Quando Breaking Bad ha fatto il suo debutto nel 2008, nessuno avrebbe potuto prevedere che la storia di Walter White, interpretato da Bryan Cranston, avrebbe lasciato un’impronta così profonda nella cultura popolare.

Creata da Vince Gilligan, la serie è diventata uno dei più grandi show televisivi di tutti i tempi, un punto di riferimento che ha ridefinito il concetto stesso di narrazione seriale. Dopo la conclusione nel 2013, l’universo di Breaking Bad si è espanso con Better Call Saul, un prequel incentrato sull’avvocato corrotto Saul Goodman, alias Jimmy McGill, interpretato da Bob Odenkirk. A questo si è aggiunto El Camino: A Breaking Bad Movie, un epilogo cinematografico che completa il destino di Jesse Pinkman.

Con tre progetti interconnessi che si muovono su linee temporali diverse, la domanda sorge spontanea: qual è l’ordine migliore per immergersi completamente in questo universo? La risposta potrebbe sorprendervi, perché seguire la cronologia degli eventi non è la scelta vincente.

L’ordine di visione più efficace per Breaking Bad e Better Call Saul è quello di uscita, non quello cronologico. Questo significa guardare prima le cinque stagioni di Breaking Bad, poi le sei stagioni di Better Call Saul, e infine El Camino. Molti fan potrebbero essere tentati di iniziare con Better Call Saul, dato che la maggior parte della serie si svolge prima degli eventi di Breaking Bad. Tuttavia, questa scelta rappresenterebbe un vero disservizio alla complessità narrativa costruita da Gilligan e dal co-creatore Peter Gould.

Il motivo è semplice ma profondo: Better Call Saul è costruito sul senso di retrospettiva. Ogni stagione della serie inizia con flash-forward in bianco e nero che si collocano cronologicamente dopo Breaking Bad e El Camino, creando una struttura temporale stratificata. Conoscere già il destino di Jimmy McGill, sapere come diventerà Saul Goodman e cosa gli accadrà dopo gli eventi di Breaking Bad, aggiunge uno strato di tragedia e ironia drammatica che sarebbe completamente perduto guardando le serie in ordine cronologico.

Considerate personaggi come Gus Fring di Giancarlo Esposito e Mike Ehrmantraut di Jonathan Banks: in Better Call Saul sono quasi completamente diversi rispetto a Breaking Bad. I loro archi narrativi diventano estremamente efficaci e tragici proprio perché lo spettatore sa già quale sarà il loro destino. La discesa di Jimmy McGill nella sua persona di Saul Goodman acquista un peso emotivo devastante quando si conosce già l’esito finale del suo percorso.

Un altro ostacolo insormontabile all’ordine cronologico è la natura dei flashback presenti in entrambe le serie. Sia Breaking Bad che Better Call Saul utilizzano flashback in modo inconsistente e tematicamente rilevante, non semplicemente cronologico. Alcuni dei primi eventi temporali dell’universo narrativo appaiono come singole scene all’inizio di episodi di Better Call Saul, rendendo impossibile una visione cronologica fluida senza interrompere continuamente il flusso narrativo.

Better Call Saul, man mano che si avvicina alla sua conclusione, si muove progressivamente verso la timeline di Breaking Bad, sia cronologicamente che esteticamente. Le prime stagioni hanno un tono più leggero e comico, mentre le ultime diventano più cupe e drammatiche, avvicinandosi sempre più all’atmosfera del suo predecessore. Questa evoluzione graduale funziona magnificamente quando si è già familiari con il mondo cupo e spietato di Breaking Bad.

Le apparizioni dei personaggi originali di Breaking Bad in Better Call Saul non sono mai semplice fan service. Ogni crossover serve la storia complessiva, arricchisce il mondo narrativo e approfondisce il lavoro sui personaggi. Gli episodi si sovrappongono con eventi critici di Breaking Bad, creando un senso di immersione totale nell’underworld criminale di Albuquerque.

E poi c’è El Camino: A Breaking Bad Movie. Scritto e diretto da Vince Gilligan, il film racconta cosa accade a Jesse Pinkman, interpretato da Aaron Paul, dopo gli eventi conclusivi di Breaking Bad. Con il suo stile da neo-western e un tono unico rispetto alle due serie, El Camino offre una chiusura definitiva al personaggio di Jesse. Data la natura conclusiva del film, rappresenta il capitolo finale perfetto da guardare dopo aver completato sia Breaking Bad che Better Call Saul.

L’universo creato da Gilligan ruota intorno a tre personaggi centrali: Walter, Jesse e Saul. Ogni progetto offre inizi e finali definitivi per tutti loro, creando un affresco narrativo completo. I personaggi che si intrecciano, i temi ricorrenti e la visione creativa distintiva di ciascun progetto rendono la visione in successione incredibilmente soddisfacente.

Mentre Breaking Bad enfatizza gli elementi criminali e la discesa volontaria di un uomo nelle tenebre, Better Call Saul esplora la lenta dissoluzione di Jimmy McGill, le relazioni stratificate e intime che lo spingono verso i suoi impulsi più oscuri, fino alla redenzione più inaspettata. Sono due facce della stessa medaglia narrativa, complementari e inseparabili.

Per chi cerca l’esperienza completa di Breaking Bad, l’ordine di visione ottimale è quindi: Breaking Bad (5 stagioni), Better Call Saul (6 stagioni), El Camino: A Breaking Bad Movie. Questo percorso rispetta l’evoluzione creativa dell’universo narrativo e massimizza l’impatto emotivo di ogni rivelazione, ogni tragedia, ogni momento di grazia.

E per chi non ne avesse ancora abbastanza del genio di Vince Gilligan, c’è già qualcosa all’orizzonte. La sua prossima serie, Pluribus, in arrivo su Apple TV, sembra essere la sintesi di tutto il suo lavoro precedente. Con la partecipazione di Rhea Seehorn, già protagonista di Better Call Saul, e ambientata nel genere fantascientifico in cui Gilligan ha mosso i primi passi scrivendo per X-Files, Pluribus si preannuncia come uno dei progetti più interessanti della stagione televisiva autunnale.

Ma c’è ancora tempo per tuffarsi nell’universo di Breaking Bad prima del nuovo capitolo. Con narrazioni ricche, temi complessi e personaggi moralmente ambigui, le due serie televisive e il film offrono un’esperienza avvincente dall’inizio alla fine. La chiave è seguire l’ordine di uscita, lasciando El Camino come epilogo finale dopo entrambe le serie. Solo così potrete apprezzare appieno la tragedia, la redenzione e la grandezza di uno degli universi narrativi più straordinari della televisione moderna.

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