Quando una produzione italiana conquista la vetta delle classifiche globali di Netflix, superando colossi in lingua inglese, non si tratta di un semplice successo.
È un evento che merita attenzione, perché testimonia come le storie capaci di scavare nel profondo della cronaca e della psiche umana possano abbattere qualsiasi confine linguistico. La miniserie Il Mostro di Stefano Sollima e Leonardo Fasoli ha raggiunto proprio questo traguardo, imponendosi come la serie più vista a livello globale nella settimana del 20-26 ottobre.
I numeri parlano chiaro: 9,6 milioni di visualizzazioni. Non solo la miniserie ha dominato la classifica dei contenuti in lingua straniera, ma ha addirittura superato le views della seconda stagione di Nobody Wants This, prima classificata tra le serie in lingua inglese. Un risultato straordinario per una produzione composta da soli quattro episodi da sessanta minuti, realizzata da The Apartment e AlterEgo. Variety ha riportato questi dati che certificano come il pubblico internazionale abbia letteralmente divorato questa incursione nella cronaca nera italiana.
Uscita su Netflix il 22 ottobre, Il Mostro aveva già fatto parlare di sé durante la sua prima proiezione all’82° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. La serie ha diviso la critica, come spesso accade con le opere che osano esplorare territori scomodi, ma ha generato una curiosità magnetica nel pubblico. Ogni episodio segue una pista differente, indagando con tono documentaristico i quattro principali sospettati dei delitti che terrorizzarono la Toscana tra il 1968 e il 1985, con particolare attenzione alla controversa pista sarda.
La scelta stilistica di Sollima è quella del rigore investigativo unito alla tensione narrativa. Non è un approccio nuovo per il regista romano, che ha fatto della rappresentazione della violenza e del crimine organizzato il suo territorio d’elezione. Da Gomorra a Suburra, passando per Romanzo Criminale, Adagio e ACAB, Sollima ha dimostrato una capacità unica di trasformare storie di cronaca in narrazioni cinematografiche potenti e visivamente innovative.
In un’intervista rilasciata a Variety il 4 settembre, Sollima ha spiegato il cuore pulsante del progetto: “All’improvviso ci siamo resi conto che la storia stava diventando molto più ampia e incentrata non tanto sulla caccia al Mostro di Firenze, quanto piuttosto un’indagine sull’uomo e di come sia portatore del male”. Questa affermazione rivela l’ambizione vera della serie: non limitarsi a ricostruire i fatti, ma interrogarsi sulla natura della malvagità umana.
La preparazione è stata meticolosa. Sollima ha dedicato più di un anno allo studio del caso, effettuando sopralluoghi nei luoghi dei delitti e consultando documenti ufficiali. Questo rigore documentale emerge in ogni frame, restituendo allo spettatore non solo la cronaca dei fatti, ma l’atmosfera claustrofobica di un’indagine che si è dipanata per decenni, tra piste false, indagati innocenti e una verità che forse non sapremo mai completamente.
La leggenda del Mostro di Firenze continua a esercitare un fascino oscuro, non solo sugli italiani che hanno vissuto quegli anni di terrore, ma anche su un pubblico internazionale attratto dalla complessità di un caso mai definitivamente risolto. Otto duplici omicidi, coppiette uccise in luoghi appartati, un serial killer che ha eluso la giustizia per quasi vent’anni: gli ingredienti per una storia che diventa mito nero della cronaca italiana.
Il successo globale de Il Mostro dimostra che il pubblico mondiale è affamato di narrazioni autentiche, radicate in contesti culturali specifici ma capaci di parlare un linguaggio universale. La serialità italiana, quando sostenuta da una visione autoriale forte e da una produzione di qualità, può competere e vincere contro le produzioni mainstream americane. Non si tratta di una vittoria isolata, ma della conferma di una tendenza: le piattaforme globali sono terreno fertile per storie che osano esplorare il lato oscuro dell’animo umano con onestà e profondità.
Quattro episodi che hanno tenuto incollati milioni di spettatori in tutto il mondo, quattro piste che si intrecciano in un labirinto di sospetti e ombre. Il Mostro non offre risposte facili, perché la realtà stessa non ne ha offerte. Ma offre qualcosa di più prezioso: uno sguardo lucido e implacabile su come il male possa annidarsi nell’ordinario, e su come la ricerca della verità possa consumare vite intere senza mai giungere a una conclusione definitiva.