Ci sono incontri cinematografici che lasciano il segno. Eva Green lo sa bene: nel 2016, sul set di “Miss Peregrine’s Home for Peculiar Children” di Tim Burton, ha avuto modo di incrociare brevemente Samuel L. Jackson.
Un assaggio troppo piccolo per un’attrice che ha fatto della complessità emotiva e della sensualità oscura la sua firma. Quasi un decennio dopo, quel desiderio di collaborare nuovamente con la leggenda di “Pulp Fiction” si è finalmente materializzato in “Just Play Dead”, un thriller diretto da Martin Campbell che promette di essere un concentrato di doppi giochi, tradimenti e colpi di scena sotto il sole delle Isole Canarie.
“Volevo fare un’altra commedia da tempo e mi sono innamorata della sceneggiatura e dell’idea di lavorare con Sam”,
racconta Green al The Hollywood Reporter.
“La sua energia e generosità erano indimenticabili. Sam porta umorismo, concentrazione e totale sicurezza. È generoso e divertente: il miglior tipo di partner sul set.”
Parole che tradiscono l’entusiasmo di chi ha trovato non solo un collega, ma un complice artistico con cui giocare una partita ad altissima tensione narrativa.
La trama di “Just Play Dead” è un meccanismo perfetto di inganni intrecciati. Al centro c’è Jack Wolfe, un ricco boss criminale interpretato da Jackson che, messo alle strette dalla polizia federale, decide di inscenare la propria morte per intascare trenta milioni di dollari dall’assicurazione sulla vita. Al suo fianco, in apparenza affranta, c’è sua moglie Nora, il personaggio di Eva Green. Il piano prevede di incastrare Chad, l’amante surfista di Nora, per l’omicidio. Ma Nora ha un’agenda tutta sua: uccidere davvero Jack, far ricadere la colpa su Chad e tenersi l’intera fortuna.
“Nora è partita come escort di alto bordo, poi ha sposato Jack Wolfe, un gangster molto potente”,
spiega Green.
“È decisamente alla pari con Jack, altrettanto intelligente e spietata. È una grande manipolatrice e adora giocare con la mente delle persone.”
Una descrizione che risuona perfettamente con l’iconografia costruita dall’attrice francese nel corso della sua carriera: da Vanessa Ives in “Penny Dreadful” alla duplice Vesper Lynd in “Casino Royale”, Green ha sempre saputo incarnare donne complesse, mai riducibili a una sola dimensione.
Ed è proprio “Casino Royale” a rappresentare un filo rosso in questa storia. Martin Campbell, il regista che nel 2006 ha ridefinito James Bond con Daniel Craig, torna a dirigere Eva Green vent’anni dopo.
Riflette l’attrice sul celebre capitolo della saga bondiana:
“È un film eccellente, Martin ha la rara capacità di far sentire intime le grandi storie. Sa bilanciare un grande slancio drammatico con personaggi reali. Può dare al pubblico grande intrattenimento, ma con profondità e significato. È esattamente quello che ha fatto con James Bond. E, come si dice, nessuno lo fa meglio. Quando qualcuno così ti invita di nuovo nell’arena creativa, dici sì con gratitudine.”
L’approccio registico di Campbell è rimasto coerente nel tempo, ma secondo Green ha acquisito una marcia in più.
“È lo stesso in tutti i modi migliori: preciso, curioso, esigente. E ha più energia oggi di quando abbiamo fatto Casino Royale. Vorrei conoscere la sua ricetta segreta perché ha persino più energia di me.”
Una testimonianza che conferma come, a distanza di due decenni, il regista britannico continui a essere una forza creativa inesauribile, capace di orchestrare thriller ad alta tensione senza perdere il controllo sui dettagli emotivi.
Per Eva Green, “Just Play Dead” rappresenta anche una continuità con il suo lavoro più recente. L’attrice è reduce da “Dirty Angels”, un altro thriller militare sempre diretto da Campbell nel 2024. La scelta di questi progetti sembra riflettere una nuova fase della sua carriera, dove l’attrazione per ruoli complessi si sposa con una voglia di sperimentare toni più leggeri e ritmati.
“Sono sempre pronta a interpretare personaggi che non ho mai fatto prima, specialmente con una sceneggiatura ben scritta che ha grandi battute, i personaggi in Just Play Dead sono molto colorati, più grandi della vita. Non facciamo più dialoghi come questi ed è molto esaltante.”
Eppure, nonostante il tono giocoso e la trama pulp, Eva Green non rinuncia alla sua anima dark. Quando le viene chiesto quali registi vorrebbe avere al suo fianco in futuro, la risposta è rivelatrice:
“Mi piacerebbe lavorare con Magnus von Horn. The Girl with the Needle è un capolavoro assoluto. È orribilmente avvincente e ci è voluto grande coraggio per affrontare un racconto gotico così impossibilmente oscuro.”
Una conferma che, anche mentre si diverte con omicidi inscenati e tradimenti sulla spiaggia, l’attrice mantiene uno sguardo fisso su territori narrativi estremi e perturbanti.
“Just Play Dead” è rappresentato al mercato internazionale dell’American Film Market da Highland Film Group, che gestisce i diritti internazionali. Il film, girato nelle Isole Canarie, promette di essere un cocktail esplosivo di stile, suspense e dialoghi al vetriolo, il tutto sotto la regia di un maestro del genere e con due attori che sanno come tenere lo schermo in ostaggio.
Per ora, Eva Green continua a giocare con morte, seduzione e doppi fondi. Il suo futuro cinematografico resta imprevedibile, proprio come i personaggi che sceglie di interpretare. Una cosa è certa: quando si tratta di femme fatale, nessuno lo fa meglio di lei.
