La regista Lucía Alenar Iglesias affronta il tema della perdita e della memoria: “Dopo un lutto il tempo sembra fermarsi. La protagonista si guarda indietro invece di guardare avanti: la nostalgia è un sentimento pericoloso ”
Dopo l’anteprima mondiale al 50° Toronto International Film Festival dove ha conquistato il Premio FIPRESCI, è stato presentato oggi, in Concorso alla 23esima edizione di Alice nella città, il festival che si svolge in parallelo e in agreement con la Festa del Cinema di Roma, “FORASTERA” diretto da Lucía Alenar Iglesias. Un’opera prima delicata, un film sulla memoria che uscirà prossimamente anche in Italia.
Durante una vacanza estiva a casa dei nonni a Maiorca, l’adolescente Catalina (interpretata da Zoe Stein) trascorre le sue giornate facendo scherzi alla sorellina, infastidendo la nonna, cospirando con il nonno e flirtando con i ragazzi. Questa pigra routine vacanziera si interrompe una notte, quando scopre il cadavere della nonna. Il tempo in casa si ferma e, incapace di elaborare il suo dolore, Catalina si rivolge agli oggetti della nonna. Improvvisamente, oggetti e vestiti che non aveva mai visto iniziano a significare qualcosa per lei.
“FORASTERA” affronta il tema della perdita e dell’assenza. In un’intervista ad Alice nella città, la regista racconta come i personaggi del film, e in particolare Catalina, riescono ad elaborare il lutto. “Catalina non conosceva bene la nonna, non sapeva la sua storia né l’aveva vista da giovane. Dopo questo lutto sente il bisogno di conoscerla meglio per renderle omaggio, ma anche per conoscere una parte di sé stessa”. Il film è poi anche un racconto di formazione, in cui la giovane protagonista affronta un percorso di crescita,
“Con la morte della nonna – spiega la regista – il tempo si ferma sia per lei che per il nonno e in generale tutta l’atmosfera sembra in qualche modo sospesa. Catalina avverte un profondo senso di colpa – prosegue – per non aver approfondito il suo rapporto con la nonna”, per cui deve fare in conti anche con questo sentimento. Un senso di colpa intriso di nostalgia che porta il suo personaggio a guardarsi indietro invece di andare avanti. “La nostalgia – conclude Lucía Alenar Iglesias – è sempre un sentimento molto pericoloso”.