Quando la memoria inizia a sgretolarsi nel pieno della vita, quando un padre appena quarantenne scopre di essere affetto da Alzheimer precoce, il tempo si trasforma da alleato a nemico.

È da questa realtà crudele, ma profondamente umana, che nasce Per te, il film di Alessandro Aronadio ispirato alla storia vera di Mattia Piccoli e di suo padre Paolo. Presentato alla Festa del Cinema di Roma e in uscita nelle sale italiane dal 17 ottobre 2025, il film racconta con delicatezza e coraggio una vicenda che ha commosso l’Italia intera, tanto da valere a Mattia, oggi sedicenne, il titolo di Alfiere della Repubblica conferitogli dal Presidente Sergio Mattarella. La pellicola, interpretata da Edoardo Leo e Teresa Saponangelo, non è un semplice racconto di malattia, ma un’opera che rifugge la retorica e il pietismo, scegliendo invece la via della tenerezza, dell’ironia e della verità. Paolo, interpretato con intensità da Leo, è un uomo che sa di avere poco tempo e decide di investirlo in ciò che conta davvero: una visita al bioparco con il figlio Mattia, una cena romantica con la moglie Michela, le parole affidate a un diario come ancore contro l’oblio. Ogni gesto diventa un testamento d’amore, ogni momento condiviso un frammento di eternità.

Aronadio, insieme agli sceneggiatori Ivano Fachin e Renato Sannio, costruisce una narrazione che evita i colpi di scena e le trappole melodrammatiche, preferendo la semplicità della vita quotidiana, quella fatta di piccoli riti come la rasatura davanti allo specchio, dove un padre e un figlio si specchiano l’uno nell’altro, consapevoli che presto quel riflesso sarà solo un ricordo. La regia si muove con rispetto e sensibilità, lasciando spazio agli attori di respirare e vivere i loro personaggi senza artifici. Teresa Saponangelo è straordinaria nel ruolo di Michela, madre e moglie che sceglie di non cedere alla disperazione, ma di insegnare al figlio che l’amore non si misura in anni, bensì in intensità. Il giovane Javier Francesco Leoni, nei panni di Mattia, regala una performance spontanea e disarmante, incarnando la forza silenziosa di un bambino costretto a crescere troppo in fretta.

Il film si apre con leggerezza, omaggiando il cinema muto di Buster Keaton e la resilienza di Rocky Balboa, simboli di una resistenza silenziosa e ostinata di fronte alle avversità. Poi, a un certo punto, Per te si trasforma in un road movie: Paolo e Mattia partono per un viaggio alla ricerca dello zio, interpretato da un intenso Giorgio Montanini, nel tentativo di ricucire legami spezzati prima che la memoria li cancelli per sempre. È un film che guarda in faccia la malattia senza edulcorarla, che non offre false speranze ma nemmeno si arrende al dolore. La forza di Per te sta proprio nella sua capacità di raccontare l’orrore della perdita progressiva con uno sguardo umano, che non cerca di commuovere a tutti i costi ma di restituire dignità a chi vive queste esperienze. È un’opera che scava, che interroga, che resta addosso ben oltre i titoli di coda. E soprattutto, è un invito a vivere il presente con intensità, a non dare per scontato nemmeno un secondo con chi amiamo. Perché, come ci insegna Paolo, ciò che resta alla fine sono solo i gesti d’amore che abbiamo saputo lasciare.

Di Martina Bernardo

Vengo da un galassia lontana lontana... Appassionata di cinema e serie tv anche nella vita precedente e devota ai Musical

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