C’è un filo rosso che attraversa le cronache nere degli ultimi anni, un filo fatto di giovani vite spezzate mentre tentavano semplicemente di fare la cosa giusta.
C’è un filo rosso che attraversa le cronache nere degli ultimi anni, un filo fatto di giovani vite spezzate mentre tentavano semplicemente di fare la cosa giusta.
È il filo che unisce il ragazzo ucciso a Palermo per aver difeso un coetaneo, a Willy Monteiro Duarte, massacrato a Colleferro in una notte di settembre del 2020. Storie che interrogano la coscienza collettiva e costringono a guardare in faccia la violenza del nostro tempo.
È su questo spartiacque morale che si concentra il regista Vincenzo Alfieri, che ha presentato alla Festa del Cinema di Roma il suo nuovo film “40 Secondi”, prodotto e distribuito da Eagle Pictures.
Ha spiegato Alfieri:
“Il ragazzo ucciso a Palermo, intervenuto per proteggere un giovane che stava subendo un pestaggio, così come Willy Monteiro Duarte, sono casi di ragazzi che non sono rimasti indifferenti. Oggi siamo molto anestetizzati dalla violenza, fa parte di noi. Quando apri i social passi da una strage al vestito di una star: le notizie così si leggono in modo passivo. Willy, come tanti altri, dimostra che c’è ancora tanta umanità che deve essere raccontata.”
Il film ricostruisce le ventiquattro ore che precedono l’omicidio del ventunenne di origini capoverdiane, ucciso dopo aver difeso un amico aggredito da un gruppo di ragazzi. Ma “40 secondi” non è un crime movie tradizionale. Alfieri sceglie la via della riflessione, rifiutando il sensazionalismo della cronaca per restituire una verità più intima e universale.
Ha raccontato il regista:
“È importante portare questo film oggi: è multigenerazionale, sa parlare ai giovani e agli adulti. All’inizio ero titubante perché la storia era già stata molto raccontata sui giornali. Ma la lettura del libro di Federica Angeli, 40 secondi. Willy Monteiro Duarte. La luce del coraggio e il buio della violenza, mi ha spinto a realizzarlo: da quelle pagine ho trovato una visione diversa.”
Con il co-sceneggiatore Giuseppe G. Stasi, Alfieri ha deciso di abbandonare la struttura classica del racconto per fotografare la realtà.
“Abbiamo scelto di non raccontare una storia in senso canonico, ma di fermare i personaggi in una giornata qualsiasi, nel periodo post-Covid, un tempo di rabbia ma anche di voglia di rinascita.”
L’autenticità è la chiave del progetto. Il regista ha voluto un casting spontaneo e realistico, scegliendo molti dei protagonisti tra centinaia di provini di strada.
Tra loro c’è Justin De Vivo, al suo debutto cinematografico nei panni di Willy Monteiro Duarte.
Ha detto il giovane attore:
“Spero di riuscire a far arrivare la sua verità a tutti.”
Accanto a lui un cast che intreccia volti nuovi e nomi noti: Francesco Gheghi, Enrico Borello, Francesco Di Leva, Beatrice Puccilli, Giordano Giansanti, Luca Petrini, con Sergio Rubini e Maurizio Lombardi.
Ha raccontato Francesco Di Leva:
“Ho partecipato a questo film come cittadino e attore per gridare ‘sono dalla parte di Willy’.”
Ha aggiunto Francesco Gheghi:
“È stato importante comunicare un fatto così forte attraverso personaggi che vivono l’incomunicabilità generazionale. È quello che accade oggi, tra adulti e ragazzi che non si ascoltano più.”
Ma al di là delle interpretazioni, 40 secondi è un film che pone domande.
Come può in soli quaranta secondi esplodere tanta violenza?
Cosa dice questo della società che abbiamo costruito, dei ponti che abbiamo smesso di gettare tra le persone?
Ha dichiarato il produttore e distributore Roberto Proia:
“Questo film deve andare nelle scuole, deve essere visto da tutti. Morire in quaranta secondi non deve più accadere. I film non sistemano la realtà, ma possono dare un contributo importante.”
In un’epoca in cui scorriamo tra tragedie e frivolezze con la stessa velocità di un feed social, 40 Secondi ci chiede di fermarci, guardare e ricordare.
Dietro ogni titolo di cronaca c’è una vita, una famiglia, una comunità. E l’umanità di cui parla Alfieri non è un concetto astratto, ma un gesto concreto: scegliere di non voltarsi dall’altra parte.
40 Secondi uscirà nelle sale dal 20 novembre, distribuito da Eagle Pictures.
Un film necessario, capace di ricordarci che la compassione è ancora possibile — e che la vera giustizia comincia quando decidiamo di non restare indifferenti.