Quando un film con un budget di 200 milioni di dollari diventa uno dei flop più discussi del decennio, ci si aspetterebbe che i protagonisti si nascondano. Non Lady Gaga.
In una recente intervista a Rolling Stone, la superstar ha rivelato una reazione inaspettata al tracollo di Joker: Folie à Deux: ha iniziato a ridere. Una confessione sorprendente che racconta molto di più del semplice fallimento commerciale di un sequel controverso.
Il primo Joker di Todd Phillips, uscito nel 2019, aveva sorpreso tutti. Con un tono cupo che richiamava il cinema di Martin Scorsese e un budget relativamente contenuto di 70 milioni di dollari, il film aveva incassato oltre un miliardo al botteghino. Joaquin Phoenix aveva conquistato l’Oscar per la sua interpretazione di Arthur Fleck, un comico fallito trasformato in simbolo rivoluzionario involontario. Undici nomination agli Academy Awards e un successo planetario che nessuno si aspettava da un film sul villain di Batman.
Ma il sequel ha preso una strada completamente diversa. Joker: Folie à Deux si svolge principalmente in un manicomio e in un’aula di tribunale, dove Arthur Fleck affronta il processo per i suoi crimini mentre sviluppa una relazione tossica con Lee Quinzel, interpretata da Lady Gaga. Il film introduce sequenze musicali fantasiose in cui i due protagonisti cantano e ballano, esprimendo i loro sentimenti attraverso numeri che richiamano i musical d’epoca. Gaga, cantante professionista, ha scelto di utilizzare una voce più naturale e contenuta, lontana dai suoi celebri acuti esplosivi, per dare profondità emotiva al personaggio.
Eppure qualcosa non ha funzionato. Nonostante l’investimento massiccio e le aspettative altissime, il film è stato accolto con recensioni devastanti e un rifiuto quasi totale da parte del pubblico. Le critiche hanno puntato il dito contro il ritmo lento, la durata eccessiva di 138 minuti e soprattutto contro una scelta narrativa precisa: il sequel sembra costruito per demolire deliberatamente il mito del Joker creato dal primo film. Personaggi che tornano dalla pellicola originale testimoniano in tribunale che il Joker non è né intelligente né speciale, ma semplicemente patetico e mediocre.
Ed è qui che la reazione di Lady Gaga diventa affascinante. “Non ero indifferente”, ha ammesso nell’intervista. “È buffo, sono quasi nervosa nel condividere la mia reazione. Ma la verità è che quando tutto è iniziato, ho iniziato a ridere. Perché stava diventando così esagerato.” Una risata di fronte al caos, quasi un riflesso di autodifesa artistica. Ma quando il clamore negativo ha continuato a non placarsi, l’artista ha confessato che il dolore è arrivato: “Quando ci vuole tempo perché qualcosa si dissolva, può essere un po’ più doloroso. Solo perché ho messo molto di me stessa in questo progetto.”
Gaga ha rivelato che proprio la controversia che aveva circondato il primo Joker l’aveva attratta verso il progetto. “C’era una tonnellata di negatività intorno a Joker”, ha spiegato. “E credo che mi sentissi artisticamente ribelle in quel momento.” Il film di Phillips era stato accusato di poter ispirare violenza, di glorificare un antieroe tossico che poteva risuonare con uomini frustrati e socialmente isolati. Timori che, alla fine, non si sono concretizzati in episodi reali, ma che hanno segnato il dibattito culturale intorno all’opera.
Il sequel, in questo senso, sembra essere stato concepito come una risposta diretta a quegli spettatori che avevano idolatrato Arthur Fleck. Un attacco premeditato contro l’adorazione del personaggio, una dichiarazione che quella rivoluzione non aveva senso, che quel simbolo era vuoto. Una scelta artistica coraggiosa, certamente, ma che ha alienato proprio quel pubblico che aveva decretato il successo del primo capitolo.
Di fronte al fallimento, Lady Gaga ha fatto ciò che sa fare meglio: ha trasformato il dolore in arte. Ha scritto e pubblicato il brano “Disease”, accompagnato da un video musicale oscuro e viscerale che inizia con la cantante morta sul cofano di un’auto e la vede torturare un suo doppelgänger in un dungeon degno di Saw. “Ho messo tutta quell’energia in quel video”, ha raccontato. “Ero in quel posto, sai, pensavo: ‘Vi mostrerò chi sono e vi mostrerò com’è questa lotta.'”
In termini di carriera, l’attrice e cantante non è stata davvero danneggiata dall’esperienza. La sua reputazione musicale resta intatta, la sua capacità di reinventarsi continua a essere uno dei suoi punti di forza. Ma il suo cuore, ha ammesso, ha sofferto. Aveva investito passione, energia creativa e vulnerabilità in un progetto che il mondo ha respinto con una violenza inaspettata.
Resta il mistero di dove siano finiti quei 200 milioni di dollari. Le scene d’asilo e di tribunale non richiedono effetti speciali elaborati. I numeri musicali sono stati girati su set fisici relativamente piccoli, spesso con solo i due protagonisti. Non ci sono scene d’azione esplosive, né ambientazioni particolarmente costose. La domanda continua a circolare tra gli addetti ai lavori e i fan: dove è andato a finire tutto quel budget?
Joker: Folie à Deux rimarrà probabilmente negli annali come uno dei casi di studio più interessanti sul rapporto tra arte, aspettative del pubblico e coraggio creativo. Un sequel che ha scelto di tradire deliberatamente chi aveva amato il primo film, pagandone le conseguenze al botteghino. E al centro di questa tempesta, una Lady Gaga che ha risposto con una risata prima e con la musica dopo, dimostrando ancora una volta che le vere star sanno trasformare anche i fallimenti più rumorosi in carburante per la propria creatività.