Il finale della prima stagione di Alien: Earth ha lasciato il pubblico con il fiato sospeso. Wendy e i suoi Lost Boys, alleati con gli Xenomorfi, hanno dichiarato con orgoglio: “Ora comandiamo noi”.
Un momento di trionfo puro, elettrizzante, che ha ribaltato ogni aspettativa. Ma Noah Hawley, il creatore della serie, ha un messaggio chiaro per chi pensa che la strada sia in discesa: quella vittoria potrebbe essere solo l’inizio di un incubo ben più grande.
“Quel momento del ‘Ora comandiamo noi’ è così esaltante per il pubblico”
spiega Hawley in un’intervista esclusiva a Empire.
“E poi arriva la domanda… beh, è stato un momento esaltante anche quando Dustin Hoffman è uscito di corsa dalla chiesa e sono saliti sull’autobus in Il laureato. Ma cosa viene dopo?”
Il paragone non è casuale: proprio come quel celebre finale ambiguo di Mike Nichols, la dichiarazione trionfale dei synth nasconde un’incertezza profonda. Perché le navi della Weyland-Yutani stanno arrivando. E tutto ciò che Wendy e i suoi compagni hanno davanti sono problemi.
Negli otto episodi della prima stagione, Alien: Earth ha dimostrato di essere un’aggiunta coraggiosa al canone degli Xenomorfi. La serie di Hawley ha portato la minaccia extraterrestre sulla Terra, ma il vero cuore pulsante dello show è sempre stato Wendy, interpretata da Sydney Chandler: la coscienza di una bambina malata terminale trasferita in un corpo androide. Una premessa che mescola fantascienza body horror e riflessione esistenziale, ambientata in una Terra futura governata da corporazioni in guerra tra loro, con la Weyland-Yutani che domina su tutte.
Il percorso di Wendy e dei Lost Boys ha visto nascere un’alleanza inaspettata con gli Xenomorfi stessi, trasformando i mostri iconici della saga in qualcosa di più complesso: non semplici predatori, ma partner in una ribellione contro il potere corporativo. È questo ribaltamento delle aspettative che rende il finale così potente, ma anche così precario. Perché comandare, come sa bene chiunque abbia seguito Game of Thrones, è molto più difficile che conquistare.
Sebbene una seconda stagione non sia ancora stata ufficialmente confermata, Hawley ha le idee chiare su dove vorrebbe portare la storia.
“Sono interessato a esplorare la politica corporativa, come abbiamo visto, c’è un’irresistibile attrazione gravitazionale verso il monopolio che le corporazioni e i miliardari hanno. C’è un po’ di Game of Thrones nel mondo corporativo che trovo interessante.”
L’analogia con la serie HBO non è superficiale: Hawley immagina un tessuto di alleanze, tradimenti e giochi di potere tra giganti tecnologici, dove Wendy e i suoi alleati sono pedine tanto quanto giocatori.
Ma il cuore di Alien: Earth rimarrà sempre centrato sui synth e sulla loro ricerca di autonomia.
“Penso che questa storia dell’autonomia di questi bambini continui a essere il cuore dello show. Ma Alien parla sempre di livelli di contenimento. L’isola è un livello di contenimento e cosa succede quando si espande oltre quel livello?”
È una domanda che tocca l’essenza stessa della saga: dalla Nostromo alla prigione di Fiorina 161, ogni capitolo di Alien ha esplorato cosa accade quando il contenimento fallisce. E ora, con un’intera Terra in gioco, le conseguenze potrebbero essere devastanti.
Hawley è consapevole dei limiti imposti dal canone.
“Alla fine, lo show si chiama Alien: Earth. So che, dato il canone, non posso far esplodere la Terra, ma penso che mantenere il contenimento sarà molto difficile.”
Una dichiarazione che promette tensione e caos controllato, dove la minaccia degli Xenomorfi dovrà rimanere un segreto oscuro piuttosto che un’apocalisse planetaria. È un equilibrio delicato da mantenere, ma è proprio questo tipo di suspense claustrofobica che ha reso immortale il franchise.
Le ambizioni tematiche di Hawley per una potenziale seconda stagione vanno oltre il semplice survival horror.
“Perché è una storia sull’umanità intrappolata tra la natura che cerca di ucciderci e la tecnologia che abbiamo creato e che sembra anche cercare di ucciderci, mi sembra molto simile al mondo in cui vivo e quindi sento che c’è molto su cui confrontarsi davvero.”
È questa risonanza con il presente a rendere Alien: Earth qualcosa di più di un semplice spin-off: è un commento sulla nostra era di dominio tecnologico e crisi ecologica, dove i mostri che ci minacciano sono tanto organici quanto digitali.
Wendy e i Lost Boys hanno dichiarato che ora comandano loro. Ma nel mondo spietato della Weyland-Yutani, dove il profitto vale più della vita e dove gli Xenomorfi sono considerati risorse da sfruttare piuttosto che minacce da eliminare, quella dichiarazione di indipendenza potrebbe essere solo la prima mossa di una partita molto più lunga e pericolosa. Le navi stanno arrivando. E tutti i problemi stanno per cominciare.
La prima stagione completa di Alien: Earth è disponibile in streaming su Disney+.