C’è un vento che attraversa Trieste nel nuovo film di Stefano Mordini.

Non è solo la bora che flagella le strade della città mitteleuropea, ma un’inquietudine più profonda, quella che nasce quando le certezze si sgretolano e la paura si insinua nelle pieghe della quotidianità. La Lezione, presentato alla ventesima edizione della Festa del Cinema di Roma nella sezione Grand Public, è un noir psicologico che affonda le mani in uno dei temi più urgenti e dolorosi della nostra società: lo stalking.

Tratto dall’omonimo romanzo di Marco Franzoso, il film segue le vicende di un’avvocatessa interpretata da Matilda De Angelis che, dopo aver fatto assolvere un rinomato professore universitario accusato di stupro, comincia a sospettare di essere seguita. Non è la prima volta: il suo ex compagno era uno stalker, e la donna teme che l’incubo sia ricominciato. Nel frattempo, il professore – incarnato da Stefano Accorsi – le chiede aiuto per intentare una causa contro l’università che lo ha marginalizzato.

Stefano Mordini è un regista che conosce bene la grammatica del noir. Lo ha dimostrato con Pericle il nero, Lasciami andare e La scuola cattolica, opere in cui la tensione narrativa si intreccia con una riflessione profonda sulla natura umana. La Lezione non fa eccezione: è un film che non semplifica, che rifiuta il bianco e nero in favore di una complessità che costringe lo spettatore a interrogarsi, a mettere in discussione i propri preconcetti.

Durante la conferenza stampa che ha preceduto la proiezione ufficiale, Matilda De Angelis ha spiegato con lucidità le ragioni che l’hanno spinta ad accettare il ruolo di Elisabetta:

“Credo sia importante che Elisabetta appaia come una donna molto forte e molto strutturata, perché questi suoi tratti distintivi vanno contro il preconcetto che esistano tipi di persone maggiormente inclini a farsi manipolare e a essere stalkerate o violentate, e che quindi in qualche modo siano responsabili di ciò che accade”.

Le sue parole tagliano come lame, smontando uno dei miti più pericolosi e resistenti quando si parla di violenza di genere.

L’attrice ha poi aggiunto una riflessione personale che rivela tutta la sua consapevolezza del problema:

“Elisabetta mi somiglia, perché anche io sono forte e strutturata, e questo mi porta a domandarmi se potrei facilmente essere manipolata o stalkerata. Purtroppo queste cose succedono, e succedono soprattutto alle donne”.

È una dichiarazione che smantella l’illusione della sicurezza basata sul carattere, riconoscendo che il femminicidio è diventato un fenomeno sistemico della società contemporanea, alimentato da una cultura che permea meccanismi di controllo e possesso.

Stefano Accorsi, che torna a lavorare con la De Angelis dopo Veloce come il vento del 2016, ha sottolineato come La Lezione affronti lo stalking senza cadere nella trappola del manicheismo:

“Mi piaceva molto il fatto che la sceneggiatura del film affrontasse un tema così scottante e attuale in maniera non manichea, non con toni bianchi e neri e nemmeno in modo semplicistico”.

Per l’attore, il cinema rappresenta uno degli ultimi terreni di libertà dove raccontare la complessità al di là dei facili giudizi, soprattutto in un’epoca in cui i social media tendono ad acuire pregiudizi e semplificazioni.

Il lavoro di preparazione ha incluso sessioni di lettura e approfondimento che hanno permesso al cast di esplorare le molteplici sfaccettature del rapporto tra vittima e carnefice, mostrando come le dinamiche manipolatorie siano tutt’altro che lineari. Eppure, la posizione di Stefano Mordini rimane cristallina: lo stalking non è amore, e il film lo dimostra attraverso una narrazione che non concede alibi.

Quando durante la conferenza stampa qualcuno ha chiesto cosa sia davvero l’amore, Stefano Accorsi ha offerto una risposta che rivela quanto sia difficile definire un sentimento così universale eppure così sfuggente:

“Amore è una parola di sole cinque lettere che sicuramente è fra quelle che usiamo di più nella nostra vita, come anche nei film, nei libri. In realtà è un termine che racchiude una miriade di significati, e allora mi viene da pensare che si capisca di più che cosa non sia l’amore”.

Ed è proprio questo il cuore pulsante di La Lezione: smascherare il possesso travestito da amore, mostrare come la manipolazione si nasconda dietro parole dolci, rivelare i meccanismi attraverso cui lo stalker trasforma l’oggetto del suo desiderio in una preda. Il film di Mordini arriva nelle sale con la forza di un pugno nello stomaco e la delicatezza necessaria per trattare un tema che riguarda migliaia di donne ogni anno in Italia.

La Trieste ventosa e malinconica che fa da sfondo alla storia diventa una metafora perfetta di quell’instabilità emotiva che caratterizza sia la vittima che il persecutore. Attraverso la fotografia e una regia che privilegia i silenzi carichi di tensione, Stefano Mordini costruisce un thriller psicologico che non cerca risposte facili ma pone domande necessarie, urgenti, inaggirabili.

La presenza di Stefano Accorsi e Matilda De Angelis sul red carpet della Festa del Cinema di Roma ha rappresentato molto più di una semplice presentazione cinematografica. È stata un’occasione per aprire un dialogo su un fenomeno che troppo spesso viene minimizzato, frainteso o ignorato. E se il cinema ha ancora un ruolo sociale da giocare, è proprio quello di costringerci a guardare ciò che preferiremmo evitare, di illuminare gli angoli bui della nostra società con la luce implacabile della verità.

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