C’è un momento fugace in “After the Hunt”, l’ultimo lavoro di Luca Guadagnino ora nelle sale, che racconta una storia più amara di qualsiasi dialogo del film.

Mentre Julia Roberts esce da un negozio di liquori, la macchina da presa indugia per un istante su una vetrina: quella di un comic book store dove campeggia un poster di Sgt. Rock, l’eroe della Seconda Guerra Mondiale dell’universo DC Comics. Non è un dettaglio casuale. È la cicatrice visibile di un progetto che avrebbe potuto cambiare il corso del DCU e che invece è stato cancellato prima ancora di vedere la luce.

“After the Hunt”, con un cast stellare che include Andrew Garfield, Ayo Edebiri, Michael Stuhlbarg e Chloë Sevigny, esplora i temi della cancel culture nell’era post-MeToo attraverso le dinamiche del dipartimento di filosofia di Yale. Un contesto accademico e intellettuale dove un riferimento ai fumetti DC sembra fuori luogo, eppure quel poster racconta molto più di quanto appaia. Anzi, segue una tradizione affascinante nel cinema contemporaneo: registi che inseriscono nei loro film riferimenti ai progetti su cui stanno già lavorando.

Christopher Nolan lo fece con “Following”, il suo film d’esordio, dove incluse un simbolo di Batman anni prima di dirigere “Batman Begins”. Chloé Zhao inserì riferimenti agli Eternals in “Nomadland” quando aveva già firmato per il film Marvel. La differenza cruciale per Guadagnino è che il suo Sgt. Rock non arriverà mai al cinema. Quel poster è diventato un monumento a un’occasione perduta, un film fantasma che esiste solo nelle conversazioni dei fan e negli archivi delle notizie cinematografiche.

Il coinvolgimento di Luca Guadagnino in un film di Sgt. Rock fu confermato nel novembre 2024, generando un’ondata di entusiasmo. L’idea del regista di “Chiamami col tuo nome” e “Challengers” dietro la macchina da presa di un blockbuster DC sembrava una scelta audace e inaspettata, ma proprio per questo elettrizzante. Le riprese di “After the Hunt” si svolsero in sei settimane, dal 6 luglio al 16 agosto 2024, il che significa che Guadagnino potrebbe essere stato in trattative con James Gunn e Peter Safran della DC Studios già dall’estate scorsa. Il poster nel film è la prova tangibile che Sgt. Rock occupava i pensieri del regista italiano mentre girava il suo dramma sulla moralità contemporanea.

Curiosamente, accanto al poster di Sgt. Rock ne compare uno di “Superman: Year One” di Frank Miller, un dettaglio che non solo anticipa il “Superman” di James Gunn ma serve anche la narrativa di “After the Hunt”. Il film è disseminato di immagini di figure maschili controverse: poster di “Dirty Harry” di Clint Eastwood, musica di Morrissey, un primo piano di Andrew Jackson sulla banconota da venti dollari. Tutto contribuisce a costruire un mosaico visivo delle tensioni culturali al centro della storia.

Durante i primi mesi del 2025, i rumor sul casting di Sgt. Rock si moltiplicarono. Daniel Craig, Jeremy Allen White e Colin Farrell erano tutti considerati per il ruolo principale, mentre l’attrice premio Oscar Mikey Madison era in trattative per interpretare Mademoiselle Marie, personaggio della Seconda Guerra Mondiale che nei fumetti originali ebbe addirittura una figlia con Alfred Pennyworth, il maggiordomo di Batman. Dietro le quinte, Guadagnino stava assemblando la sua squadra di collaboratori fidati: lo sceneggiatore Justin Kuritzkes, il direttore della fotografia Sayombhu Mukdeeprom, i compositori Trent Reznor e Atticus Ross, e il costumista Jonathan Anderson, tutti reduci da “Challengers” e “Queer”.

Tutti i segnali indicavano che Sgt. Rock si preparava a girare nell’estate del 2025, con una possibile uscita già nel maggio 2026. Poi, il 30 aprile 2025, la DC Studios tirò il freno a mano. Il progetto fu cancellato. Le ragioni esatte dietro questa decisione improvvisa rimangono avvolte nel mistero, nonostante il lavoro stesse procedendo speditamente. Deadline riportò che il film fu fermato per problemi meteorologici, poiché la produzione si stava affrettando per rispettare una data di inizio riprese estiva, e girare all’aperto in inverno nel Regno Unito non sarebbe stato praticabile.

Ma c’era dell’altro. Con il team apparentemente in corsa contro il tempo, sembra che la sceneggiatura non fosse al livello che James Gunn desiderava. In un’intervista con NPR a luglio 2025, il co-presidente della DC non menzionò esplicitamente Sgt. Rock ma parlò di “un grande regista e sceneggiatore”, descrizione che suona inequivocabilmente come Guadagnino e Kuritzkes. “Ho fermato tutto”, disse Gunn. “Avevamo una sceneggiatura, un film già approvato. Siamo arrivati alla seconda e terza bozza, ma non stava cambiando. Non migliorava. Rimaneva sempre nello stesso punto. E io ho detto: non possiamo fare questo film. Non possiamo. Non è buono. Sappiamo che non è buono.”

In un’altra intervista con Entertainment Weekly a giugno 2025, Gunn cercò di chiarire la situazione, affermando che il film non era stato cancellato e che stavano ancora andando avanti. “Stiamo ancora procedendo, ma non sarà… cosa vorrebbe che dicessi Peter qui? Quindi stiamo ancora andando avanti, ma sì, in questo momento non era esattamente dove volevo che fosse creativamente, quindi deve cambiare un po’.” Parole che, col senno di poi, suonano come un tentativo diplomatico di gestire una situazione già compromessa.

A luglio 2025 arrivò la conferma definitiva: Sgt. Rock sarebbe andato avanti senza Luca Guadagnino. Il regista aveva già voltato pagina, iniziando a lavorare su “Artificial”, un film su Sam Altman, creatore di OpenAI, oltre a un remake di “American Psycho”. Il rapporto iniziale di Deadline suggeriva che il film potrebbe iniziare le riprese nell’estate 2026, ma finora nessun nuovo regista o protagonista è stato annunciato. Il progetto è in un limbo indefinito.

Esiste anche un piccolo anacronismo in quella scena di “After the Hunt”: il poster mostra la copertina di “Sgt. Rock vs. Army of the Dead”, un fumetto pubblicato solo nel 2022, mentre gli eventi del film si svolgono nel 2019. Ma questo errore di continuità è trascurabile rispetto al significato più ampio di quella immagine. Quel poster è diventato un memoriale, una testimonianza di un momento in cui il DCU stava per essere plasmato dalla visione di uno dei registi più visionari del cinema contemporaneo.

Ora, mentre “After the Hunt” viene accolto con recensioni miste e contrastanti rispetto ai trionfi del 2024 di Guadagnino con “Challengers” e “Queer”, quel poster di Sgt. Rock rimane come un promemoria agrodolce. Racconta di un’ambizione condivisa, di una possibilità intravista e poi svanita, di un universo parallelo dove il DCU avrebbe avuto una sfumatura completamente diversa. E per i fan che sanno dove guardare, quel fugace momento cinematografico vale più di mille dichiarazioni ufficiali. È la prova che anche i progetti più promettenti possono dissolversi, lasciando dietro di sé solo fantasmi nelle vetrine dei comic book store.

Di Martina Bernardo

Vengo da un galassia lontana lontana... Appassionata di cinema e serie tv anche nella vita precedente e devota ai Musical

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