C’è una regola d’oro nel cinema contemporaneo che chiunque dovrebbe conoscere: non scommettere mai contro James Cameron.
Il leggendario regista ha costruito la sua carriera sfidando ogni previsione pessimistica, trasformando progetti considerati impossibili in trionfi commerciali che hanno riscritto la storia del box office. E ora, in un’intervista a Empire Magazine di novembre 2025, Cameron ha lanciato un messaggio inequivocabile ai fan di un film che sembrava destinato a restare un capitolo isolato: Alita: Battle Angel 2 si farà.
“Robert Rodriguez e io abbiamo giurato un patto di sangue per realizzare almeno un altro film di Alita”,
ha dichiarato Cameron, riferendosi al regista del primo capitolo uscito nel 2019. Ma le sue parole vanno ben oltre una semplice promessa.
“In realtà, stiamo pensando a un’architettura narrativa che porti fino a un terzo film, ma saremo soddisfatti se riusciremo a farne almeno un altro. E stiamo facendo progressi su questo fronte.”
L’annuncio arriva con dettagli concreti che fanno ben sperare. Cameron ha rivelato che, ora che possiede una casa ad Austin, in Texas, a circa cinque chilometri dalla residenza di Rodriguez, i due cineasti avranno modo di intensificare la collaborazione.
“Credo che diventeremo più seri sulla questione non appena avrò finito il missaggio di Avatar in qualche settimana”,
ha aggiunto, collegando il destino di Alita al completamento di Avatar: Fire and Ash, il nuovo capitolo della saga che lo ha reso il regista di maggior successo commerciale della storia.
Ma perché un sequel di Alita dovrebbe sembrare così improbabile da richiedere un “giuramento di sangue”? Il primo film, scritto da Cameron insieme a Laeta Kalogridis e basato sul manga Battle Angel Alita di Yukito Kishiro, ha avuto un percorso commerciale controverso. Con Rosa Salazar nei panni della protagonista cyborgica e Christoph Waltz in quelli del dottor Ido, il film ha raccontato la storia di una donna artificiale ricostruita da rottami che diventa campionessa di Motorball e, infine, una rivoluzionaria. Nonostante le spettacolari sequenze d’azione firmate Rodriguez e un world-building affascinante, Alita ha ottenuto risultati modesti negli Stati Uniti.
Tuttavia, il mercato internazionale ha raccontato una storia completamente diversa: il film ha raddoppiato il suo budget a livello mondiale, dimostrando un appeal globale che ha sorpreso molti analisti. La critica si è divisa tra chi ha apprezzato la capacità del film di portare il manga alla vita e chi lo ha trovato narrativamente piatto, ma nel tempo è accaduto qualcosa di raro e prezioso nel panorama cinematografico contemporaneo: Alita ha trovato il suo pubblico. Un pubblico fedele, appassionato, che è cresciuto costantemente attraverso il passaparola e le visioni in streaming, trasformando quello che sembrava un esperimento rischioso in un potenziale franchise.
Il film si distingueva per una scelta tecnica audace: l’aspetto di Salazar è stato digitalmente modificato per dare ad Alita gli occhi enormi tipici dei manga e degli anime giapponesi. Una decisione che inizialmente aveva suscitato perplessità, ma che si è rivelata parte integrante dell’identità visiva del personaggio, contribuendo a creare un’estetica unica nel panorama della fantascienza hollywoodiana.
Cameron stesso ha riconosciuto l’importanza del sostegno dei fan: “Apprezzo la lealtà dei fan di Alita”. Ma la verità è che questo sequel non ha bisogno solo del supporto popolare per esistere. Robert Rodriguez è sempre stato uno dei veri maverick del cinema americano, un regista che segue la propria visione artistica senza compromessi. Chi altri avrebbe trasformato le storie dei propri figli nel film Le avventure di Sharkboy e Lavagirl nel 2005, per poi tornare su quel mondo quindici anni dopo con We Can Be Heroes?
La risposta è semplice: James Cameron. Il regista che ha sfidato ogni logica economica realizzando Terminator 2 con un budget da record per l’epoca, che ha ricostruito il Titanic con una spesa senza precedenti, che ha trasformato quello che molti deridevano come “un remake di Fern Gully” nel film di maggior incasso della storia. E che ha continuato a produrre sequel di Avatar nonostante anni di critici pronti a dichiarare che il film originale del 2009 non aveva lasciato alcuna impronta culturale. Eccolo nel 2025, a completare Avatar: Fire and Ash, a dimostrare ancora una volta che le sue scommesse pagano sempre.
Quando due visionari come Cameron e Rodriguez stringono un patto, quando parlano di architetture narrative che si estendono su tre film, quando forniscono tempistiche concrete e riferimenti geografici precisi, sarebbe da folli dubitare. La storia del cinema ci insegna che James Cameron ottiene sempre ciò che vuole, e se dice che Alita tornerà a sfrecciare sugli schermi, non resta che prepararsi a vederla di nuovo in azione. Perché nel mondo di Cameron, le promesse non sono parole al vento: sono progetti in fase di sviluppo.