piuttosto che alla sua reputazione compromessa.

Posso alzarmi e cantare per guadagnarmi la cena di nuovo? La risposta è sì“,

ha dichiarato con una nota di sfida.

Ma Spacey non ha rinunciato all’idea di un ritorno a Hollywood. Anzi, è convinto che sia solo questione di tempo prima che qualcuno gli dia il via libera.

Siamo in contatto con persone estremamente potenti che vogliono rimettermi al lavoro“, ha affermato. “Credo che l’industria stia aspettando di ricevere il permesso da qualcuno in una posizione di enorme rispetto e autorità”.

La sua teoria è semplice quanto audace: basterebbe una telefonata dal regista giusto per ribaltare tutto.

Se Martin Scorsese o Quentin Tarantino chiamassero domani il mio manager Evan Lowenstein, sarebbe finita. Sarò incredibilmente onorato e felice quando quel livello di talento alzerà la cornetta”.

È un paragone che lo stesso Spacey ha evocato in passato: quello con l’epoca della lista nera di Hollywood, quando le carriere venivano cancellate con un tratto di penna e potevano essere ripristinate solo da figure con il peso culturale necessario per sfidare il consenso. La differenza, naturalmente, è che quella lista nera era alimentata da persecuzioni politiche, mentre la sua cancellazione è nata da accuse molto diverse, anche se respinte in tribunale.

La domanda che resta sospesa è se l’industria cinematografica sia disposta a separare l’assoluzione legale dalla corte dell’opinione pubblica. Spacey ha sempre negato le accuse, e i tribunali lo hanno ritenuto non colpevole o non responsabile. Eppure il suo nome rimane tossico per i grandi studi, che preferiscono evitare il rischio reputazionale piuttosto che affrontare il dibattito che un suo coinvolgimento scatenerebbe inevitabilmente.

Nel frattempo, mentre aspetta quella telefonata che potrebbe cambiare tutto, Kevin Spacey continua a spostarsi da un hotel all’altro, senza un indirizzo fisso, con i suoi ricordi in scatole di cartone e il suo futuro appeso a una speranza. E quando la sera scende su Cipro o su qualunque altra città lo ospiti, sale sul palco e canta. Perché quello, almeno per ora, è l’unico lavoro che gli è rimasto.

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