C’è un momento, nella Roma degli anni Settanta, in cui una donna cattolica ed educata secondo i rigidi canoni del patriarcato si ritrova sola alla guida di una rivista erotica.
Il marito è fuggito all’estero per paura di essere arrestato, lasciandola con tre figli, una redazione da mandare avanti e centinaia di denunce per oscenità che piovono come grandine. Quella donna è Adelina Tattilo, e la sua storia – straordinaria, controversa, rivoluzionaria – arriva ora su Netflix con Mrs Playmen, la serie in sette episodi con Carolina Crescentini disponibile dal 12 novembre 2025.
Prodotta da Aurora TV e diretta da Riccardo Donna, Mrs Playmen non è solo un biopic drammatico. È un viaggio nel cuore pulsante di un’Italia che stava cambiando pelle, stretta tra moralismo cattolico e desiderio di libertà, tra censura e rivoluzione sessuale. La serie racconta come Tattilo trasformò Playmen da semplice pubblicazione erotica a fenomeno culturale capace di tirare oltre 400.000 copie, un caso più unico che raro nell’editoria italiana. E lo fa mescolando verità storica e narrazione cinematografica, creando un ritratto che vibra di tensione, coraggio e contraddizioni.
La sceneggiatura, firmata da uno staff guidato da Mario Ruggeri con Eleonora Cimpanelli, Chiara Laudani, Sergio Leszczynski e Alessandro Sermoneta, si basa su una ricerca accurata. “Di vero c’è molto, quasi tutto quello che riguarda la sfera lavorativa di Adelina corrisponde alla verità”, spiega Ruggeri. La sfera privata invece è stata romanzata per necessità drammaturgiche e rispetto della privacy. I tre figli reali – Roberto, Fabrizio e Manuela – diventano due nella serie, con nomi diversi. Ma lo spirito, assicura lo sceneggiatore, è quello autentico di una donna che incarnava già di suo un conflitto vivente.
La storia di Adelina Tattilo inizia nel 1967, quando insieme al marito Saro Balsamo lancia Playmen. Ma è dopo la sua fuga che lei diventa davvero Mrs Playmen. Sola al comando, escogita strategie geniali per aggirare i sequestri: fa uscire la rivista di sabato, quando i tribunali sono chiusi. Strappa scoop clamorosi come i nudi di Jacqueline Kennedy, che fanno il giro del mondo. Trasforma le pagine della rivista in un laboratorio culturale dove convivono fotografie erotiche e interviste a intellettuali del calibro di Herbert Marcuse, Susan Sontag, Michel Foucault. Uno spazio dove si discute di divorzio, aborto, pillola contraccettiva – temi che nell’Italia di quegli anni erano ancora tabù incandescenti.
Nel cast di Mrs Playmen, accanto a Carolina Crescentini, figurano Filippo Nigro, Giuseppe Maggio, Francesca Colucci e Domenico Diele. Le riprese, durate venti settimane tra gennaio e maggio 2024, hanno coinvolto oltre 80 professionisti per ricreare la Roma anni Settanta con una cura estetica che emerge già dal trailer presentato alla ventesima Festa del Cinema di Roma: luci calde, ambientazioni che trasudano glamour e tensione politica, un’estetica che non cede mai alla nostalgia fine a se stessa.
La serie ricostruisce la redazione di Playmen con personaggi in parte reali, in parte inventati. C’è Chartroux, il direttore interpretato da Filippo Nigro, una crasi di figure realmente esistite come Luciano Oppo e Franco Valobra – intellettuali di spessore che garantivano alla rivista un livello culturale altissimo. Chartroux vive una scissione profonda: da un lato sogna di lavorare per un quotidiano prestigioso, dall’altro è orgoglioso del percorso fatto con Adelina. In più porta dentro di sé un segreto che negli anni Settanta era ancora più pesante da sostenere: la sua omosessualità non dichiarata, che cozza con un passato di estrema destra.
L’unico personaggio che conserva il nome reale è Lella – all’anagrafe Filomena Carassai – la centralinista che per trentacinque anni è stata il cuore operativo della rivista, interpretata da Lidia Vitale. Poi c’è Elsa, personaggio totalmente inventato ma necessario per raccontare il punto di vista di una giovane donna di quegli anni. “Volevamo far capire a chi allora non c’era quanto fosse difficile la vita delle donne”, racconta Ruggeri. Elsa viene ingannata da un fotografo che pubblica suoi nudi senza consenso e si trasforma in informatrice del poliziotto che vuole far chiudere la rivista. Una vicenda di finzione che però illumina dinamiche reali: lo sfruttamento, il ricatto, la difficoltà di rivendicare la propria libertà in un’epoca in cui esisteva ancora il matrimonio riparatore.
Quanto di quello che vediamo in Mrs Playmen è realmente accaduto? Le strategie per evitare i sequestri sono accurate. Le denunce per oscenità erano reali e costanti: i direttori responsabili venivano arrestati mensilmente, tanto che Attilio Battistini scrisse un racconto intitolato “Le mie prigioni”. Adelina nella serie finisce in carcere, ma storicamente non le accadde mai – anche se i suoi collaboratori sì, talvolta per tre o quattro giorni. Lo scoop dei nudi di Jackie Kennedy è vero. La presenza nella redazione di firme come Fernanda Pivano ed Ernesto Ferrero è documentata. Le interviste a Fred Astaire, Jack Nicholson, Robert De Niro, Sergio Leone, Bernardo Bertolucci, Monica Vitti – grande amica di Adelina – sono tutte reali.
Ci sono anche licenze narrative. La scena in cui Chartroux e il fotografo Luigi Poggi finiscono sul set di Pier Paolo Pasolini è inventata, anche se non inverosimile considerando che personalità come Federico Fellini frequentavano effettivamente quell’ambiente. “Lo abbiamo immaginato perché in quell’epoca un personaggio così forte come Pasolini poteva frequentare quell’ambiente”, spiega lo sceneggiatore. La serie non pretende di essere un documentario: il sottotitolo “ispirato a una storia vera” è dichiarato sin dall’inizio. Ma la sostanza, il conflitto, il coraggio di Adelina Tattilo sono autentici.
Perché questa storia merita di essere raccontata oggi? Perché Adelina Tattilo non fu semplicemente un’editrice di successo. Fu una donna che sfidò un sistema, che trasformò una rivista considerata scandalosa in uno spazio di libertà e dibattito culturale. L’Onu la inserì nella lista delle donne più influenti del pianeta. Gestiva personalmente ogni aspetto della pubblicazione – dall’editing alla distribuzione – in un’epoca in cui le donne erano raramente al comando di attività imprenditoriali, figuriamoci se controverse. Affrontò censure, critiche morali, ostilità sociale. Ma mantenne la sua visione fino alla fine.
Carolina Crescentini, che presta volto e corpo ad Adelina, ha dichiarato che interpretarla è stato “un insegnamento”. Perché la storia di Tattilo è quella di una trasformazione: da donna considerata “non abbastanza” a imprenditrice autonoma e influente. È la storia di una rivoluzione silenziosa che partì dalle pagine patinate di una rivista erotica e arrivò a cambiare il modo in cui l’Italia parlava di corpo, desiderio, sessualità. Mrs Playmen non è solo intrattenimento. È un invito a ripensare le radici della nostra contemporaneità: dall’emancipazione femminile alla rappresentazione del corpo, passando per la libertà sessuale che oggi diamo per scontata ma che allora andava conquistata pagina dopo pagina, denuncia dopo denuncia, scoop dopo scoop.
La serie è disponibile su Netflix dal 12 novembre 2025. Sette episodi per raccontare una donna che ha cambiato le regole del gioco, in un’Italia che non voleva cambiarle. E che forse, ancora oggi, fa fatica a guardare senza imbarazzo a quella stagione in cui il desiderio divenne cultura e la libertà passò anche attraverso le fotografie di una rivista che tutti compravano ma pochi ammettevano di leggere.