C’è qualcosa di familiare, quasi nostalgico, nel guardare il nuovo trailer di Una di Famiglia – The Housemaid.
È come se il cinema avesse deciso di recuperare quella formula vincente che negli anni Novanta ha tenuto milioni di spettatori incollati alle poltrone: thriller domestici al femminile, carichi di tensione psicologica, dove l’apparente perfezione nasconde abissi inquietanti. Film come La mano sulla culla di Curtis Hanson o Inserzione pericolosa hanno definito un’epoca, trasformando lo spazio domestico in un campo di battaglia psicologico dove nulla è come appare.
Sydney Sweeney, l’attrice che ha conquistato il pubblico con ruoli sempre più complessi e stratificati, torna al cinema il 1° gennaio con un personaggio che sembra scritto su misura per lei. In Una di Famiglia – The Housemaid interpreta Millie, una giovane donna in fuga dal proprio passato che accetta un lavoro come domestica nella sfarzosa villa di Nina e Andrew Winchester, interpretati rispettivamente da Amanda Seyfried e Brandon Sklenar. Nel cast figura anche Michele Morrone, a conferma della dimensione internazionale del progetto distribuito da 01 Distribution.
Il film è diretto da Paul Feig, regista che ha dimostrato di saper maneggiare con maestria atmosfere sospese e personaggi ambigui in Un piccolo favore, e si ispira all’omonimo bestseller di Freida MacFadden. La storia prende vita attraverso un meccanismo narrativo classico ma sempre efficace: quello che inizialmente appare come il lavoro dei sogni e l’opportunità per ricominciare si trasforma rapidamente in un sottile gioco fatto di segreti, seduzione, scandali e potere.
Il nuovo trailer ufficiale in versione originale mostra quanto il film sappia giocare con i codici del genere. Sydney Sweeney porta sullo schermo quella dualità che l’ha resa una delle attrici più interessanti della sua generazione: vulnerabilità e determinazione, innocenza apparente e forza nascosta. Di fronte a lei, Amanda Seyfried costruisce il ritratto di una padrona di casa che dietro l’eleganza e la compostezza potrebbe celare molto più di quanto lasci trasparire.
La scelta di ambientare la storia nel cuore dell’alta società non è casuale. Le ville lussuose, i saloni impeccabili, gli arredi raffinati diventano lo scenario perfetto per svelare come la perfezione sia solo apparenza. Dietro le porte chiuse della casa Winchester, nessuno è davvero al sicuro e tutti nascondono un segreto. È proprio questa promessa di rivelazioni progressive, di maschere che cadono una dopo l’altra, a rendere il thriller psicologico un genere capace di attraversare le generazioni senza perdere mordente.
Curioso notare come la carriera di Sydney Sweeney sia stata costellata fin dall’inizio da progetti che esplorano l’ambiguità e la tensione erotica. The Voyeurs, uno dei film che l’ha lanciata, si colloca in quella linea parallela di thriller che gioca con lo sguardo, il desiderio e l’ossessione. Una di Famiglia sembra portare questa esplorazione un passo oltre, aggiungendo la dinamica del potere economico e sociale, del divario tra chi serve e chi viene servito, tra chi fugge da un passato oscuro e chi vive in una gabbia dorata.
Il cinema degli anni Novanta aveva capito una cosa fondamentale: non servono effetti speciali o colpi di scena esagerati quando hai personaggi ben scritti, attori capaci di incarnarli e una regia che sa dosare la tensione. Una di Famiglia – The Housemaid sembra voler recuperare proprio questa lezione, riportando sullo schermo quel tipo di suspense che si costruisce sguardo dopo sguardo, silenzio dopo silenzio, fino a esplodere quando meno te lo aspetti.
L’uscita nelle sale italiane il primo giorno dell’anno rappresenta una scommessa interessante: un thriller adulto, sofisticato, lontano dalle esplosioni e dagli inseguimenti che dominano il panorama cinematografico contemporaneo. Un film che chiede al pubblico di fermarsi, osservare, interpretare i segnali. E che promette di non lasciare nessuno indifferente quando, alla fine, tutte le carte saranno scoperte sul tavolo.