C’è un sogno che sta prendendo forma nel cuore del franchise di Predator, e ha il sapore di qualcosa che il cinema non ha mai visto prima per questo iconico alieno.
Dan Trachtenberg, l’uomo che ha resuscitato la saga con Prey nel 2022, non si accontenta di aver salvato un franchise dato per morto. Vuole costruire qualcosa di epico, di interconnesso, di cinematograficamente ambizioso. E per spiegare la sua visione, il regista ha scomodato un paragone che fa tremare i polsi: il Marvel Cinematic Universe.
In vista dell’uscita di Predator: Badlands, Trachtenberg ha condiviso con Comic Book una rivelazione che potrebbe ridefinire completamente il futuro della saga. Il suo piano non è semplicemente fare film dopo film, ma tessere una trama narrativa dove ogni capitolo costruisce qualcosa di più grande, proprio come ha fatto Kevin Feige con i supereroi Marvel.
“Quello che ha reso Avengers un successo, è che non era il primo film dell’MCU, né il secondo. Avevamo passato tempo a conoscere i personaggi nelle loro storie individuali, assicurandoci che quei film fossero interessanti e avessero premesse valide da soli.”
La visione di Trachtenberg è chiara: prima di vedere mondi che si scontrano, dobbiamo innamorarci di ogni singola storia. È un approccio radicalmente diverso da quello che ha caratterizzato il franchise dopo l’originale del 1987 con Arnold Schwarzenegger. Dove Predator 2 del 1990 aveva deluso, dove Predators del 2010 di Nimród Antal non era riuscito a soddisfare le aspettative, e dove The Predator del 2018 aveva incontrato una ricezione tiepida, Trachtenberg sta costruendo un universo che funziona capitolo dopo capitolo.
Il regista è stato persino paragonato al “Kevin Feige del franchise di Predator”, un titolo che accetta con orgoglio ma anche con cauta umiltà. La sua risposta è stata intrigante: “Lo prendo come un complimento perché penso che Kevin Feige sia un genio e quello che ha creato non ha precedenti nella storia del cinema. Io finora ho fatto solo un paio di buoni film di Predator, e spero in un terzo.” Un momento: un paio? E il terzo? Questa dichiarazione ha sollevato più domande che risposte, considerando che oltre a Prey, Trachtenberg ha firmato Predator: Killer of Killers e ora Predator: Badlands.
Ma è proprio Badlands a rappresentare il colpo di genio più audace. Secondo le anteprime, questo nuovo capitolo ribalta completamente la formula: il Predator non è il cattivo assoluto, ma si allea con un androide per combattere una minaccia ancora più terrificante. È un twist narrativo che dimostra come Trachtenberg abbia capito la lezione fondamentale: per mantenere vivo un franchise serve reinventare la formula, non semplicemente ripeterla.
Il film, che vede protagonista Elle Fanning nel doppio ruolo di Thia e Tessa, insieme a Dimitrius Schuster-Koloamatangi come Dek, promette 107 minuti di azione e fantascienza con un rating PG-13. Ma oltre ai dettagli tecnici, ciò che emerge è una visione autoriale precisa: ogni film deve avere una sua identità, una sua ragione d’essere, prima che i fili si intreccino in qualcosa di più grande.
La domanda che rimane è: quando vedremo questo momento “Avengers” del franchise di Predator? Trachtenberg non si sbilancia, ma la strada è tracciata. Dopo aver dimostrato con Prey che ambientare un film nel 1700 con una guerriera Comanche poteva funzionare magnificamente, dopo aver osato con Badlands un’alleanza improbabile, il regista ha guadagnato la fiducia per costruire qualcosa di veramente monumentale.
Il futuro del franchise non è mai stato così luminoso. E se Dan Trachtenberg riuscirà davvero a replicare la magia che Kevin Feige ha creato con l’MCU, allora il cinema di fantascienza sta per assistere a una rivoluzione. Il Predator non è più solo un cacciatore alieno iconico: è il protagonista di un universo che sta per espandersi in modi che nessuno avrebbe mai immaginato.