Roma, anni ’70. Tra arte, potere e verità nascoste
Presentato alla Festa del Cinema di Roma 2025, Il Falsario è il nuovo film originale Netflix, prodotto da Cattleya – parte di ITV Studios e diretto da Stefano Lodovichi.
Scritto da Sandro Petraglia con la collaborazione di Lorenzo Bagnatori, il film nasce dal libro Il Falsario di Stato di Nicola Biondo e Massimo Veneziani, per raccontare la parabola di un uomo in bilico tra genio e truffa, arte e sopravvivenza.
Nel ruolo del protagonista, Pietro Castellitto dà volto e inquietudine a Toni, un giovane pittore arrivato a Roma dalla provincia con il sogno di diventare artista. Ma la Roma degli anni Settanta – viva, febbrile e corrotta – lo inghiotte, trascinandolo nel vortice del crimine e della grande Storia.
Accanto a lui, Giulia Michelini è Donata, gallerista emancipata e determinata che riconosce in Toni un talento fuori misura, destinandolo, però, alla sua stessa rovina. Nel cast anche Andrea Arcangeli, Pierluigi Gigante, Aurora Giovinazzo, Edoardo Pesce e Claudio Santamaria, per un racconto corale che unisce l’epica criminale al dramma umano.
Lodovichi costruisce una Roma che è insieme scenario e personaggio: contraddittoria, sporca, irresistibile. Le luci calde della fotografia di Emanuele Pasquet, le scenografie polverose di Paolo Bonfini e i costumi firmati Mary Montalto riportano sullo schermo l’anima di un decennio in cui tutto sembrava possibile, anche falsificare la realtà.
La colonna sonora di Santi Pulvirenti mescola brani d’epoca – da Ornella Vanoni a Bryan Ferry – con composizioni originali, accompagnando Toni nella sua discesa verso il cuore segreto della città eterna.
Il Falsario non racconta solo la storia di un uomo che inganna, ma quella di un Paese che si guarda allo specchio e fatica a riconoscersi. È una riflessione sull’identità, sulla sete di successo, sul prezzo della bellezza e sul confine — sottilissimo — tra verità e finzione.
C’è un momento, nel film, in cui Toni sembra capire che la sua vita è diventata una tela sbagliata. Ma ormai non può più cancellarla.
Il Falsario è proprio questo: un atto d’amore verso l’imperfezione, verso chi crea anche quando tutto intorno crolla, verso chi confonde la menzogna con l’arte per non smettere di sognare.
Perché, come suggerisce il film, a volte l’unico modo per dire la verità — è inventarla bene.